Storie di donne, letteratura di genere/ 496 – Di Luciana Grillo

Luisa Mariani e Giovanni Zaccherini, «Milano al femminile», «I talenti delle donne»: Attrici, registe, mediche, architette, filosofe, giornaliste, stiliste, avvocate...

Titolo: Milano al femminile. I talenti delle donne
Autrice: Luisa Mariani
Autore: Giovanni Zaccherini
 
Editore: Jaca Book, 2020
Pagine: 336, Brossura
Nota: Illustrato con molte tavole a colori

Prezzo di copertina: € 20
 
Alcuni anni dopo la pubblicazione di Milano è donna, leggiamo «Milano al femminile - I talenti delle donne», una serie lunga e ricca di interviste: rispondono attrici, imprenditrici, registe, mediche, architette, filosofe, giornaliste, stiliste, avvocate, esponenti di Associazioni; ci sono anche una libraia e un’artista del libro, una cinese e una giapponese ormai milanesizzate… e tante altre «figure di riferimento, paradigmatiche, che rappresentano il vasto panorama del lavoro femminile in una realtà variegata e mobile, cioè in continua mutazione».
Ciascuna di queste donne si racconta, con semplicità e autenticità, fornendo un ritratto, non soltanto strettamente personale, relativo al lavoro che svolge, e una testimonianza diretta che coinvolge anche tante altre donne che quotidianamente affrontano difficoltà e disagi e vivono soddisfazioni e gratificazioni.
 
Naturalmente, una recensione non può riassumere le parole, i pensieri, le emozioni delle sessanta intervistate; può soltanto a volo d’uccello cercare fra le pagine testimonianze che, più di altre, abbiano a che fare anche con il mondo di chi recensisce… e dunque ho scelto, partendo dal mio amore per le parole, per i libri, per l’arte, per la danza, e mi sono soffermata anche su chi si occupa di violenza contro le donne, chi parla di un’associazione che è anche la mia da quasi quarant’anni, chi racconta il suo lontano Paese con gli occhi ormai milanesi, seguendo la mia innata curiosità.
Sottolineo che naturalmente ho letto tutte le 317 pagine, trovando in ciascuna risposta la tenacia, la forza, la determinazione, la creatività che sono proprie di quasi tutte le donne.
 
E cominciamo con Jada Bai, arrivata dalla Cina a Milano quando aveva solo quattro anni: ha frequentato il liceo classico, è diventata interprete, traduttrice, mediatrice culturale per una società sempre più inclusiva e multiculturale.
Le donne cinesi hanno un carattere mite, sono slanciate, sottili e resistenti come il bamboo; sarebbe bello se acquisissero la fiducia in sé e la creatività delle donne occidentali. Le donne cinesi lavorano molto, devono essere sempre impegnate, a Jada piace la rilassatezza italiana, la capacità di saper godere del riposo; le comunità cinesi sono piuttosto chiuse, i cinesi lavorano in genere in aziende cinesi… o forse lavoravano, perché oggi i giovani, ben integrati, diversificano le attività commerciali, scelgono di valorizzare la cucina cinese e spesso – per essere più incisivi – si legano in associazioni.
 
Passando all’arte, stimolata anche dall’apparato iconografico che comprende opere di Rosanna Bianchi Piccoli, scopro che a soli quattordici anni Rosanna ha cominciato a frequentare Brera, a venti è folgorata dalle ceramiche di Picasso e così via, viaggiando di paese in paese, e «a più di 90 anni viaggio e vado ancora in giro per il mondo e con le mie terre, da Faenza a Tokyo ad Andromeda con i miei Cosmopiatti».
 
Il passo successivo mi porta proprio in Giappone, da dove partì, circa 40 anni fa, una giapponesina che voleva imparare l’italiano e studiare canto: Sanae Yokota. Messa da parte la passione per la musica, «pensando alla mia scarsa capacità, all’età e al carattere non adatto per diventare un soprano», si ferma a Milano.
E confronta le ragazze italiane con quelle giapponesi che «devono studiare tanto per entrare in un’Università… viene richiesta soprattutto la capacità mnemonica. Rispetto alle donne italiane che hanno le loro opinioni personali su diversi temi, le donne giapponesi spesso hanno poche o scarse opinioni personali… Ora, grazie ai mezzi tecnologicamente più avanzati, forse anche i giovani giapponesi stanno cambiando».
 
Di Milano, Sanae apprezza l’offerta culturale ricca e varia, teme l’aria inquinata e gli scippatori, perciò nei fine settimana se ne va verso i laghi.
Per analogia, i ladri richiamano comunque il concetto di violenza, ed ecco Manuela Ulivi, avvocata civilista, esperta in diritto di famiglia e dei minori, cofondatrice del Centro antiviolenza delle donne maltrattate, presidente della Casa delle donne maltrattate.
Parla del dolore, della vergogna, della paura di una ritorsione che una donna maltrattata sente quando deve raccontare le violenze subite.
«Ed è per questo che le donne non devono essere lasciate sole dopo aver fatto una denuncia o una domanda di separazione… La violenza è un sistema di dominio che avvolge la donna come una ragnatela, da cui è molto difficile districarsi».
 
Di violenza si occupa da sempre il Soroptimist, un club di servizio femminile, di cui è socia dal 1998 Francesca Tinelli Di Gorla, architetta, progettista nel settore del recupero di immobili e del design degli interni.
Ci racconta alcune delle iniziative proposte e realizzate dal Soroptimist Milano Fondatore, dalla creazione di un’Aula Protetta per l’Audizione del Minore e della Stanza tutta per sé, dove una donna può denunciare la violenza subita in assoluta riservatezza, al rapporto con le detenute di San Vittore, a cui è stato dedicato un Angolo della Bellezza e un corso di formazione per diventare parrucchiera o truccatrice e dunque avere la possibilità di un lavoro dopo la detenzione.
 
E c’è ancora tanto altro, come i corsi di Educazione finanziaria, la creazione e il sostegno a un orfanotrofio femminile in Togo, i premi di studio a orfane di femminicidio, la promozione del ruolo della donna in ottica di parità di genere, eccetera.
Potrei scrivere ancora, ma non renderei la complessità di questo lavoro, né potrei limitarmi a un mero elenco di nomi e attività.
Bisogna leggere il libro per conoscere queste donne che «si sono messe in gioco in prima persona e con caparbietà e fiducia nei propri mezzi si sono inoltrate in percorsi diversi per raggiungere i loro obiettivi».
 
N.B. I diritti d’autrice relativi al mio saggio «Costruire letteratura con mani di donna – scrittrici italiane del ’900 e oltre», pubblicato nel 2008, sono stati devoluti al «Rayon de Soleil», l’orfanotrofio in Togo, fortemente voluto soprattutto da una socia del Soroptimist club Milano Fondatore, Amanda Olivi, scomparsa alcuni anni fa e ricordata con rimpianto da chi ha avuto il privilegio di conoscerla.

Luciana Grillo – [email protected]
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