Guerra Israelo-Palestinese, la pace è appesa a un filo
Ma si tratta di un filo reale e resistente: Hamas accetta le condizioni, ma vuole la fine della guerra
Tutte le trattative che si sono svolte finora per fermare la guerra tra Israele e la Palestina si sono arenate per mille motivi diversi, uno più ridicolo dell’altro.
Ora però c’è uno spiraglio che, per quanto piccolo, lascia intravedere qualche concreta possibilità.
Hamas ha accettato le condizioni proposte da Israele sulla liberazione di tutti gli ostaggi in cambio di una tregua di 6 settimane. Però ha aggiunto un’ulteriore condizione: la fine della guerra.
Netanyahu ovviamente ha rifiutato quest’ultima condizione. Però le pressioni internazionali sono fortissime e non è escluso che si possa fermare questa assurda carneficina.
Da parte di Israele le pressioni arrivano soprattutto dagli USA. Biden preme affinché venga posta fine al massacro dei palestinesi. Dopo le sette missioni del Segretario di Stato Antony Blinken e altre del capo della Cia, Israele potrebbe proprio cedere.
Da parte palestinese, le pressioni arrivano un po’ da tutti i paesi Arabi (anche se non sappiamo che cosa ne pensi l’Iran, che peraltro non è un paese arabo) e anzi il Qatar ha sloggiato lo stato maggiore di Hamas da Doha. Un messaggio chiaro e forte per indurre ad accettare le proposte di Israele.
Al Momento le carte sono sul tavolo dell’Egitto, che ospita i capi dei servizi segreti Usa e Israele e gli emissari di Hamas.
Manca solo l’OK finale di Netanyahu. Il quale però sa che se scoppia la pace deve dimettersi e sottoporsi a processo perché indiziato di corruzione. D’altronde, anche Hamas una volta finita la guerra e senza ostaggi dovrà trovarsi un’altra patria. L'ha fatta grossa ed è fuori dubbio che prima o poi gliela faranno pagare.
Tuttavia, insistiamo: noi siamo ottimisti.
GdM