In sogno tra le nuvole con Hera Galli, tenente pilota di elicotteri
Nata a Tione, finito il liceo scientifico, ha frequentato l’Accademia Militare, quindi è entrata nella specializzazione più ambita, quella dell’aviazione dell’esercito
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Lo scorso mese di febbraio avevamo dato la notizia che il IV Reggimento elicotteri dell’Esercito Altair di Bolzano aveva in forza un giovane tenente donna di Tione (vedi).
Si chiama Hera Galli e avevamo anticipato che le avremmo dedicato un servizio andando a trovarla alla sua base di Bolzano.
Oggi, a conclusione degli accordi presi con la Difesa Esercito, siano andati a trovarla e l’abbiamo accompagnata in una missione molto particolare, quella di portare sul confine italo austriaco i tecnici di entrambi li stati per rivedere un po’ tutte le segnalazioni di confine in quota.
Quando vennero concordati i nuovi confini, si era stabilito che di massima il tracciato correva sulla linea displuviale delle Alpi, ma dopo quasi cent’anni è un po’ tutto da rivedere. Basti pensare allo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai, alle slavine e a quant’altro può accadere in alta quota. Lo stesso Hötzi, l’uomo dei ghiacci trovato in Senales, aveva richiesto una commissione di esperti per stabilire se fosse stato trovato in Italia o in Austria.
Ogni giorno di bel tempo, gli equipaggi del reggimento elicotteri dell’Esercito si alternano per portare ingegneri, geometri, agenti di polizia di confine, attrezzature elettroniche per fare il punto GPS.
Insomma, abbiamo potuto accompagnare Hera Galli per quasi un’ora sopra la Val Ridanna, dove un tempo c’erano le miniere e dove adesso sono addirittura organizzate visite guidate all’interno delle montagne, e sul passo del Rombo.
Ma chi è esattamente Hera Galli?
Nata il 14 ottobre 1986 a Pelugo, Tione, è Ufficiale Pilota dell’Aviazione dell’Esercito Italiano, in forza presso il Reggimento 4°Altair sede Bolzano, con l’incarico di Comandante di Squadrone del 54° CEFEO Gruppo di Volo.
La passione le venne quando, in quarta liceo scientifico, subì il fascino dell’accademia militare così come le era stata presentata nel corso di un’attività promozionale che si svolge da quando il servizio militare non è più obbligatorio in Italia.
Fece la domanda che, visto il suo status sportivo di assoluto rilievo, venne accettata e frequentò i primi due anni all’Accademia di Modena.
Poi frequentò gli altri tre anni 2008-2011 a Torino, alla Scuola Militare di Torino per Ufficiali ruolo normale dell’Esercito Italiano dove si è laureata secondo le discipline dell’Esercito.
Ma è stato proprio nel capoluogo piemontese che il destino l’attendeva con una seconda lusinga, quella di far domanda di entrare nell’aviazione dell’Esercito.
E anche questa seconda opportunità è stata colta, come si dice, al volo.
Nel settembre del 2011 supera con successo l’addestramento (S.E.R.E.) di sopravvivenza ricognizione, resistenza agli interrogatori, evasione e fuga tenuto a Viterbo.
Nella foto che segue, l'addestramento di sopravvivenza in acqua.
Negli anni 2012-2013 ha frequentato il corso di abilitazione su elicottero AB 205 (18 h di volo compreso superamento esame con Aeronautica Militare Italiana).
Ha quindi seguito il corso da pilota osservatore a Viterbo con 100 h di volo sull’elicottero AB 206, poi il corso per il brevetto militare da pilota d’elicottero presso Frosinone sull’elicottero NH 500.
