Storie di donne, letteratura di genere/ 381 – Di Luciana Grillo
Elena Mora, «Wallis Simpson - una sola debolezza» – La biografia che svela i retroscena più dolorosi, curiosi e piccanti della Corona britannica
Titolo: Wallis Simpson. Una sola debolezza
Autrice: Elena Mora
Editore: Morellini 2021
Genere: Biografie di case reali
Pagine: 256, Brossura
Prezzo di copertina: € 17,90
La biografia di Wallis Simpson ci fa entrare nel mondo, nella mente e nel cuore di questa donna il cui destino è stato davvero singolare.
L’autrice la fa parlare in prima persona, e qualche volta risulta persino antipatica, così ambiziosa come sembra, convinta della sua capacità di splendere grazie alla sua classe, ai suoi abiti raffinati, ai gioielli preziosi, di surclassare le altre donne, benché riconosca di non essere bella.
Ha sempre voluto essere diversa dalle altre, racconta con naturalezza: «ho fatto grande scandalo presentandomi con una compagna a un club rigorosamente maschile vestita da uomo… ho fatto scalpore quando, poco più che ragazzina, ho dichiarato che il mio marito ideale doveva essere molto, molto ricco… ho imparato a cavalcare, a ballare, a giocare a basket, a vestirmi a modo mio e a scappare dalla finestra per incontrare i ragazzi…».
I suoi primi due matrimoni le consentono di conquistare la libertà, di frequentare ambienti eleganti, di ricevere ospiti illustri, di vivere in Cina, dove raggiunge il primo marito (ben sapendo che il matrimonio sta andando a rotoli), dal quale non può comunque divorziare, sia perché, come le ha detto uno zio: «Disonori la nostra famiglia», sia perché - come ammette la stessa Wallis - «ero senza famiglia, senza denaro, senza un lavoro: non erano anni in cui una donna potesse avere un’alternativa».
Con Ernest, il secondo marito, le cose sembrano andare meglio, Wallis è consapevole di aver conquistato «un posto nella buona società inglese… avevamo cinque persone di servizio: la cuoca, due donne delle pulizie e la mia cameriera personale, oltre all’autista di Ernest, cosa non insolita allora per il nostro livello sociale».
Poi… l’incontro con il principe, accompagnato da amanti più o meno ufficiali, come Freda e Thelma.
E per Wallis comincia la scalata, «Insinuarmi nella vita delle persone è sempre stato uno dei miei migliori talenti… chi non desidera incontrare persone stimolanti, frequentare ambienti lussuosi, gustare cocktail e chiacchiere?... Thelma mi ha trovato divertente… e quando il principe è arrivato, a sorpresa, mentre ero sua ospite, mi ha presentato proprio come un’americana divertente».
David, che sarebbe diventato Edoardo VIII, «era affascinante, elegante, drammaticamente insicuro… si sentiva prigioniero di un destino scritto per lui nei secoli dei secoli», era stato un figlio poco amato ed era un adulto bisognoso di attenzioni, profondamente solo.
Diventato re, avrebbe voluto cambiare molte cose, modificare abitudini antiquate; diversamente da suo padre e suo fratello, David/Edoardo «ascoltava il jazz, indossava abiti made in Usa, andava a letto con donne americane… era carismatico, capace di affascinare le folle, popolare come una pop star», soprattutto non poteva vivere senza la sua Wallis, che gli consigliava comunque di non essere precipitoso nelle decisioni, di ascoltare i consigli degli amici.
«Ho dichiarato ufficialmente di essere pronta a ritirarmi in buon ordine da una situazione insostenibile, che stava contribuendo alla nostra infelicità, se fosse stato utile a evitare danni a Sua Maestà e al trono… Ho scritto una lettera di quindici pagine a David, supplicandolo di non mostrare debolezze», ma non c’è stato nulla da fare. David/Edoardo ha confessato semplicemente: «Ho trovato impossibile reggere il peso delle responsabilità e svolgere i miei doveri da re come avrei voluto senza l’aiuto e il supporto della donna che amo».
Da questo momento, per David e Wallis comincia una vita da profughi di lusso: da Parigi alla Costa Azzurra, da Berlino alle Bahamas, inquieti e spesso soli, lontani e come dimenticati dalla Corte.
Wallis racconta: «Usavo i vestiti e i gioielli per mostrare al mondo la nostra felicità; per marcare la mia distanza da mia cognata, la cicciottella regina consorte Elizabeth: le sue mise, di fianco alle mie, sembravano quelle di un secolo prima… gli abiti di alta moda erano una corazza che mi difendeva dagli sguardi cattivi… Niente fiorellini o tinte pastello per me, niente cappellini arzigogolati…».
Insomma, due nobili naufraghi, un re che aveva abdicato e una donna che lo aveva affascinato, senza patria, senza corte, che accettano anche un invito in Germania dove, tra «omaggi, inchini e fanfare, bagni di folla e mazzi di fiori» l’impeccabile baciamano di Hitler scatena altri malumori.
Solo Churchill ha tentato di proteggerli, ma la stampa ha sottolineato più volte le simpatie di David per il mondo tedesco, e questo naturalmente lo ha allontanato ancora di più dalla corte inglese.
Dopo il governatorato alle Bahamas, alla coppia è stato consentito andare negli Usa: «Ed è stato come nemmeno nei miei più estatici sogni. A Washington come a New York, a Chicago e, infine, nella mia città natale: ovunque la folla ci accoglieva con bandiere e applausi».
Sono stati ricevuti alla Casa Bianca dal presidente Roosevelt… un trionfo per David e Wallis!
La storia va avanti, David parte dagli Stati Uniti alla volta di Londra quando muore suo fratello, l’amato Bertie, e il viaggio è reso più triste dall’assenza di Wallis, ancora una volta rifiutata dai suoi familiari.
Sarà la giovane regina Elisabetta, dopo qualche tempo, a invitarli a Londra per l’inaugurazione di una targa dedicata alla regina Mary, e «dopo che David le ha baciato la mano, la giovane sovrana ha accennato un bacio sulle sue guance e a lei, e solo a lei, mi sono inchinata».
La rigidità della corte molto lentamente si attenua, dopo qualche anno il principe Carlo va a salutarli a Parigi e successivamente, anche la regina va a salutare lo zio, gravemente ammalato, poi, in occasione della morte di David, Wallis per la prima volta è ospitata a Buckingham Palace, e accanto al marito ora riposa per sempre.
Sono stati felici davvero?
E perché, davanti al feretro di suo marito, Wallis avrebbe detto: «Ha rinunciato a così tanto per così poco»? E ancora: «Non avete idea di quanto sia duro vivere una eccezionale storia d’amore».
Questa biografia fa parte di una nuova collana del vulcanico editore milanese Morellini, che ha affidato alla scrittrice Sara Rattaro la direzione di «Singolare femminile».
Wallis Simpson è stata raccontata anche da Blackwood e Grippa. Entrambi i libri sono stati recensiti in questa rubrica.
Luciana Grillo - [email protected]
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