Bruno Lucchi, Parole scavate-ultimo Natale di guerra 1917/2017
… E il Racconto prese forma. Gli auguri di Buon Natale dello scultore di Levico
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Il Racconto ha inizio da un nulla. Nulla. Non esisteva niente.
Poi un filo. Un filo di voce. Di luce. Poi altri fili si aggiungono a quel primo filo.
È un aggomitolare di parole. Una creazione. Una fioritura di parole.
Racconto da custodire. Il Racconto diventa storia. Sacra. Parole dove tutto è contenuto.
Memorie raccontate, scambiate. Parole antiche sussurrate al cuore, gridate nel deserto, versate nei torrenti, soffiate nei secoli dal vento.
Il Racconto poi si infittisce: storie di roveti ardenti, di esodi, di pianti di donne, di sogni, di idoli, di torri costruite per essere distrutte, di promesse di profeti. Di giardini che cantano l'amore.
Racconti di Dio. Racconti di umanità narrati ed ascoltati, iscritti nelle pietre, trascritti in rotoli di pelle finemente conciate.
Mille storie consegnate di generazioni in generazioni.
Poi a distanza di migliaia di anni, per ispirazione divina, nel grembo di una Donna carica di preghiere, viene donato un Racconto nuovo. Un uomo alato regala sorrisi e parole che accendono gli occhi e l'anima.
È primavera in terra.
Siamo nel cuore del Racconto. È altro il luogo dove Dio ama scrivere. È nel grembo di donna.
È scrivere nella vita dell'uomo. Le sue non sono pagine finite.
Un lampo di creatività. Un altro.
E il Racconto prese forma
Con le doglie di un parto,
Con il vagito di un bimbo.
Nel silenzio di una notte.
E il Racconto prese forma
Quella notte di duemila anni fa,
Su un giaciglio di ruvida paglia
In un nido di fasce ornate di stelle e di fiori.
Per cura di mani umane.
Gianni e Daniela
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