Referendum sull’orso: una terna che valuta il quesito

L’Ufficio di Presidenza provinciale ha scelto Cosulich, Pirrone e Tosadori

Pare impossibile, ma la ragione a volte non riesce a superare i paletti della demagogia.
Un referendum sull’orso non avrebbe alcun senso, perché il progetto sulla reintroduzione dell’orso è nazionale e non provinciale, per cui e qualsiasi responso non porterebbe alcun effetto.
Non sarebbe nulla più di un sondaggio, e parziale dato che un referendum non ha le valenze scientifiche di una ricerca vera e propria.
Comunque sia, l’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale deve decidere se ammettere o meno il referendum.
Sic transit gloria mundi.

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale, riunito ieri dal presidente Bruno Dorigatti, ha formato la commissione che sarà chiamata a pronunciarsi sull’ammissibilità del quesito referendario sulla limitazione della presenza di orsi in Trentino.
Il referendum provinciale, di tipo propositivo, è promosso da un comitato guidato da Maurizio Fugatti, consigliere provinciale della Lega Nord Trentino, e intende sottoporre ai trentini questa domanda.
«Volete che la Provincia intraprenda tutti i passi possibili, nell'ambito delle sue competenze e con opportune iniziative presso lo Stato italiano e l'Unione europea, con riguardo alle competenze di questi ultimi, perché la presenza di orsi nel territorio di tutta la Provincia di Trento sia limitata rispetto alla situazione attuale?»
A decidere se tecnicamente l’iter per il referendum può procedere, sarà dunque una terna di esperti: il presidente sarà Matteo Cosulich, docente presso l’Università di Trento; con lui sono stati indicati Sarre Pirrone, legale dell’Avvocatura dello Stato a Trento, e l’avvocato rivano Maurizio Tosadori.
Ieri l’Ufficio di Presidenza ha anche giudicato ammissibili le due petizioni popolari in materia di graduatorie del personale insegnante abilitato nelle discipline artistiche, e di mercatini liberi per gli hobbisti creativi.