Ha cessato di vivere Eugenio Scalfari. Aveva 98 anni

È stato uno dei grandi giornalisti d’Italia. Aveva fondato l’Espresso e La Repubblica

Eugenio Scalfari era nato a Civitavecchia il 6 aprile 1924.
Considerato uno dei più grandi giornalisti italiani del XX secolo, contribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la Repubblica.
I campi principali dell'analisi di Scalfari sono stati l'economia e la politica.
La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e radicale.
I temi dominanti nei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione morale e la filosofia.
 
Nel 1976, dopo aver già tentato inutilmente di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari aveva fondato il quotidiano la Repubblica, che debuttò nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno.
L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano.
Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.
 
L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della scalata del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il lodo Mondadori, resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avere un pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori.
Tale accordo fu fortemente voluto da Giulio Andreotti, grazie all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari, Repubblica apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di «Mani pulite».
 
Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita, Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della sinistra rappresentata da Berlinguer.
Di questi invece elogiò lo strappo con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia.
In tal senso vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di Repubblica: sponsorizza il governo del Presidente, candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier nel 1992; apprezza Guido Rossi come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli.
Il 27 gennaio 1994 incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi. Sconfitto Vittorio Sgarbi, il 7 maggio 2008 è il primo a percepire e ad avvertire il pubblico circa la potenziale discesa in politica di Beppe Grillo.
Il 9 gennaio 2018 rompe definitivamente con il suo ex editore Carlo De Benedetti.
 
Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore nel 1996, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro.
Non scompare dalla testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.
I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da essere soprannominati - anche per la loro lunghezza - «la messa cantata della domenica».
Il 6 luglio 2007 sul Venerdì di Repubblica (il magazine settimanale che esce dal 1987), annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica «Scalfari risponde», ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti per le sue riflessioni.
Gli subentra Michele Serra.

Scalfari è morto a Roma il 14 luglio 2022.