Al Festival della famiglia: «Cosa ci insegna la pandemia»
Stamattina il primo evento della kermesse, organizzato da tsm- Trentino school of Management: sfide per una nuova sostenibilità sociale
La prima giornata del Festival della famiglia 2020 si è aperta questa mattina con un seminario sul tema del rapporto tra l'impatto della crisi e le ricadute sociali generate dall'emergenza Covid-19, organizzato da tsm-Trentino School of Management.
A dare il via ai lavori la direttrice generale di tsm Paola Borz, l'assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, il dirigente generale del Dipartimento delle Politiche per la famiglia in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri Nicola Niglio e il dirigente dell'Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili Luciano Malfer.
«Sono tante le sfide ma anche le opportunità - ha esordito la direttrice generale di tsm-Trentino School of Management Paola Borz - introducendo il seminario con una riflessione sul valore della relazione – in questo Festival che per la prima volta, stante la pandemia, viene trasmesso interamente online e si presenta quindi in una forma nuova al pubblico.»
«La famiglia, centro focale della società, è stata fortemente toccata da questa pandemia, anche dal punto di vista relazione. Per questo la Provincia ha cercato di stare vicino alle famiglie trentine, mettendole al centro della propria azione con tante proposte mirate, garantendo ad esempio in estate scuole, nidi e centri estivi», sono state le parole dell'assessore Stefania Segnana.
«La pandemia ha costretto bambini, famiglie, lavoratori pubblici e privati, imprenditori, artigiani, professionisti, commercianti a grandi limitazioni - ha aggiunto il dirigente dell'Agenzia per la Famiglia Luciano Malfer – tante attività hanno chiuso ma non la famiglia: questa pandemia ha messo in luce la straordinaria forza di ammortizzatore sociale delle nostre famiglie. L’emergenza poi ha sempre accelerato i processi storici, la società che uscirà dopo la pandemia sarà diversa, il Covid ha cambiato il lavoro, l’Europa, le nostre stesse prospettive.»
Il seminario proposto da tsm è proseguito con gli approfondimenti di alcuni esperti. Enrico Giovannini, presidente Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha spiegato come il modello utilizzato finora è inadeguato ad affrontare le sfide che la pandemia ci pone. Ci ha fatto scoprire cittadini del mondo perché i virus non si fermano alle frontiere. L’unico modo per fronteggiare questa situazione è la cooperazione, a più livelli, economico, medico, sociale.
La famiglia umana e la famiglia nazionale sono state duramente colpite. Il dramma di questa situazione ci spinge ad una visione di futuro. Abbiamo due alternative: cercare riparo nel proprio particolare, rincorrendo la retrosofia, l’utopia di ritornare indietro o rafforzare l’impegno di una visione diversa, come sta facendo l’Europa. Lo sviluppo sostenibile è l’unica strada possibile.
Il professor Giovannini ci ha ricordato che il futuro dipende da ognuno di noi e che è necessario prendere in mano la situazione declinando le politiche dell’Agenda 2030 a livello territoriale.
Al centro dell’intervento di Enrico Zaninotto, professore di economia e gestione delle imprese dell'Università di Trento la visione di lungo periodo dal punto di vista economico. È necessario superare l’attuale sistema di protezione delle aziende, valorizzando invece modelli di governance dove l’interesse pubblico e privato siano incorporati. I piani di intervento nazionali ed europei devono potersi calare nelle specificità dei contesti locali, livello al quale si può effettivamente attivare un’imprenditorialità diffusa.
Patrizia Messina, direttore del Centro Studi Regionali dell'Università di Padova, ha evidenziato come la pandemia ha fatto emergere la rilevanza dei servizi di welfare territoriale, di coesione sociale, delle reti di solidarietà. Mettere i territori al centro è una scelta molto importante, andando oltre i vecchi sistemi compensativi verso una responsabilità sociale dell’impresa.
Quindi la presentazione di respiro internazionale di due esperienze a confronto sul futuro della conciliazione, welfare e servizi nelle grandi aree urbane da parte di Carlos Moreno, direttore scientifico Chaire ETI dell’Università Panthéon Sorbonne IAE di Parigi e di Cristina Tajani, assessore alle politiche del lavoro, attività produttive, commercio e risorse umane del Comune di Milano.
Ha chiuso la mattinata di lavori Linda Laura Sabbadini, dirigente generale del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell'Istat, che ha posto l’attenzione sull’impatto della pandemia sul lavoro ed in particolare su un altro importante aspetto su cui si dovranno concentrare le politiche economiche e sociali, il lavoro femminile, poiché proprio le donne sono state quelle che hanno maggiormente subito l’effetto della crisi lavorativa dovuta al Covid.