Verso le elezioni del 25 settembre

Centrosinistra, c’è accordo solo tra Calenda e Letta

Alla fine l’accordo al centrosinistra c’è stato, ma è vincolante solo per il Partito Democratico di Letta e di Azione di Calenda.
A parole sono della partita anche Leu e Verdi, ma è tutto da verificare.
Con Italia Viva di Renzi c’è accordo informale con Calenda ma non con Letta, mentre Di Maio avrebbe l’appoggio di Letta ma non quello di Calenda.
Cade dunque il progetto iniziale di un grande centro, ma Renzi non esclude di candidare anche da solo. Tenendo conto che la soglia minima voluta dalla legge elettorale è del 3%, per Renzi il rischio di restar fuori è reale.
Secondo le malelingue sarebbe stata la Bonino a non voler Italia Viva della partita, in quanto Renzi non l’aveva confermata alla Farnesina quando divenne presidente del Consiglio. Insomma, il vizietto di fare politica con i sentimenti sussiste ancora.
 
Il presidente dei Pentastellati, Giuseppe Conte, ha criticato l’accordo definendolo «la solita ammucchiata».
In verità, al momento non ci pare che l’ammucchiata sia riuscita, visto che l’accordo è preciso solo tra Letta e Calenda. E anche per PD e Azione gli accordi hanno riguardato meccanismi elettorali e non programmi.
I programmi seguiranno a breve e in quella sede saranno possibili nuove alleanze e nuovi divorzi. È troppo diversa la politica di centro rispetto alla sinistra radicale.
Calenda ha annunciato che il programma della coalizione sarà lo stesso di Draghi. Ma noi abbiamo l’impressione che per portare avanti quel programma ci vorrebbe proprio Draghi.

Facendo la conta – anche includendo i recalcitranti – questo centrosinistra è lontano dai voti che secondo i sondaggi dovrebbe prendere il centrodestra. Questo sia perché i Grillini restano fuori, sia perché i numeri favoriscono comunque DdI, Lega e FI, nell'ordine.
La Bonino e Letta si sentono fortemente a disagio all’idea che l’Italia possa passare da un governo Draghi a un governo Meloni, ma questa è la democrazia, piaccia o meno.