Al di qua e al di là del mare – Di Maurizio Panizza
«Fiore di gelsomino», Il film alla prima con grande successo di pubblico il 21 maggio scorso allo Zandionai di Rovereto
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È stato presentato due settimane fa al Teatro Zandonai di Rovereto «Fiore di Gelsomino», quello che potremmo definire a giusto titolo un «social film» non tanto per il fatto che abbia a che fare con i «social» della rete, quanto piuttosto perché il progetto ha coinvolto nella sua realizzazione un vero popolo di persone.
Fra di loro organizzatori, attori, volontari, associazioni, cooperative sociali, aziende, comuni ed enti pubblici, donne e uomini, giovani e anziani.
Un’impresa che neppure il Covid è stato in grado di fermare nei due anni di lavorazione portate a termine grazie soprattutto alla caparbietà del regista rivano HermanZadra, non nuovo a iniziative del genere.
Ambientato in larga parte in Trentino, il soggetto del film s’ispira all’omonimo libro del noto medico roveretano Paolo Comper, portato in digitale attraverso un metodo assolutamente inedito, come ci riferisce lo stesso Zadra in una recente intervista.
Per essere più chiari e riprendendo le parole del regista, «il film è stato montato secondo uno stile narrativo che accomuna le caratteristiche di un vero e proprio film con i dialoghi degli attori, a quelle tipicamente documentaristiche e narrative attraverso una voce fuori campo, alternando e fondendo le due modalità a seconda delle scene previste dallo story-board e dalla sceneggiatura.
«Inoltre - prosegue il regista - tale metodo è quello di un vero e proprio laboratorio multimediale itinerante sul territorio, aperto a ogni forma di partecipazione.»
Infatti, aggiungiamo noi, se non fosse così non si spiegherebbe la presenza di oltre 100 comparse, né le 50 e più associazioni e aziende che hanno voluto dare sin dall’inizio il loro patrocinio e la relativa sponsorizzazione.
Per quanto riguarda il film, la grande differenza rispetto ai canoni tradizionali è principalmente dovuta al fatto che neppure gli attori principali sono veri professionisti, bensì persone che potrebbero essere i nostri vicini di casa, le quali grazie al loro entusiasmo e ad una sorprendente capacità interpretativa, sono riuscite ad animare al meglio i vari personaggi della sceneggiatura.
Un'altra importante prerogativa di questo originale lavoro è l’attenzione al territorio e alle sue varie espressioni, al punto che possiamo considerarlo un ottimo veicolo promozionale del Trentino nel momento in cui (come sarà prevedibile) il film uscirà dai confini provinciali per essere proiettato altrove.
Sinossi
«Fiore di Gelsomino» è un romanzo ambientato in larga parte in Trentino in un periodo di tempo che va dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni.
La storia, molto articolata, si dipana attorno ad una serie di personaggi fra cui spicca la figura di Aldo, un agricoltore ex bancario deluso dalla vita e quella di Amira, una giovane profuga proveniente dal Libano in guerra, la quale troverà nell’uomo il grande amore della sua vita dopo essere sfuggita a molte peripezie, fra cui una banda di criminali che la cercava per uccidere.
All’inizio, una storia d'amore apparentemente impossibile, che da Besenello si allarga poi a diversi centri della Val Lagarina (per non dire di un Paese orientale) e che alla fine riuscirà a coinvolgere nell’accoglienza un’intera comunità.
La rievocazione dei ricordi di Aldo (bambino e quindi adolescente) e quelli del nonno, nella prima parte del movie sono una traccia preziosa per illustrare in modo suggestivo uno spaccato di vita trentina, un punto di osservazione privilegiato che passa anche attraverso la ricostruzione degli ambienti, dei mestieri e delle tradizioni grazie alla collaborazione del Museo della Civiltà Contadina di Riva di Vallarsa.
Foto ricordo della cooperativa. A destra il regista.
La tenera relazione fra i due protagonisti metterà poi inevitabilmente a confronto due mondi del tutto diversi, quello di Aldo e quello di Amira. Due mondi così lontani, ma così vicini, con le loro peculiarità e le loro contraddizioni che il film saprà comunque collocare sullo stesso piano cogliendo il meglio di essi attraverso l’amore nato fra i due.
Un sentimento che dopo molte vicissitudini porterà alla nascita della piccola Yasmine - la giovane protagonista che dà il titolo al film - che la trama seguirà per il resto della sua vita fino ad un epilogo che riserverà allo spettatore emozionanti sorprese.
Yasmine, la protagonista del film.
Un film, dunque, di avventura e di amore, ma anche di promozione del territorio e di generosa solidarietà della quale possiamo trovare il senso pure nella nobile mission del progetto che è quella di sostenere economicamente la Cooperativa Sociale Dal Barba di Villa Lagarina e i suoi ragazzi affetti da neurodisabilità. Ragazzi che hanno collaborato ad alcune location e in qualche caso partecipato pure alle riprese e che erano presenti con la troupe cinematografica al completo alla «prima» avvenuta con grande successo il 21 maggio scorso in un affollatissimo Teatro Zandonai a Rovereto.
Scheda tecnica
«Fiore di Gelsomino» tratto dal libro omonimo di Paolo Comper per la regia di Herman Zadra.
Assistente alla regia e direttore di produzione Enzo Battisti. Direttore della fotografia Stefano Natali.
Durata 85 minuti.
Del film è già prevista la partecipazione ai principali festival nazionali ed internazionali e probabilmente una prossima proiezione anche a Bolzano.
Maurizio Panizza