Transizione alla nuova televisione digitale

Webinar con sindaci e amministratori dedicato allo switch-off in programma da gennaio a marzo 2022 – Spina: «Fondamentali comunicazione, comuni e territori»

L’avvento della nuova televisione digitale, con l’adozione definitiva dello standard Dvb-T2 (obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2023) è un’opportunità che apre le porte all’alta definizione e ai nuovi servizi.
Il ministero per lo Sviluppo economico (Mise), ha definito il programma di attività con le Regioni e le Province autonome per l’adeguamento degli impianti e lo switch-off, che in Trentino è previsto tra gennaio e marzo 2002.
Affinché la transizione sia effettivamente un’opportunità per tutti e, soprattutto, per le fasce più deboli, è necessario il coinvolgimento attivo dei territori, e la capacità di sviluppare azioni di supporto ai cittadini in difficoltà, anziani soli in particolare.
 
È questo, in estrema sintesi, l’intervento che Eva Spina ha riservato nel tardo pomeriggio di ieri agli oltre 110 tra sindaci ed amministratori trentini iscritti al webinar.
Organizzata da Provincia autonoma di Trento, Consorzio dei Comuni trentini e Trentino Digitale, la conferenza ha voluto allineare il territorio con la novità della televisione digitale.
Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, Achille Spinelli, assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento; Carlo Delladio e Kussai Shahin, rispettivamente presidente e direttore generale di Trentino Digitale Spa.
 
«La nuova televisione digitale, assieme alla diffusione sul territorio della fibra ottica, – ha sottolineato l’assessore Spinelli, – rappresentano due ulteriori passaggi verso il Trentino del futuro, innovativo e competitivo, perché in grado di garantire a cittadini ed imprese i servizi di nuova generazione.
«Per questo motivo, la Provincia autonoma di Trento e il sistema Trentino faranno la loro parte, con l’obiettivo di facilitare la transizione.»
 
Rispetto allo switch-off del 2009, questo secondo presenta meno criticità tecniche. La prima transizione segnò il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale (Dvb-T) e comportò il cambio di antenne e la sostituzione o l’adeguamento (decoder) della stragrande maggioranza delle televisioni di casa.
A poco più dieci anni, la transizione riguarda il passaggio dal primo standard digitale (Dvb-T) al secondo (Dvb-T2), caratterizzato dall’alta definizione e, in prospettiva, dei servizi interattivi.
 
Ad oggi, secondo i dati più recenti, la quasi totalità delle antenne risultano adeguate ed oltre la metà delle televisioni attualmente in uso nelle nostre case sono compatibili con il prossimo standard digitale (Dvb-T2).
Quindi per la maggioranza dei telespettatori, lo switch-off sarà indolore.
Al massimo basterà risintonizzare i televisori (molti dei quali, i più avanzati, lo fanno in automatico).
Il risultato va ascritto anche alla campagna di comunicazione promossa dal Mise e dagli incentivi alla rottamazione delle tv di vecchia generazione garantiti dal Governo.
 
 Vecchi televisori, cosa fare  
Nella terra di mezzo rimangono i televisori di vecchia generazione, ovvero Dvb-T e Hd Ready. I primi hanno una diffusione limitata, ma i secondi sono circa il 30-35% di quelli ancora in uso.
Una semplificazione delle azioni da intraprendere per i cittadini è arrivata dal direttore generale di Trentino Digitale, Kussai Shahin.
 
Nel suo intervento Shahin ha prefigurato tre passaggi, tra loro collegati anche temporalmente:
- Passaggio da Mpeg-2 a Mpeg-4: Rai e Mediaset hanno iniziato il 20 ottobre scorso la dismissione della codifica Mpeg-2 a favore della codifica Mpeg-4 su standard Dvb-T dei loro 15 canali tematici (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Yoyo, Rai Sport+ HD, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Premium e Rai Scuola; TgCom24, Mediaset Italia 2, Boing Plus, Radio 105, R101 Tv e Virgin Radio Tv).
I possessori delle vecchie tv (Dvb-T semplici e Hd Ready) dovranno dotarsi di decoder o sostituirle, mentre i possessori di Tv hd (Dvb-T con Mpeg-4 ma prive dello standard Dvb-T2) potranno ricevere la programmazione di tutti i canali fino alla fine del 2022. La verifica della ricezione va fatta sui canali 500.
 
- Switch-off gennaio-marzo 2022: comporterà il cambio delle frequenze e quindi la risintonizzazione dei canali. L’attuale frequenza televisiva (700 mhz) sarà dismessa e ceduta al 5G.
 
- Passaggio definitivo al Dvb-T2: diventerà obbligatorio per tutte le televisioni a partire dal 1 gennaio 2023.  Sarà visibile solo alle tv di nuova generazione.
Tutte le precedenti, adatte al Dvb-T (comprese le Hd ready e quelle con Mpeg-4), necessiteranno del decoder o andranno sostituite.
Per capire se la televisione in possesso è pronta al Dvb-T2, e decidere per il decoder o la sostituzione, basta sintonizzarsi già ora sui canali 100 e 200: la visione del cartello test su sfondo azzurro conferma che la televisione è in linea con il nuovo standard. In caso contrario, il proprietario della tv deve scegliere tra rottamazione o decoder.
 
«In ogni caso – sottolinea a questo proposito Eva Spina del ministero – è importante decidere in tempi rapidi circa il cambio della televisione o l’adozione di un decoder, in quanto ora sono ancora in vigore le agevolazioni del governo che termineranno una volta esauriti i fondi a copertura. Inoltre, le televisioni nazionali e locali possono decidere di anticipare l’introduzione dello standard Dvb-T2 durante il 2022, senza aspettare l’ultimo giorno utile del 1° gennaio 2023.»
 
 Il programma del Governo  
La dirigente generale del ministero Eva Spina, già coordinatrice del primo switch-off nel 2009, ha tracciato la road map con le principali attività decise dal Mise.
Lo spegnimento della attuale frequenza tv (700mhz) è una decisione della Commissione europea per ragioni tecniche: il Dvb-T2 consente una migliore gestione del segnale televisivo con meno utilizzo di banda.
Da qui la decisione di cedere le frequenze 700mhz al 5G.

«L’Italia - ha ricordato Spina - ha ottenuto 14 delle 28 nuove frequenze televisive europee, grazie al numero importante di emittenti nazionali (20) e locali.
A breve sarà comunicato il calendario dello switch-off e il rilascio delle frequenze esistenti per singole aree e la successiva accensione.
Nelle zone di confine è già stato anticipato lo spegnimento di alcuni canali (50 e 54). In ogni caso tutte le operazioni di adeguamento degli impianti e abbandono della frequenza 700mhz dovrà avvenire entro il 30 giugno 2022.»
 
Il rispetto di questa data è garantito dalla ripartizione dell’Italia in tre aree di switch-off [vedi immagine allegata «Switch-off in Italia», ndr]: Nord Italia (3 gennaio - 15 marzo 2022); Sud Italia (1 marzo - 15 maggio 2022); Centro Italia (1 maggio - 30 giugno 2022). Discorso a parte lo fa la Sardegna, apripista (come nel 2009) dal 15 novembre al 18 dicembre 2021, grazie alle particolari condizioni di isolamento geografico.