Leonte: i risultati di dieci anni di operazione italiana in Libano
L’8 dicembre sarà il quinto anniversario della nostra missione giornalistica in Libano e pubblicheremo un servizio a testimonianza di cosa abbiamo potuto vedere
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Le guerre non sono decise né dai militari né dai giornalisti, ma dal nostro Paese.
Dieci anni fa l'ONU inviò i nostri soldati nel Libano meridionale a dirimere un conflitto armato tra Ezbollah e Israele. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, ma non è ancora finito.
L’8 dicembre 2011 eravamo andati anche noi in missione in Libano per documentare il lavoro svolto dai nostri militari e per verificare se sono trattati come si deve, sia dal nostro Paese che da quello ospitante.
Ne parleremmo in occasione dell’anniversario.
Per ora diamo risalto al 10° anniversario della missione che, lo abbiamo constatato personalmente, è una delle operazioni militari di cui può vantarsi qualsiasi cittadino italiano, sia per l’umanità che come sempre esportiamo insieme alle divise, ma soprattutto – stavolta è il caso di dirlo – per i risultati che abbiamo ottenuto.
Ieri mattina a Shama, il comandante del Sector West Generale Ugo Cillo, a margine dell’alzabandiera, ha voluto ricordare quei momenti, sancendo, di fatto, il decennale dell’Operazione «Leonte».
Sono infatti trascorsi 10 anni dall’8 novembre del 2006 quando a Tibnin, allora sede del quartier generale dei caschi blu italiani in Libano, il Generale Paolo Gerometta, allora comandante della Brigata di cavalleria «Pozzuolo del Friuli» assunse il comando del Sector West di Unifil ricevendo le consegne dal Contrammiraglio Claudio Confessore, comandante della Joint landing Force-Lebanon.
La cerimonia fu svolta alla presenza dell’allora comandante di Unifil, Generale Alain Pellegrini che, poco dopo, cedette il comando della missione ONU al Generale Claudio Graziano – attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa.
I caschi blu italiani, da allora, hanno continuato incessantemente, a svolgere i compiti assegnatogli e sanciti dalla risoluzione 1.701 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
In particolare, nei dieci anni trascorsi, hanno svolto oltre 231mila attività operative (pattuglie, observation point, attività congiunte con le Forze Armate libanesi), realizzato oltre 750 progetti di cooperazione civile militare (rifacimento di tratti di strade, illuminazione pubblica, ristrutturazione di scuole, ambulatori), svolte oltre 1.100 interventi di demining (sminamento e bonifica di ordigni inesplosi) questo fino al 2013, da allora ad oggi l’attività è condotta da unità del Genio appartenenti ad altri contingenti, percorsi 21.300 mila chilometri.
La Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli ha assunto lo scorso 17 ottobre, avvicendando la Brigata Sassari, la guida della missione in una terra già conosciuta e per la quale, ha sottolineato il Generale Cillo: «continueremo a lavorare con costanza per garantire al popolo libanese la tranquillità che merita».
Le brigate italiane che si sono avvicendate in questi anni sono state oltre alla «Pozzuolo del Friuli», la brigata paracadutisti «Folgore», corazzata «Ariete», bersaglieri «Garibaldi», aeromobile «Friuli», meccanizzata «Aosta», «Pinerolo», «Granatieri di Sardegna», alpina «Taurinense».