La solidarietà degli alpini ai giornalisti del Trentino

Sulle sue storiche pagine sono apparsi racconti scritti da penne appassionate: molti di loro erano Alpini

La Sezione di Trento dell’Associazione Nazionale Alpini, con unanime delibera del proprio Consiglio direttivo, ritiene moralmente ed umanamente doveroso esprimere piena solidarietà ai giornalisti, dipendenti e collaboratori del quotidiano Trentino che, a distanza di oltre venti giorni dalla improvvida cessazione dell’attività editoriale, non hanno ancora trovato adeguato ristoro per la perdita occupazionale.
Ebbene sì: anche gli Alpini amano informarsi e leggere e oggi soffrono per questa ingiusta privazione.
 
Da sempre il ricordo si lega alla presenza costante ed amica del giornale nelle nostre sedi sociali; da sempre abbiamo trovato, in quella redazione, attenzione per il nostro quotidiano operare nel mondo del volontariato: l’Alto Adige prima, e il Trentino poi hanno saputo raccontare le nostre storie, grandi e piccole: dalle Adunate nazionali, fino alle più ridotte commemorazioni dei nostri 262 Gruppi sparsi sul territorio provinciale.
Storie fatte di gente semplice, persone comuni e libere, come sempre lo è stato il modo di raccontarle da parte del giornale Trentino.
 
Sulle sue storiche pagine sono apparsi racconti scritti da penne appassionate: molti di loro erano Alpini.
Fra tutti vogliamo qui ricordare l’amico Roberto Gerola, attento corrispondente dalla Valsugana, che alla penna a sfera alternava volentieri e in forma paritaria l’uso della Penna nera, quale direttore responsabile per oltre un decennio del nostro periodico «Doss Trent», e quale componente del consiglio sezionale.
 
Più recentemente ci hanno affiancato amici come Andrea Selva, che ha raccontato la strada degli Alpini sul Doss Trento, e i nostri cento anni di storia in un bellissimo libro «Alpini sempre una famiglia!», corredato dalle fotografie del nostro socio Daniele Panato.
 
Appare quindi ingiusta ed ingiustificata ai nostri occhi la chiusura definitiva del giornale come operata dalla proprietà.
Vogliamo tuttavia lanciare un messaggio di speranza, confidando che la condizione di precarietà di quanti hanno perso il lavoro possa trovare al più presto positiva soluzione, grazie all’intervento di chi ne ha potere e dovere.
Per quanto possibile giunga attraverso queste righe il nostro sollecito.
Grazie.
 
Il Presidente ANA Trento
Paolo Frizzi