Porta a Porta/ 1 – Il commento di Gianpiero Passamani (UPT)
«Continua la campagna di disinformazione contro le autonomie speciali»
Ritengo doveroso sottolineare il mio grande disappunto per quanto è andato in onda su Rai 1 in occasione della puntata di ieri sera di «Porta a Porta».
Se, ovviamente, è discrezionale e del tutto legittima la scelta di trattare il tema delle autonomie speciali, allo stesso tempo l’approccio e la campagna costante di disinformazione nei confronti delle autonomie speciali ed in particolare contro Trento e Bolzano credo meriti di essere evidenziata.
Il tono inquisitorio nei confronti del Presidente Kompatscher, che ringrazio per la capacità di autocontrollo a fronte degli attacchi subiti e di spiegare, nei limiti di quanto concessogli (peraltro molto poco), le ragioni della nostra autonomia e i dati sulla reale compartecipazione delle due Province autonome nei confronti dello Stato, è stato a dir poco vergognoso; voglio ribadire un concetto: non siamo quel tanto evocato «Paese del Bengodi» e non siamo ai vertici delle classifiche delle città dove c’è la migliore qualità della vita perché lo Stato centrale ci regala qualcosa.
Il buongoverno e la gestione responsabile delle risorse hanno permesso, e permettono tuttora, di avere quel «welfare di stampo svedese», di poter intervenire in modo mirato e appropriato nei confronti della nostra Comunità, di essere vicini alle giovani coppie, agli anziani ed a chi è solo; credo che questo non possa costituire una colpa, anzi credo debba essere preso ad esempio come modello di buona e corretta gestione della cosa pubblica.
Il conduttore Bruno Vespa ha più volte sollecitato il Presidente Kompatscher sostenendo che «chi ha di più deve essere più solidale ed aiutare chi è in difficoltà»; su questo siamo d’accordo, peccato che il dottor Vespa si sia dimenticato, anche nel corso del servizio successivo sulla situazione della ricostruzione della città de L’Aquila, di ricordare quanto ha fatto la Provincia Autonoma di Trento nei confronti dei terremotati: l’immediato intervento dei nostri elicotteri, l’eliambulanza messa subito a disposizione, la colonna mobile della Protezione civile trentina con tutti i volontari che generosamente si sono spesi per settimane per portare i primi soccorsi, nonché la ricostruzione di un paese con le casette prefabbricate in legno donate dalla Comunità Trentina.
E lo stesso si può dire in occasione del terremoto dell’Emilia.
Probabilmente non fa parte del nostro DNA, e tantomeno di quello dei cugini altoatesini, l’autocelebrazione di noi stessi; in queste occasioni credo sia giusto però evidenziare la grande attenzione, la generosità e la solidarietà che le nostre Comunità hanno sempre messo in campo.
Anche ieri non è stato messo in luce un principio che ritengo debba essere spiegato in modo chiaro e trasparente a tutti gli italiani: Trento e Bolzano trattengono sì una parte considerevole del gettito fiscale dei loro territori ma a fronte di questo si sono assunte competenze ed oneri che gravano su gran parte del bilancio provinciale, dove nelle altre Regioni tali servizi restano a carico dello stato: sanità, infrastrutture stradali e scuola a titolo esemplificativo.
L’Accordo di Milano ha ulteriormente sancito questo principio ed anche le ultime deleghe su Università ed ammortizzatori sociali hanno evidenziato quanto già sottolineato in precedenza.
Noi non vogliamo rinchiuderci nel nostro «fortino dorato»; siamo attenti ai bisogni e alle necessità degli altri territori e appoggiamo dichiaratamente i processi di richiesta di maggiore autonomia degli stessi.
L’intuizione di Lorenzo Dellai nel progetto politico delle «Terre Alte» serviva proprio a rilanciare il tema dell’esigenza di lavorare in sinergia con le altre realtà territoriali che per storia, posizione geografica ed identità culturale, sono simili alla nostra e allo stesso tempo chiedono a gran voce di poter avere la possibilità di gestire con un di più di autonomia e di responsabilità le loro risorse.
Sono convinto che in un momento così difficile per il nostro Paese, alimentare tensioni tramite una campagna mediatica di «caccia alle streghe» non serva a nessuno ed anzi sia assolutamente pericoloso per le reazioni che si possono scatenare.
Gianpiero Passamani
Capogruppo Unione per il Trentino