«…Io ti saluto e vado in Abissinia…» – Ala, 12-20 ottobre 2013

Ricordi, cimeli e fotografie degli alensi nella seconda guerra italo-etiopica (1935 – 1936

Con questa mostra, gli organizzatori vogliono ricordare gli alensi che partirono, richiamati o volontari, per la seconda guerra italo-etiopica (1935-1936) e quelli che andarono nelle terre conquistate impiegati come lavoratori militarizzati.
Tale evento rappresenta un momento di riflessione e di ricordo per una guerra che ebbe risvolti e ripercussioni sia a livello nazionale che a livello internazionale.
Il regime fascista la fece apparire come un’«eroica scampagnata», ma la guerra si rivelò, come sempre, crudele e drammatica.
Anche la città di Ala pianse i suoi figli caduti…
 
Non si tratta di una mostra storico-tecnica sulla guerra di Etiopia, aspetto troppo ambizioso e specifico per l’associazione che la organizza.
Ma molti giovani italiani morirono per quel «posto al sole» ambito da Mussolini.
Molti etiopi si immolarono e si sacrificarono per difendere la propria terra dall’invasore.
Molti civili innocenti vennero brutalmente repressi, anche con i gas, da crudeli e criminali rappresaglie effettuate da alcuni reparti del Regio Esercito Italiano.
Dall’altra parte, molti operai militarizzati e soldati italiani vennero fatti oggetto, dalle truppe etiopi, di vere e proprie barbarie quali le evirazioni.
 
Come si può solo immaginare, la guerra non è mai bella o giusta. Essa porta l’individuo ad assumere un atteggiamento bestiale.
L’individuo, per la semplice legge della sopravvivenza, ritorna all’era animale e compie indicibili crimini senza nessun pentimento.
La guerra fa assumere al soldato un atteggiamento di superficialità e normalità di fronte alle più macabre scene di morte.
È il caso delle didascalie di alcune foto esposte nella mostra. Abbiamo voluto tenerle tutte in originale proprio per far comprendere al visitatore la «normalità» dell’animo umano messo a contatto con la morte. Bisogna però capire e comprendere, senza entrare nel «nostalgico», il periodo storico che caratterizzò questa guerra.
Ogni guerra va vista con gli occhi del tempo per non incorrere in partigianerie e faziosità.
 
Fu una guerra di rilevanza nazionale ed internazionale.
Dopo la proclamazione dell’impero, a detta di molti storici non filo-fascisti, ci fu l’apice dell’«orgoglio nazionale» del regime fascista e della figura di Mussolini che fu addirittura proclamato «uomo della provvidenza».
Lo storico Renzo De Felice, forse il più esperto e grande biografo del duce, scrive così nel volume Gli anni del consenso.
«La vittoria etiopica, la proclamazione dell’impero e il riconoscimento del fatto compiuto implicito nelle revoca delle sanzioni furono salutati in Italia con un entusiasmo, che spesso toccò le vette dell’esaltazione.
«Mai il prestigio del duce era stato così in alto e mai sarebbe stato negli anni successivi, salvo forse nei giorni della conferenza di Monaco, alla fine del settembre 1938. Ma allora il contenuto e la motivazione sarebbe stata l’illusione che Mussolini avesse salvato la pace in Europa.»
 
In questa mostra vengono esposti cimeli, fotografie ed oggetti appartenuti agli Alensi che ritornarono dalla Campagna d’Etiopia.
Innumerevoli fotografie sono uscite dai cassetti della storia.
Esse «regalano» uno spaccato della storia che vuole essere dimenticato per comprensibili o incomprensibili ragioni, a nostro modesto modo di vedere, prettamente politiche e non storiche.
 
L’associazione ringrazia, per il materiale fotografico, la maestra Lelia Boldrin Martinelli per le foto del marito Vittorio, Lamberto Pedrinolla per le foto del fratello Virginio, Gianfranco Simonetti per le foto del padre.
Un sentito grazie va al pittore lucchese Alberto Parducci per la concessione dei suoi dipinti inerenti la campagna italo-etiopica e le truppe indigene del Regio Esercito Italiano e, alla famiglia Avi che ha messo a disposizione in forma gratuita i locali della mostra.
Infine un doveroso ringraziamento va ai collezionisti Mauro Ciaghi, Guido Bianchi, Daniele Spedicati, Gianfranco Bono, Emanuele Togni, Fabrizio Cesarini, Massimiliano Baroni, Ugo Tognotti, Emilio Veronesi, Luciano Rizzi, Pietro Sartori e alle famiglie Valentini, Martinelli, Pedrinolla, Deimichei che con la loro passione tengono vivi il ricordo e la memoria storica.
 
Il Direttivo desidera dedicare questa mostra a Sergio Valentini recentemente scomparso.