Notizie brevi ma importanti dall’estero
Alluvione in Spagna, contestati i leader – Elezioni in USA, martedì si vota – Medio Oriente, tutto è ancora possibile
In Spagna, la situazione generata dal nubifragio che ha devastato l’area di Valencia è sempre grave.
È vero che una calamità di questa portata non ha precedenti, ma l’allarme è stato dato troppo tardi e i soccorsi non sono intervenuti in maniera organica.
Si provi a pensare a 10.000 persone senza energia elettrica e senza acqua potabile.
Fatto sta che oggi la popolazione ha contestato duramente il governatore della Comunità Valenciana Carlos Mazón, ma anche il capo del Governo Pedro Sánchez e perfino il re Filippo VI di Spagna.
Sono stati oggetto di lanci di fango, mentre al governatore qualcuno ha tirato il manico di una pala. Il Re non ha voluto essere protetto dal fango e ha voluto incontrarsi con la gente.
Re Filippo ha poi commentato a freddo che è comprensibile la frustrazione della gente. Secondo noi, il Re non andava toccato perché rappresentail Paese.
In serata è stata data l’allerta rossa nei territori vicini a Valencia. Ma non sappiamo che cosa possa fare un cittadino, già in estrema difficoltà, per proteggersi da ulteriori calamità.
Martedì si vota negli Stati uniti. I due candidati Donald Trump e Kamala Harris sono alle ultime battute e i sondaggi esprimono una sostanziale parità, perché i vantaggi e gli svantaggi sono inferiori al margine di errore.
Secondo gli osservatori internazionali, nessuno dei due candidati sarebbe all’altezza dell’incarico cui stanno mirando. E le gaffe che si sentono pronunciare da entrambe le parti non sono certamente rassicuranti.
L’ultima battuta infelice di Trump riguarda la stampa. Ha detto che non gli «dispiacerebbe se qualcuno sparasse ai media».
«Per uccidermi qualcuno dovrebbe sparare attraverso i giornalisti presenti e la cosa non mi dispiacerebbe così tanto», ha detto durante un comizio.
Va precisato che 70 milioni di americani hanno già votato per posta e che ormai non possono più cambiare opinione.
Infine il Medio Oriente. Dopo la minaccia rivolta da Khamenei a Israele (la vendetta sarà «schiacciante»), gli USA hanno inviato in Medio Oriente i B-52 del 5° Stormo Bombardieri di stanza nella base aeronautica statunitense di Minot, in Usa.
Non solo, Biden ha avvisato che in caso di attacco pesante non impedirà a Tel Aviv di reagire senza controllo.
Tuttavia, in serata il presidente Khamenei ha fatto sapere che un «Cessate il fuoco» di Israele potrebbe fermare la minaccia iraniana.
E poiché 51 ostaggi sono ancora vivi (su 101), forse varrebbe la pena giungere a una soluzione diplomatica.