Storie di donne, letteratura di genere/ 446 – Di Luciana Grillo
Alice Brioschi, curatrice di «Non sei il tuo senso di colpa – riflessioni contro il mito della supermamma» – Un libro di piccolo formato ma di grande sostanza
Titolo: Non sei il tuo senso di colpa. Riflessioni contro
il mito della «supermamma»
Curatrice: Alice Brioschi
Editore: Prospero Editore, 2022
Pagine: 240, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
Un libro di piccolo formato ma di grande sostanza… Sette studiose raccontano le scelte, i complessi, i legami e tanto altro fra madri e figli, fin dall’introduzione di Alessia Dulbecco, che «l’idea che le donne siano naturalmente portate a volere e fare figli costituisce il discrimine che favorisce il permanere di un atteggiamento sociale fortemente punitivo nei nostri confronti».
Di maternità, di cambiamenti nella neomamma scrive Sara Baggetta che, dopo la sua prima gravidanza, è diventata Psicologa dello sviluppo e dell’educazione ed esperta della Psicologia Perinatale.
Sa bene che all’inizio di questa esperienza, una donna la idealizza, evitando «pensieri ostili di frustrazione, stanchezza, sensi di colpa, notti insonni, poiché essi spaventerebbero chiunque e nessuno metterebbe più al mondo dei figli».
Baggetta sottolinea che «la maternità è ricca di ambivalenza affettiva: da una parte c’è l’amore, la tenerezza, la dedizione assoluta, dall’altra il rifiuto e l’ostilità», dunque le neomamme vivono una situazione di contraddizioni e spesso non si sentono adeguate. Non riflettono sul fatto che madri si diventa, non si nasce… e si sentono sole, perché la vita sociale cambia regime ed hanno tanto da fare, tra bimbo, marito e casa, per 24 ore al giorno, per tutti i giorni.
La Psicologa consiglia di abbracciare «il concetto di Madre Sufficientemente Buona», di assumere un tipo di organizzazione egualitaria che preveda la suddivisione di tutti i compiti con il partner e di prendersi cura di sé.
Martina Borsato si chiede se e quando una donna possa scegliere se diventare o non diventare madre: c’è chi le rammenta l’orologio biologico, chi la carriera, chi la difficoltà di conciliare la vita di mamma con il lavoro.
Ma le donne sanno essere forti e capaci di coniugare mondi diversi, con «una forza che non credevo di avere».
E intanto, lentamente, «si inizia a scrivere la storia della paternità», ci si fida del congedo parentale, anche se capita che – come scrive un papà – «Sono stato guardato come un marziano quando ho ipotizzato in azienda di prendere il permesso per l’allattamento del mio secondo figlio al posto di mia moglie».
Gli spunti che offre questa pubblicazione sono davvero tanti, a partire da spazi vuoti da riempire e da esercizi suggeriti.
Sara Ghirelli ci dice che «silenziosamente tutto cambia… cambia la vita, si ribaltano le giornate… la genitorialità è un’evoluzione del sé: dal giorno in cui diventiamo madri o padri non siamo più gli stessi… siamo genitori dal primo istante… fino al giorno in cui lasciamo la vita terrena».
Mamma di due bambine, educatrice e pedagogista, Marta Granata approfondisce il concetto di senso di colpa e cita Freud che ha studiato «il senso di colpa ponendo il focus dell’analisi su una dimensione intrapsichica e individuale», per prendere in considerazione successivamente l’importanza che la dimensione sociale acquista nel ’900.
La neomamma non si chiede soltanto se sarà una buona madre, ma vuole capire come e quanto cambierà il suo «ruolo di compagna, di figlia, di amica, di lavoratrice, di donna».
Martina Celegato si occupa di sostenibilità, di inquinamento sia da giornalista che da mamma.
E afferma che un bimbo inquina «ancora prima di nascere».
Parte da dati certi, come il numero di pannolini che si usano e che devono essere smaltiti, ma che inquinano anche quando sono prodotti, perché vengono diffuse nell’ambiente emissioni di CO2 e sostanze tossiche, come tutte le merci che vengono proposte dalla pubblicità: «è un fioccare continuo di prodotti descritti come ecologici, biologici, certificati, green, riciclati, a ridotto impatto ambientale…».
L’autrice conclude il suo intervento suggerendo come produrre in casa l’ammorbidente, come acquisire consapevolezza nella scelta dei cibi, quali giochi realizzati in materiali naturali affidare alle mani dei bimbi, eccetera eccetera…
Il testo è chiuso dal contributo della curatrice, Alice Brioschi, che consiglia quali libri comprare per i bambini, adatti alla loro età, di materiali sicuri, che il piccolo utente possa mettere in bocca senza problemi.
Naturalmente suggerisce anche ai genitori di non abbandonare l’abitudine della lettura e comunque di allenare i piccoli all’ascolto… «Ma se mio figlio mi domanda di giocare insieme, devo chiedergli il sacrificio di intrattenersi da solo?».
Brioschi dedica un paio di pagine allo «spannolinamento» e conclude con due brevi paragrafi dai titoli estremamente interessanti: Leggere è propedeutico a un futuro sereno e Leggere per noi stesse.
La postfazione di Giorgia Cozza chiude in modo assolutamente perfetto questo testo scrivendo che: «Un libro può aiutare. Un libro come questo, che, richiamando l’attenzione sull’argomento, offre l’occasione per fermarsi a riflettere, farsi delle domande, trovare le proprie risposte».
Io ho letto, ho approfondito, mi sono fatta delle domande e ho trovato alcune risposte: ora tocca a voi, lettrici e lettori!
Luciana Grillo - [email protected]
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