Le socie di Inner Wheel in visita alla Mostra di Bruno Lucchi
Bruno Lucchi, lo scultore trentino che ha fatto conoscere le sue opere suggestive e maestose in terracotta, porcellana, bronzo e corten
>
Le socie dell’Inner Wheel club Trento Castello hanno accettato con entusiasmo la proposta della neoPresidente Francesca Ferri di iniziare l’anno sociale – dopo le Assemblee di rito – con una gita a Levico, per scoprire, in un ambiente naturale ricco di suggestioni, le opere di uno scultore molto noto a lettrici e lettori dell’Adigetto.it: Bruno Lucchi, lo scultore trentino che in tutto il mondo ha fatto conoscere le sue opere suggestive e maestose in terracotta, porcellana, bronzo. Chi scrive ha visto le sue donne un po’ dee, un po’ matrone, anche sulle grandi navi da crociera.
Alle numerose socie si sono aggiunte socie della FIDAPA e amici, tutti curiosi di scoprire da vicino l’artista di casa, alcune delle cui opere attualmente sono esposte all’aperto, in una Mostra che si chiama «Origini» e che esprime la solidità delle radici levicensi di Bruno e la capacità di saper volare con le mani e la fantasia.
Sabato 10 settembre, dunque, Bruno Lucchi, sua moglie Graziella e la critica d’arte Alessia Sebastiani hanno accolto il gruppo alla Galleria Falchi: qui lo scultore ha spiegato con la passione che gli è propria il processo di realizzazione delle sue opere, spesso di grandi dimensioni, partendo dall’uso dell’argilla alla fusione in bronzo.
Come il pifferaio delle favole, Bruno ha condotto poi i visitatori nelle strade, nei vicoli, lungo il Rio Maggiore alla scoperta delle sue 36 opere, sistemate all’interno di 16 installazioni che sembravano stringere un patto con il cielo, partendo da solide radici in terra.
Costeggiando il Rio, si è entrati nella «foresta degli oracoli» per arrivare infine al Molo 51, il nuovo Atélier che conterrà tutte le opere del Maestro, quelle già realizzate e quelle in attesa di venire alla luce.
Un buon pranzo ha concluso la gita a Levico, con grande soddisfazione di tutti i/le partecipanti, che hanno visto opere suggestive e che soprattutto, conoscendo Bruno Lucchi e ascoltandolo parlare, hanno scoperto che uno scultore è anche un poeta.