La cooperazione al Festival dell'Economia: la sfida dell'«housing sociale»

Oggi convegno su finanza e biodiversità con Bini Smaghi, Becchetti e Masciandaro

Una realtà in cui la casa diventa abitazione, e risponde a bisogni diversi delle persone, è l'immagine delineata nel corso dell'incontro «Autonomia dei territori: la sfida dell'housing cooperativo sociale», organizzato dalla Cooperazione Trentina e in programma questo pomeriggio nell'ambito del Festival dell'economia.
Un obiettivo importante per il quale il movimento cooperativo sta studiando nuove soluzioni che coinvolgono settori imprenditoriali diversi
 
È finito il tempo in cui il settore dell'abitazione era di fatto un sinonimo di edilizia.
Oggi la necessità espressa da più voci è quella di una concezione dell'abitare che sappia rispondere anche a esigenze di tipo sociale.
Ecco quindi che insieme alla casa si cercano servizi, come ad esempio asili nidi o assistenza agli anziani, ed è guardando in questa direzione che sta nascendo un nuovo modo di concepire il social housing, ovvero l'abitare sociale.
 
Un tema ampio e complesso sul quale si sono confrontati oggi alcuni esperti del settore nell'incontro «Autonomia dei territori: la sfida dell'housing cooperativo sociale», organizzato dalla Federazione Trentina della Cooperazione nell'ambito del programma del Festival dell'economia.
Pensare, anzi ripensare una nuova concezione dell'abitare è una sfida che il movimento cooperativo trentino ha raccolto da tempo e sulla quale sta lavorando per individuare modelli di social housing in linea con le caratteristiche e le necessità della realtà locale.
Come ha evidenziato  Roberto Bortolotti , presidente di CoopCasa , oggi ha poco senso parlare di cooperative di abitazione, «ma dovremmo chiamarle cooperative di abitanti. Non si tratta più solo di costruire case, ma di migliorare la qualità della vita delle persone».
Nell'ambito delle politiche e degli interventi di social housing, la Cooperazione può giocare un ruolo importante coinvolgendo le molteplici espressioni dell' imprenditorialità cooperativa , dell'edilizia al sociale, dal credito all'agricoltura.
 
La ricerca di nuovi modelli di abitazione sociale è un impegno condiviso da Confcooperative Bolzano , come ha sottolineato il presidente  Andrea Grata.
«Ci siamo chiesti, come cooperazione, cosa potevamo fare per la nostra terra – ha detto – e abbiamo intrapreso un percorso di confronto e collaborazione che coinvolge tutti i soggetti attivi sul territorio, compreso l'ente pubblico.»
Un progetto che parte dal presupposto che tradurre in chiave cooperativa il concetto di social housing significa partecipare in modo corresponsabile al disegno del territorio urbano del futuro.
 
Su questo nuovo modo di intendere il concetto di abitazione pesa la situazione del settore dell'edilizia, che sta attraversando una profonda crisi.
Cosa che non stupisce  Alessandro Maggioni , vicario nazionale di Federabitazione, per il quale in termini generali «finora si è costruito tanto e male, con progetto privi di una prospettiva a lungo termine».
La risposta a questo problema può venire appunto da esperienze di housing sociale, come quella milanese presentata da Maggioni che prevede, accanto alla costruzione di 91 alloggi, la realizzazione di uno spazio destinato a diventare incubatore di impresa creativa a beneficio di tutto il quartiere.
 
In un periodo di crisi finanziaria come quello attuale, l'housing sociale può essere in qualche modo sostitutivo dell'intervento pubblico.
È però necessario migliorare i modelli seguiti fino a oggi.
«Le risposte date finora – ha evidenziato  Sergio Porta, che dirige il Dipartimento di Architettura dell'Università Strathclyde di Glasgow – hanno creato problemi di sostenibilità urbana.»
È quindi necessario ripensare i modelli esistenti, rimettendo al centro la persona con tutte le sue necessità, sensibilità ed emozioni.
«Per farlo non è necessario disegnare meglio, bensì passare dalla progettazione di prodotti all'ideazione di processi.»