Intervista a Martina Togn – Di Daniele Maurizio Bornancin
La legale rappresentante della cantina vinicola del Gruppo Gaierhof è Presidente dei Giovani Industriali del Trentino e rappresenta il futuro di Confindustria Trento
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Martina era già stata da noi intervistata alla fine di ottobre 2016, nella sua veste di responsabile, insieme alle due sorelle Valentina e Romina, della gestione della Cantina Gaierhof di Roverè della Luna.
Un momento quello dove si erano raccontate le caratteristiche organizzative e di mercato di questa nota cantina al confine con l’Alto Adige, una delle eccellenze del Trentino, che proprio nel 2016 aveva raggiunto i 40 anni di attività.
La fotografia di tre donne che con un costante lavoro sono riuscite a far crescere e far competere l’azienda, uno tra i pochi esempi al femminile, nell’ambito dell’imprenditoria locale.
La filosofia di Martina, testata in azienda, è quella improntata anche nel nuovo ruolo di Presidente dei Giovani imprenditori ossia: l’impegno a lavorare insieme, uomini e donne, per la valorizzazione del merito e per un coinvolgimento dei collaboratori, ai fini di una crescita complessiva della comunità.
Martina Togn (38 anni) è stata nominata il 30.11.2019 Presidente dei Giovani Industriali, per il triennio 2019/2022.
In questi primi mesi di mandato ha toccato con mano le varie problematiche dell’industria, anche nel momento di emergenza sanitaria COVID 19 e della conseguente crisi economica, che ha interessato tutto il nostro Paese, partecipando a diversi incontri tematici e del Consiglio di Presidenza di Confindustria Trento, cui ne fa parte di diritto.
Ha verificato il sistema Confindustriale della sede centrale di Roma ed ha partecipato alle varie riunioni con tutti i rappresentanti regionali dei Giovani Industriali.
Ha maturato una propria visione del presente e del futuro di uno dei settori principali dell’economia italiana, delle prospettive, dei necessari percorsi d’innovazione e ricerca tecnologica da attuarsi in breve per una reale crescita e sviluppo della nostra industria e in particolare del manifatturiero italiano, conosciuto a livello internazionale.
Le tre sorelle Togn.
Cosa mi dice del Gruppo Giovani Industriali e del nuovo incarico?
«In questi primi mesi ho avuto modo di esplorare varie situazioni, anche se provengo dalla Vicepresidenza dell’ultimo triennio, dove avevo già maturato alcune esperienze anche in ambito nazionale.
«Ora la responsabilità è maggiore e il periodo è completamente diverso. Il Presidente dei Giovani entra a far parte del Consiglio Centrale del Gruppo Giovani Industriali nazionale e ovviamente del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige. Attraverso le riunioni e i vari seminari di formazione si conoscono le strutture e gli associati delle varie Regioni italiane, c’è un confronto e un dialogo diretto per così capire meglio le realtà economiche.
«Il gruppo giovani ha il compito di gestire l’attività finalizzata alla formazione imprenditoriale, alla promozione dei valori associativi ed anche alla valorizzazione della cultura d’impresa, soprattutto verso i giovani, organizzando incontri con studenti trentini delle scuole superiori e dell’Università.
«Diciamo che cerchiamo di parlare di futuro. Puntiamo sull’alta formazione, per creare gli imprenditori del domani. Durante l’emergenza COVID ho sin da subito potenziato i rapporti con i nostri giovani imprenditori associati con conferenze online per un approfondito confronto.
«Ho aperto momenti di studio, con proiezioni extra territoriali, con interlocutori selezionati anche al di fuori del sistema industriale e provenienti da altri settori e dal mondo universitario e sociale. Nel nostro programma abbiamo previsto importanti convegni in materie finanziarie, fiscali e amministrative e sull’evoluzione commerciale e della comunicazione, oramai inserite nella quotidianità.
«Non mancano poi le visite aziendali a realtà imprenditoriali del patrimonio produttivo locale e delle regioni a noi confinanti, dove ci sono importanti esempi di sviluppo e ammodernamento delle diverse produzioni. In questo triennio era prevista anche una visita a realtà industriali europee, per capire le soluzioni tecnologiche di ultima generazione adottate e per seguire da vicino le innovazioni complessive degli stabilimenti, purtroppo a causa del Covid valuteremo più avanti questa ultima visita.
«Il nostro agire è un punto di confronto per tutti, un criterio di formazione a tutto tondo.
«La mia attività nel Gruppo Giovani (dai 18 ai 40 anni) è supportata dai colleghi del Consiglio Direttivo composto di: Leandro karate Barbosa (Sovecar srl), Serena Beber (Ecotop srl), Mara Deflorian (Mobilificio Deflorian srl), Giulia Degli Esposti (Erika Eis srl), Marco Filippi (Decos srl), Francesco Orefice (Dial Funghi srl), Magner Steffens (Audaces Europe srl), Andrea Wegher (Wegher srl) e dalla past president Stefania Segata (Segata spa).
Una squadra impegnata, in piena sintonia e con una grande collaborazione da parte di tutti, cui va il mio più sincero ringraziamento.
«Il Gruppo Giovani Industriali è fondamentale per il futuro anche di Confindustria per dare audacia e forza a questa grande categoria da anni presente nel panorama socio economico italiano.
«È importane perché l’esuberanza dei giovani porta coraggio, iniziativa, voglia di fare di più, per crescere con un approccio diverso verso progetti innovativi. Nostro compito è la nascita e crescita di nuove imprese e la creazione di opportunità concrete per le nuove generazioni.
