Il fantasma della Tangenziale di Rovereto – Di Paolo Farinati

Trento ha avuto le varianti della Valsugana e della Valle dei Laghi, come Mezzolombardo e Fiemme. Quando mai Rovereto potrà essere salvata dal traffico?

>
Mercoledì 4 novembre 2020, alle ore 7.35 parto in automobile da Lizzanella per andare a Trento.
Imbocco la SS12 dell’Abetone e poco dopo la rotatoria dei Vigili del Fuoco sono già in coda.
E ci rimango fino a Sant'Ilario, dove arrivo alle 7.57'. Circa l'80 % delle vetture che avevo davanti e dietro di me in coda a sud di Rovereto me le ritrovo a nord della città in direzione Trento.
In sintesi, poco più di 2 km di strada, ma quasi 25 minuti di traffico intenso e lento, di inquinamento, di circolazione di transito e quindi in gran parte parassita.
Migliaia di autovetture, furgoni, camion che giornalmente viaggiano a poche decine di metri dal centro della nostra amata città!
La stessa situazione si ripete a cavallo del mezzogiorno e tra le 17.30 e le 19.
A Lizzana, a Lizzanella e a Sant'Ilario ne sanno qualcosa da molti anni!
 
E c'è ancora qualcuno che sostiene che Rovereto non ha bisogno di una tangenziale! Ma che timore c'è ad allontanare virtuosamente il traffico dai centri abitati? Non capisco proprio questo atteggiamento autolesionistico, che non posso che definire ottuso.
A Trento, giustamente, faranno tra non molti anni la terza galleria sotto il Doss Trent, al fine di spostare ancora di più verso ovest la A22 e dopo la loro tangenziale, allontanandole maggiormente dalla città.
Molti paesi e borghi trentini hanno deciso con merito di portare fuori dai loro centri abitati il traffico.
Ma a Rovereto questo sembra impossibile.
 

 
A Piano Urbanistico Provinciale la tangenziale di Rovereto e di buona parte della Vallagarina c’è sin dal 2008, sulla base di un preciso accordo e impegno tra gli allora Presidente Lorenzo Dellai, il suo Assessore ai Lavori Pubblici Silvano Grisenti e il Sindaco di Rovereto Guglielmo Valduga, portatore quest’ultimo anche del favore dei Sindaci dei Comuni lagarini.
Il tragitto partiva e parte dai Murazzi parallelamente alla ferrovia e si completa alla rotatoria della Favorita.
Erano anni in cui, solo per fare alcuni concreti esempi, Trento seppe risolvere l’atavico problema del traffico tra il capoluogo e la Valsugana con la straordinaria galleria sotto Martignano, Mezzolombardo salvò la vivibilità del suo centro con la galleria sotto la Paganella e la valle di Fiemme e buona parte della valle di Fassa optò per la strada di fondovalle a tutela degli splendidi centri dei loro paesi.
Ma a Rovereto il nulla.
 
Un amico anni fa mi disse: «Caro Paolo, capirai che nella vita è meglio una decisione sbagliata che una decisione mancata.
Parole molto sagge, di cui ho avuto conferma della loro fondata verità in molte situazioni nella mia vita. Decidendo dai sempre una visione e un obiettivo alla tua comunità.
A Rovereto, spesso e volentieri, si preferisce invece far seguire alle chiacchiere altre chiacchiere. Nel frattempo i denari della PAT se li portano via altri Comuni trentini.
«Chi è causa del proprio mal, pianga sé stesso», ricorda un antico detto.
 

 
Dal 2021 incominceranno ad arrivare in Italia, e auspicabilmente anche in Trentino, i consistenti finanziamenti europei del Recovery Fund detto anche Next Generation Fund.
Rovereto saprà beneficiarne?
Da vecchio già pubblico amministratore, ma soprattutto da semplice cittadino e da padre di famiglia, auspico di sì.
Molte le opere attese e finanziabili. Accanto alla quarta RSA, allo studentato, all’area del Follone, al Parco dei Lavini, voglio metterci pure la tangenziale della nostra Rovereto e utile per gran parte della nostra Vallagarina.
Attendiamo e vedremo. Il tempo, in un verso o nell’altro, è sempre galantuomo.
 
Paolo Farinati – [email protected]