Integrazione in Alto Adige, regole chiare e lavoro in rete

Rapporto su immigrazione e integrazione in Alto Adige per il biennio 2016-2017

«La politica altoatesina nel campo dell’integrazione è caratterizzata da regole chiare e lavoro in rete»: con queste parole l’assessore provinciale Philipp Achammer ha presentato questa mattina (12 dicembre) il rapporto 2016-2017 su immigrazione e integrazione in Alto Adige.
Durante l'incontro, al quale erano presenti anche Janah Naria Andreis del Servizio di coordinamento per l’integrazione, Stephan Ortner, direttore di eurac research e Roberta Medda dell’Istituto sui diritti delle minoranze di eurac research, sono stati presentati i dati aggiornati sull’immigrazione a livello provinciale ed una serie di progetti concreti realizzati nel campo dell’integrazione.
 
«Riteniamo sia importante mettere in evidenza fatti e dati aggiornati proprio in un momento in cui spesso vi è un approccio caratterizzato da scetticismo nei confronti delle tematiche riguardanti l’immigrazione», ha spiegato Achammer, aggiungendo che «l’integrazione dipende da ogni singola persona e vale sia per i nuovi cittadini immigrati che per la popolazione locale. Grazie a regole chiare è possibile delineare delle condizioni quadro che consentono di realizzare sia una vita autonoma che una convivenza pacifica. Vi è inoltre necessità di porre in evidenza modelli in grado di evidenziare che molto può essere fatto anche a livello individuale.»
 
Per questa ragione la Provincia di Bolzano negli anni scorsi ha sostenuto, con circa 300.000 euro, 21 progetti nel campo dell’integrazione che sono stati realizzati soprattutto a livello comprensoriale e comunale.
Sono stati inoltre portati avanti progetti di cooperazione con privati ed imprese.
 
Un orto contro la mancanza di prospettive
Un esempio concreto in questo campo è stato fornito dall’imprenditore bolzanino, Heiner Oberrauch, il quale ha messo a disposizione dei richiedenti asilo un terreno adiacente alla sua azienda per la realizzazione del progetto OrtoSalewaGarten.
Le persone richiedenti asilo nel corso dell’estate hanno coltivato con molto impegno l’appezzamento di terreno e quindi venduto i prodotti dell’orto.
Visto il successo dell’iniziativa il progetto verrà riproposto anche il prossimo anno.
 
L’integrazione ha bisogno di informazioni corrette
Il rapporto fornisce una serie di dati particolarmente interessanti e Roberta Medda ha illustrato alcuni degli aspetti più significativi.
Colpisce, ad esempio, il calo delle spese nell’ambito sociale a favore degli stranieri che passano dal 15,3% del totale del 2016 all’8,7% del 2017.
Analogo ridimensionamento si riscontra anche per quanto riguarda il settore dell’edilizia abitativa agevolata.
Secondo Medda a livello nazionale «vi è tuttora scarsa informazione in merito all’effettiva portata del fenomeno immigrazione. Ad esempio più della metà degli stranieri che vivono in Alto Adige sono di religione cristiana, mentre i musulmani sono solo un terzo.»
Il Rapporto fornisce, tra l’altro, un quadro aggiornato e dettagliato del ruolo svolto dalle istituzioni pubbliche nel settore dell’integrazione, mettendo in luce come anche gli uffici e le ripartizioni provinciali partecipino attivamente a vari progetti di cooperazione.
L’aspetto della «messa in rete» è stato particolarmente rimarcato da Janah Naria Andreis e ripreso dall’assessore Achammer il quale ha sottolineato che «l’integrazione è un compito trasversale che deve coinvolgere tutti. Solo se vi sono regole chiare in merito ai presupposti per l’integrazione saremo in grado di far fronte a questa tematica, così sentita sia a livello locale che internazionale.»