Miracolo in Germania: è recessione, ma non manca il lavoro

Uno sguardo sul mondo tedesco e l'ennesima sfida vinta dal grande paese europeo



La Germania ha subito una recessione molto pesante eppure, durante la crisi, la disoccupazione è diminuita. Anzi, la locomotiva tedesca continua a marciare a velocità superiore a tutti gli altri Paesi europei.

Il miracolo tedesco si spiega con una serie di misure mirate: riduzioni incentivate dell'orario di lavoro, contrattazione decentrata, conti individuali sugli orari di lavoro e molto altro.

Al Festival ne ha parlato Michael Burda, volto noto della rassegna, insegnante all'Humboldt University di Berlino, visiting professor all'University of California (Berkeley) e membro del Council of the European Economic Association dell'American Economic Association. Tre le cause: lavoro ridotto, monte ore e flessibilità.

«Il miracolo tedesco», così lo definisce senza enfasi Michael Burda, riferendosi al mercato del lavoro tedesco, che aggiunge che «forse l'Italia potrebbe trarne qualche indicazione utile».
Durante la recessione tedesca verso la metà degli anni 2000, il Pil è calato notevolmente, circa 6 percento, il più grosso mai avuto, a cui si è accompagnato un calo delle ore lavorate. In questo periodo di recessione l'occupazione non è calata, bensì aumentata e la forza lavoro non si è modificata. Anzi , c'è stato un calo di ore lavorate.

«I tedeschi - ha spiegato Burda - hanno affrontato il problema introducendo il sistema della giornata lavoro abbreviata. La misura non è stata del tutto sostenuta dallo Stato. La disoccupazione è aumenta un pochino nella recessione e poi scende, mentre le ore lavorate hanno registrato un calo. Questo significa che i lavoratori hanno condiviso il minor lavoro.»

In Germania, durante il periodo di recessione, il mercato del lavoro ha registrato dunque un calo di ore lavorate (1/3) e di manodopera (2/3), mentre negli States la tendenza è stata esattamente contraria. Dal 1970 ad oggi le ore lavorate sono passate da 6,2 a 5,8.

A fronte di un calo di ore lavorate, la Germania ha risposto con l'aumento della produttività e questo ha segnato la recessione.
«Nessuno ha capito a fondo le ragioni di questo miracolo - ha spiegato l'economista. - Le riforme hanno spinto nel 2004 i lavoratori a cercare fortemente il lavoro. Queste riforme hanno però compromesso la carriera dell'allora cancellerie Gerhard Schroeder ma oggi possiamo dire che hanno centrato gli obiettivi.»

Riassumendo il miracolo tedesco, Michael Burda, ha elencato le principali misure:

1. Sussidi per ridurre l'orario di lavoro (cassa integrazione speciale), con la differenza che in Germania un'azienda può fare la richiesta di aiuto ma è tenuta a pagare i contributi e quindi costa più che in Italia;

2. I salari sono stati tagliati, andando però a individuare caso per caso le modalità di intervento;

3. Utilizzo flessibile del monte ore con limiti massimi e tenendo conto dell'anzianità di servizio. "Questa è una delle misure che ha reso maggiormente", spiega il docente;

4. Moderazione dei salari (riforme Hartz) che hanno indotto una crescita lenta dei salari;

5. Aumento di ore in credito da parte dei lavoratori con la prospettiva di andare in pensione prima (che nel frattempo è stata innalzata a 67 anni).

6. L'introduzione del lavoro interinale.

7. La convinzione delle aziende tedesche che la recessione non riguardasse loro.

«In ultima analisi - ha concluso il professor Burda - gli elementi che hanno consentito alla Germania di uscire dalla crisi e di compiere un nuovo miracolo si possono riassumere attraverso il crollo delle ore per lavoratore e una caduta della produttività per lavoratore e non tramite una riduzione della forza lavoro.»