Giorgia Meloni da Trento attacca Renzi, Obama e la Boldrini
«La Boldrini è arrivata perfino a negare che ci sia in corso una persecuzione dei cristiani» – Di Sandra Matuella
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Comizio di Giorgia Meloni ieri sera in piazza Lodron, a sostegno di Manfred de Eccher di Fratelli d’Italia e di Claudio Cia, il candidato sindaco alle prossime elezioni comunali.
Ad aprire il convegno è stata Marika Poletti di Fratelli d’Italia, seguita dagli interventi di Cia e di de Eccher.
Poi, attesa da una piazza ben partecipata nonostante il freddo gelido, sale sul palco Giorgia Meloni, di nero chic vestita: con il suo eloquio diretto e appassionato accende subito l’uditorio, affrontando senza mezzi termini i temi più caldi della politica italiana e il fatto grave del giorno, ossia l’ennesimo naufragio in mare degli immigrati:
«La più grande tragedia è il buonismo boldriniano, – tuona l’onorevole Meloni. – Per pulirsi la coscienza di buonisti con una demagogia da quattro soldi, la Boldrini e compagni fanno arrivare in Italia dei disperati con la promessa di una vita dignitosa: è una promessa falsa, che non possono mantenere e che favorisce solo un’immigrazione clandestina e incontrollata, che arricchisce gli scafisti.
«A farne le spese, però, non sono le fasce più agiate della società che vivono nei quartieri alti e ben protetti, ma quelle più deboli, come a Tor Sapienza di Roma. Occorre far entrare nel nostro territorio solo chi si può integrare nella nostra società e che rispetta le nostre tradizioni e la nostra storia, senza pretendere, ad esempio, la rimozione del crocifisso: io credo in uno Stato laico, ma credo anche nei simboli sacri che hanno fondato la nostra cultura.
«La Boldrini invece è arrivata perfino a negare che ci sia in corso una persecuzione dei cristiani.»
Quanto alla soluzione, «bisogna risolvere il problema alla radice, riprendendo il controllo delle coste della Libia, e distribuire in tutta Europa chi ha diritto ha richiedere l’asilo politico. Barack Obama oggi non sa se intervenire in questa zona, quattro anni fa però è intervenuto per le primavere arabe e destabilizzare così l’Africa e il medio Oriente: per fortuna gli anno dato il premio Nobel per la pace, figuriamoci cosa avrebbe fatto se gli avessero regalato un kalashnikov.»
Per quanto riguarda il presidente Matteo Renzi, «è l’esattore delle tasse dell’Europa, della burocrazia e della tecnocrazia: tra tutto quello che dice e quello che invece fa, a confronto Wanna Marchi era una pippa, tanto che lo chiamiamo Matteo do Nascimento e se non fosse che sta giocando con la pelle degli italiani, ci sarebbe da ridere.»
Ha parlato nel dettaglio dei risvolti delle liberalizzazioni renziane e del tesoretto: «La verità è che non c’è, ma si tratta sempre di un debito pubblico, e con tutti i debiti che abbiamo, ne abbiamo a migliaia di tesoretti.»
Giorgia Meloni ha trovato la piena condivisione della piazza trentina anche con le sue idee contrarie all’adozione da parte delle coppie omosessuali, e con quelle a favore della famiglia naturale e della natalità.
Prima del comizio, nella sede di Fratelli d’Italia, l’onorevole Meloni spiega a L’Adigetto.it la sua idea di politica, che non crede nel superamento delle categorie di Destra e Sinistra.
«Le categorie ideali della politica non sono superate, purtroppo però c’è tanta gente che non fa politica perché crede in qualcosa, ma per interesse: in pratica, fanno politica per prendere voti anziché prendere voti per fare politica, e per questo sono disposti ad assecondare qualsiasi cosa, così tutto tende a mescolarsi.
«Renzi, ad esempio, non è né di Destra né di Sinistra: è stato messo a Palazzo Chigi dalle lobby di potere, e questo è il problema comune agli ultimi governi che non sono stati scelti dagli italiani, pertanto un governo che non deve rispondere agli elettori, risponde alle lobby che lo sostengono.»
Come vede la situazione a livello europeo?
«Marine Le Pen ha detto che adesso si combatte una battaglia nuova, non più tra Destra e Sinistra, ma tra alto e basso, quindi tra le lobby dei grandi interessi e il popolo. In tal senso, i politici autenticamente di Destra e quelli autenticamente di Sinistra possono combattere battaglie comuni.
«Personalmente ho molto rispetto di chi fa con convinzione una politica di Sinistra, vicina ai deboli, mentre tanti votano, in buona fede, una Sinistra che alla fine fa solo gli interessi delle banche e dei grandi capitali.»
E cosa pensa del Trentino, una terra tradizionalmente di Centro-Sinistra?
«È una realtà dove l’autonomia è la sua peculiarità e il suo punto di forza, ma che non ha espresso tutte le sue potenzialità a causa di un governo monocolore: il Trentino deve crescere molto sul piano economico, turistico e nella difesa della sua specificità culturale e di tanti temi vicini ai cittadini che vengono puntualmente mortificati dalla politica, come quello della sicurezza.
«C’è poi la contraddizione del Patt, un partito autonomista alleato col PD che promuove referendum per togliere le autonomie [Marika Poletti ha definito questa alleanza «un caso di schizofrenia da lasciare agli psichiatri» – NdR].
«In questa terra la Destra non è certo maggioritaria, noi però vogliamo costruire un’alternativa credibile, legata ai nostri valori, basata su un bel lavoro di squadra, con persone precise, oneste e coerenti.
«Ad oggi, le elezioni non sono ancora decise e la partita è sempre aperta: chi lo dice che a Trento debba governare sempre la Sinistra?»
Sandra Matuella – [email protected]