De Benedetti smentisce: «La7 non la compro»
Al Festival dell’economia di Trento l’ingegnere-editore si confessa
Come avevamo già scritto in un articolo precedente, non sono ottimistiche le parole di Carlo De Benedetti al Teatro Sociale di Trento.
«Sarà una recessione molto lunga, – dichiara a chi gli domanda cosa pensa della crisi. – Durerà qualche anno.»
«Negli ultimi 250 anni la geografia economica è rimasta invariata, – prosegue l’ingegnere. – Ma vent’anni fa è iniziato il cambiamento: milioni di persone sono entrate nel circuito del lavoro e del consumo. L’Europa, che un tempo era il baricentro del mondo, oggi è un continente vecchio, viziato, con poco senso della mobilità e dell’innovazione.»
Insomma c’è ben poco da sperare nel futuro. E questo l’avevamo più o meno intuito.
Come molti italiani, anche De Benedetti incolpa l’egoismo della Germania di Angela Merkel, in grado, a suo dire, di essere «innovatrice solo all’interno di un prodotto noto, da perfezionare».
E dunque incapace di spingere quell’innovazione che è l’unica risorsa possibile per opporsi alla spietata concorrenza produttiva dell’est del mondo.
Ed è proprio questa miopia a mettere a rischio anche il futuro della Germania, perché se i tedeschi vantano 600 miliardi di crediti dai loro partner europei, buon senso vuole che i debitori siano messi nelle condizioni di poter restituire ciò che devono. Altrimenti sarà la fine per tutti.
In effetti c’è già chi scommette contro di noi. Sul sito www.intrade.com, (società con sede a Dublino e che opera negli Usa) le percentuali che danno l’Italia in default entro la mezzanotte del 31 dicembre 2012 hanno già superato quota 10.
Molto più catastrofiche le previsioni sul collasso dell’Euro. Il 40% di chi scommette punta sulla fine della moneta unica entro la fine di quest’anno.
E ben il 60% ha la certezza che tutto ciò avverrà entro il 2013.
Chissà se queste ipotesi di Euro-crash riusciranno a scuotere l’irremovibile cancelliera tedesca. Anche se ormai potrebbe essere già tardi.
Saranno infatti i cittadini greci a decretare, con il voto del 17 giugno, il destino della moneta unica (e la loro eventuale uscita dall’Ue, possibilità che il Trattato di Maastricht non ha mai previsto).
Per De Benedetti, più che sulla Grecia, tutto si giocherà invece sulla Spagna, paese in cui la crisi immobiliare è rimbalzata sulle banche portandole sull’orlo del fallimento.
Sarebbe dunque la Spagna il vero fenomeno da tenere sotto osservazione.
E per l’Italia cosa (pre)vede l’imprenditore del Gruppo L’Espresso dopo il 2013, anno in cui terminerà il «governo d’emergenza» di Mario Monti?
«Saremo sicuramente più poveri di quanto siamo oggi.»
Il pubblico rumoreggia. Ma a chi tra i presenti in sala gli rimprovera tanto pessimismo replica così.
«Sono ottimista di natura. Ma sono anche sincero.»
Francesca Mazzalai
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