«Uno degli scopi è anche quello di valorizzare il ruolo dell’imprenditore come soggetto responsabile e attivo dello sviluppo economico e sociale del nostro Trentino.»
Come vede il futuro del sistema industriale trentino?
Il sistema industriale locale è in piena evoluzione. Va tenuto conto che l’industria in questo momento ha iniziato a lavorare, dopo un periodo significativo di chiusura, ed è difficile per tante imprese innestare la marcia della ripartenza. Pensiamo al sistema Trentino e Nazionale come un treno fatto di vagoni collegati l’uno all’altro. Aver fermato i settori commercio e turismo, trainanti per l’economia, ha portato un rallentamento anche di tutti i settori collegati, industria e artigianato. Questi comparti sono collegati tra loro, quindi se uno si ferma, si arrestano di conseguenza anche gli altri.
«Abbiamo riscontrato difficoltà ad attuare le regole dei decreti poiché, specialmente riferiti alle riaperture, non davano indicazioni concrete e utili per l’organizzazione. Ogni azienda ha dovuto gestire come meglio poteva il proprio protocollo, ma con impegno e determinazione siamo riusciti ad applicarle in tutte le nostre imprese. I
«n aggiunta a ciò il sistema burocratico amministrativo italiano è col tempo divenuto un peso e una macchinosità per ogni azienda piccola o grande, essa sia. Tanti imprenditori sono convinti che sburocratizzare è sempre di più un sogno. Sì, alcune novità sono state inserite nelle amministrazioni, anche con la venuta delle procedure informatiche, della digitalizzazione e del progetto Industria 4.0, passi certamente importanti, ma bisogna continuare con costanza, per semplificare ulteriormente le procedure e le sovrapposizioni di pareri dei vari enti locali e degli altri organi amministrativi.
«Pensiamo solo alla Germania come esempio, dove, per aprire un’attività aziendale, un imprenditore impiega circa dieci giorni al massimo, in Italia è cosi? Non mi sembra.
Come trentini e non solo, per andare avanti dobbiamo insieme credere di più al made in Italy, questo è la nostra forza per ricominciare, sia pure dinanzi a difficoltà, perché abbiamo sempre avuto coraggio e fantasia e allora dobbiamo proseguire.
«Fare impresa in Italia e nel Trentino non è semplice, ma noi imprenditori comunque andiamo avanti, consapevoli che tante scelte possono trasformarsi in rischi notevoli, ma crediamo nelle nostre aziende e nei nostri collaboratori, sicuri che i tempi miglioreranno anche per noi.
«Il tessuto industriale trentino è stato colpito profondamente, un settore che riguarda varie produzioni: moda, alimentare, trasporti, impianti a fune ecc., spesso in stretto rapporto con il turismo e l’alberghiero. Tutti però si sono messi all’opera cercando di riorganizzare le proprie attività produttive. Certo si stima una riduzione del fatturato dal 30% al 50% per il 2020, ma ciò che preoccupa di più è il 2021 che sarà molto a rischio. Dopo la fine della cassa integrazione e degli aiuti provinciali e statali, cosa succederà? Noi giovani crediamo in una ripresa, magari lenta ma che porterà a una crescita complessiva per l’industria.
«L’economia è un Saliscendi, quindi dopo un periodo di discesa, di brusco fermo, vi sarà una ripartenza che ora non si può conoscere. Certo per decollare in modo migliore bisogna avere progetti chiari e comuni, un’impostazione provinciale e regionale unica, con un chiaro indirizzo per capire dove si va, una visione politica comune ci deve pur essere.
«Le categorie hanno sempre dialogato con i rappresentanti della nostra Provincia, alcune proposte fatte dal gruppo giovani e veicolate da Confindustria Trento sono state accolte, l’idea è stata compresa, ma il modus operandi è difficoltoso da concretarsi. La speranza dell’imprenditore trentino è che la crisi attuale gli permetta di cambiare e migliorare. L’azione dell’emergenza economica ci deve obbligare consapevolmente a cambiare, tenendo ben presente il domani che per noi è il futuro.»
Sul mercato estero dell’industria trentina cosa mi può aggiungere?
«Anche se più tardi rispetto all’Italia tutto il mondo si è fermato per parecchie settimane e quindi anche il mercato estero si è ridotto.
«Di buono vi è che l’industria trentina è riconosciuta in Italia e all’estero per alcune eccellenze come ad esempio: la meccanica, l’agroalimentare, l’abbigliamento, il calzaturiero sportivo e da montagna, questo può determinare anche in tempi medi una reale ripresa.
«Il tessuto industriale trentino è sano, procede con costanza e tenacia, continua verso gli obiettivi prefissati, in ogni singola azienda.»
La vendita online e gli acquisti per asporto avranno futuro?
«È un metodo di lavoro percorribile che è stato sperimentato in questo periodo di pandemia, ma deve entrare nella cultura del cittadino e richiede un po’ di tempo per meglio qualificarsi e diventare un modo di essere, anche perché mi sembra che vi sia qualche difficoltà a tradursi in pratica quotidiana. È vero allo stesso tempo, che le statistiche danno una crescita di questo metodo in tutti i Paesi europei.
«Poi non dimentichiamo che gli italiani in genere sono abituati a stare insieme, anche le vacanze per questo si scelgono in luoghi dove c’è gente e gli acquisti quindi sono preferiti in via diretta.»
Per finire, oltre al lavoro, all’azienda e a Confindustria Giovani, qual è un’altra delle Sue passioni?
«La moto, che spero di inforcare già oggi per fare un giro tra le montagne trentine.»
Marina, grazie per la Sua disponibilità e buon proseguimento nel lavoro.
A cura di Bornancin Daniele Maurizio