Il Cammino portoghese/ 6 – Di Elena Casagrande

Salutata Madrid rientriamo in Portogallo col diluvio e, da Porto, ricominciamo il cammino sino alla cittadina di Barcelos, famosa per il gallo del miracolo

Lungo la Ribeira del fiume Douro a Porto.
(Link alla puntata precedente)

 A Madrid Papa Ratzinger celebra la S. Messa della sua ultima GMG  
Anche se non ci speravo, la notte passa in fretta a Cuatro Vientos. Tra la fila per il bagno e quella per il caffè ci siamo.
Eccolo: è l’elicottero del Papa. Alle 10 inizia la S. Messa.
C’è tanto affetto ed entusiasmo. Benedetto XVI ci istruisce con una predica che sarà profetica del suo mandato, incentrata sull’amore di Dio per ciascuno di noi e sull’importanza della Chiesa per ogni credente.
La celebrazione termina con l’annuncio della prossima giornata della Gioventù che si terrà a Rio de Janeiro! Tutti urlano di gioia ed applaudono.
Sarà l’ultima Giornata Mondiale della Gioventù di questo Papa, ma - all’epoca - non si sapeva.

Ciao Benedetto, grazie!
Dopo un’oretta tutti usciamo ordinatamente dalla spianata. Con i mezzi pubblici torniamo alla macchina.
Per strada vedo una ragazza con il telo bagno e lo stuoino sotto il braccio.
«Ci deve essere una piscina. Seguiamola» – dico a Teo. La piscina c’è. Entriamo e andiamo subito a farci una doccia.
Senza polvere addosso mi sembra di rinascere. Dal tavolino del ristorante guardo con una certa
soddisfazione i nostri panni lavati e stesi sul prato. Sembrano asciutti. Ancora un boccone e poi andiamo.
 

Il chiostro della cattedrale di Porto.
 
 A Porto ci riorganizziamo, senza tralasciare la visita alla città e al suo fiume  
L’uscita dalla Spagna è veloce e tranquilla: si passa dal tunnel del Guadarrama e poi da Avila e Salamanca. Il brutto arriva una volta entrati in Portogallo.
Il cielo diventa improvvisamente nero e un diluvio si abbatte sull’autostrada e sulla piccola Panda. Teo fatica a tenerla in assetto ed io ho paura.
Non si vede nulla: i tergicristalli non riescono a pulire il vetro dalla pioggia che cade «a secchiate».
Siamo nella tormenta, ma riusciamo ad arrivare a Porto. Lasciamo l’auto all’aeroporto. In centro pernottiamo nel primo hotel aperto che vediamo.
Dormiamo come sassi. Di buon mattino chiedo al receptionist se c’è una lavanderia vicina. Me la indica al centro commerciale «ViaCatarina».

Ci vado senza perdere tempo: bisogna far lavare i sacchi a pelo usati alla JMJ. A fatica convinco la ragazza della tintoria a prepararmeli per mezzogiorno.
«Mi vanno bene anche umidi» – le dico e lei, a malavoglia, annuisce.
Intanto noi andiamo a visitare la Cattedrale, la Capela das Almas e la Stazione di São Bento, tappezzate di fantastiche azulejos blu.
A pranzo, dato che la specialità della città sono le trippe «alla moda di Porto», scelgo un ristorante lungo la Ribeira (il lungofiume) del Douro (Duero in spagnolo), davanti alle cantine del mitico vino Porto.
Le trippe sono accompagnate da fagioli bianchi, cotiche, salsiccia e riso bollito. Non mi convincono. Specialità bocciata!
 

La Chiesa romanica di São Pedro de Rates.
 
