Padoan: «La crescita c’è, l’Italia accelera, mentre l’Europa rallenta»

Queste le parole del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al Festival Economia

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«Sicuramente si deve fare di più ma non è vero che la crescita è debole, anzi sta accelerando e l'anno prossimo sarà più elevata, in un contesto in cui tutti stanno decelerando. Mentre l'Europa decelera l'Italia accelera.»
Queste le parole del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, intervenuto oggi al Festival Economia di Trento.
«Le riforme strutturali – ha aggiunto Padoan – hanno un impatto crescente nel tempo e io sono convinto che nei prossimi tre anni la crescita aumenterà.
«La fiducia sta aumentando, come vediamo negli indicatori e anche dai consumi delle famiglie ed è previsto un aumento degli investimenti significativi.»
 
«Che il governo debba intervenire in modo diretto sul modello contrattuale si può discutere – ha detto Padoan parlando di lavoro – il governo può fare qualcosa, ad esempio, in termini di incentivi alla contrattazione locale, per il resto però deve esserci uno sforzo da parte delle parti sociali, per una soluzione win win, in cui ci guadagniamo tutti.
«Grazie alle riforme che il governo ha messo in campo – ha poi continuato Padoan parlando di banche – e grazie alla crescita e alla ripresa degli investimenti, in un orizzonte di due anni, che è il periodo normale di gestione delle sofferenze, il sistema bancario tornerà stabile.
«In Italia – ha aggiunto il ministro parlando di imprese – vanno diversificate le forme di finanziamento, per permettere alle imprese di andare sui mercati di capitali.
«Dobbiamo fare in modo che il risparmio degli italiani sia canalizzato verso investimenti a medio e lungo termine, verso l’economia reale.»
 
«La produttività debole è la causa principale del ritardo storico dell’economia italiana. Per aumentare la produttività occorre investire sul  capitale umano.
«Se mi posso permettere una battuta, mi piacerebbe che si smettesse di parlare di flessibilità e si iniziasse a parlare di produttività.
«L’Italia era un Paese considerato incapace di fare le riforme – ha detto infine il ministro, – ma oggi i miei colleghi europei si sono ricreduti, perché abbiamo dimostrato che anche in questo Paese le cose si possono fare.»