 L’uscita dalla città sul Douro è confusa e segnalata malamente  
Dopo pranzo, passando dal mercato del Bolhão e da Praça da Libertade, torno al centro commerciale. Ritiro i sacchi a pelo.
Sono belli gonfi, asciutti e incellofanati: la ragazza ha fatto di più di quanto promesso. Da qui ci rimettiamo in marcia uscendo da una zona residenziale della città. Per fortuna niente fabbriche.
Purtroppo, però, in prossimità dell’autostrada, il cammino è segnato male e diversamente rispetto alla guida. Da Guarda è un caos arrivare a Vilar do Pinheiro. La caserma dei pompieri, che ci indica una vecchietta del paese, è chiusa. Telefoniamo a Vila do Conde, come scritto sulla porta della sede dei VVF.
Ci aiutano. Basta aspettare e manderanno soccorsi! Poco dopo, infatti, ci raggiunge un volontario che ci mette a disposizione una stanza doppia.
Sandrina, sua moglie, si commuove vedendo cadere dalla mia Credenziale un santino di Nostra Signora di Fatima. Per lei è un segno e ci ringrazia per la devozione verso la sua Vergine.
«No – le dico – siamo noi che dobbiamo ringraziare te e tuo marito, per questa accoglienza.»
 

La pietra bucata di Pedra Furada.
 
 Finalmente incontriamo i primi alberghi per pellegrini del cammino portoghese  
Oggi si cammina su stradine sterrate che seguono le curve disegnate dai campi di mais.
Il granoturco ha preso il posto del lino che, oramai, non si coltiva più: il mercato, purtroppo, preferisce le fibre sintetiche.
Più avanti attraversiamo il fiume Ave, passando dal suo splendido ponte. A São Pedro de Rates visitiamo la sua bellissima Chiesa romanica.
Entriamo nell’albergo dei pellegrini del paese - il primo inaugurato su questo cammino nel 2004 - e facciamo due chiacchiere col gestore, che ci timbra le credenziali.
 
Teo compera dei braccialetti e delle spille del Cammino Portoghese.
Ripartiamo per il paese di Pedra Furada, chiamato così per la pietra bucata della tomba di Santa Leocádia, addossata ad un muretto in centro. Il bar del ristorante di Antonio, amico del Cammino, è aperto. La cucina no.
«Peccato – esclama Teo, – stiamo assaggiando le meraviglie gastronomiche del Portogallo e ci sarebbe piaciuto assaggiare il tuo baccalà.»
Detto fatto: Antonio ci fa accomodare nella sala interna e ci porta un meraviglioso bacalhau com cebolada (baccalà ricoperto di cipolle).
Una vera delizia, cucinata da un grande uomo, amante non solo della cucina, ma anche del pellegrinaggio a Compostela.
 

Il crocifisso con l’impiccato di Barcelos.
 
 La cittadina di Barcelos è invasa da galli in ceramica colorata  
Da qui ripartiamo verso il paese di Barcelinos.
Arriviamo verso le 5 del pomeriggio. Ci dirigiamo subito all’albergo dei pellegrini, presso la Casa del Gruppo Folk locale.
Da Porto ci sono più pellegrini e – finalmente – ci sono gli alberghi dedicati. Al di là del fiume c’è la cittadina di Barcelos.
Ciò che vogliamo vedere è il crocifisso in pietra della Palazzo dei Duchi di Bragança, con la rappresentazione del miracolo dell’impiccato.
È molto simile al miracolo di Santo Domingo de la Calzada, che tanta eco ha avuto in tutta Europa ed anche da noi (si pensi agli affreschi della Chiesa di Sant’Antonio Abate di Romeno o a quelli della Chiesa di S. Giacomo di Kastelaz - Termeno).


Uno dei tanti galli delle stradine di Barcelos.
 
Si narra che un pellegrino galiziano in viaggio per Santiago di Compostela venne accusato di furto a Barcelos.
Condannato alla forca, ottenne di rispiegare le sue ragioni al Giudice, per un’ultima volta.
Il magistrato era a tavola, intento a gustarsi un gallo arrosto. Il condannato gli disse che se lo avesse giustiziato da innocente, il gallo che aveva nel piatto avrebbe cantato.
Il gallò cantò. Il galiziano venne salvato in extremis e, al suo ritorno, fece costruire un monumento a ricordo dell’accaduto.
A prescindere dalle diverse versioni dell’accaduto, più o meno simili al miracolo spagnolo, il gallo è oggi il simbolo del Portogallo.
Le strade di Barcelos sono decorate con galli colorati di grandi dimensioni e in tutti i negozietti di souvenir si vendono galletti in ceramica dipinta.
Ovviamente ne acquisto uno pure io.
 
Elena Casagrande

(La 7ª puntata del Cammino portoghese sarà pubblicata mercoledì 18 gennaio 2023)

Il baccalà con cipolle di Antonio.