Forse è bene precisare perché, quando ha fatto domanda per entrare in accademia prima e in aviazione dell’Esercito poi, hanno giocato a suo favore le esperienze sportive. Da sempre appassionata di alpinismo ha affrontato vie di difficoltà notevoli, inizialmente - dal 2001 al 2006 - con guide alpine e successivamente da prima di cordata. All’età di 16 anni accompagnata dalla guida alpina Ermanno Salvaterra affrontava la Via Delle Guide, 900 mt. sul Crozzon di Brenta nelle Dolomiti di Brenta, in seguito lo Spigolo fox sul Campanil Basso con la guida alpina Antonio Prestini, lo Spallone Graffer, 500 mt di arrampicata con la guida alpina Omar Oprandi e il Pilastro dei francesi sul Crozzon di Brenta (800mt di arrampicata VI°) . Nello sci alpinismo tra le uscite più impegnative, la cima Carè Alto, gruppo Adamello-Presanella, 2.000 mt di dislivello positivo con discesa di difficoltà elevata in giornata. Per quanto concerne l’arrampicata su ghiaccio, ha scalato diverse cascate di media elevata difficoltà (V/VI), tra cui le Cascate Nardis, le cascate in Val Brenta e a Ponte Pia, nonché la Regina del Lago e il Gran Scozzese in Val di Daone. Il 25/26 aprile 2014 discesa dalla parete nord della Cima Carè Alto (50° di pendenza massima) con gli sci. Il 7 giugno 2014 solitaria sul canale Nord della Cima Presanella (500 mt di canale, pendenze massime di 55°), con piccozze e ramponi e gli sci per ridiscendere dalla normale. Attualmente affronta vie classiche di V/VI da prima di cordata, partecipa a gare di slalom gigante, sci alpinismo e triathlon. |
Il IV Altair è un reggimento elicotteri costituito nel gennaio 1976 ed è stato a lungo inquadrato nelle truppe alpine e impiegato su tutto l'arco alpino, dove ha sviluppato particolari capacità di volo in ambiente montano.
Alimentato con personale volontario, il reggimento è basato sull'aeroporto Sabelli di Bolzano.
Lo Stendardo del Reggimento è decorato di cinque Medaglie d'Argento al Valor Civile, una Croce d'Argento al Merito dell'Esercito ed una Croce di Bronzo al Merito della Croce Rossa Italiana.
È stato impiegato in varie missioni all’estero, dal Libano alla Namibia, dal Curdistan alla Somalia, dal Mozambico alla Bosnia Erzegovina, dal Kosovo all’Afghanistan.
Le attività operative in sede sono di addestramento per l’impiego nazionale ed estero, con un pronto impiego 24 ore su 24. Viene utilizzato anche con configurazione sanitaria ogni qual volta si presentasse la necessità, a semplice richiesta della prefettura.
Cime coperte di nuvole - Sotto, un gregge a 2.600 metri di quota.
L’equipaggio standard di un AB 205 è formato da due ufficiali piloti e uno specialista.
La partenza avviene secondo un protocollo di pace ormai collaudato, che presuppone il controllo di tutte le funzionalità della macchina. Una decina di minuti dedicati alla sicurezza del volo. Nei teatri di guerra, o comunque quando la situazione dovesse richiederlo, ovviamente i tempi e le manovre si svolgono con la rapidità che abbiamo visto al cinema.
Oggi sono saliti con l’equipaggio anche due funzionari della Guardia di Finanza e due tecnici che, armati di GPS e materiale per compiere piccoli lavori sul posto, per essere trasportati nei posti pianificati.
Quindi l’elicottero pilotato da Hera si è alzato in volo per portarci sulle montagne, come detto, della Val Ridanna e del Rombo.
La giornata era bella, ma non tutte le cime erano libere da nuvole. In altre parole, niente turbolenza, ma i tecnici sono stati fatti sbarcare su costoni liberi e sicuri. Dopodiché si è ritornati alla base.
Il volo era durato meno di un’ora, mentre a prelevare i tecnici portati in quota sarebbe stato un altro equipaggio.
La vista che si gode da quelle altezze è mozzafiato e, dato che la nostra intervistata portava il casco integrale, ci siamo potuti permettere di fotografare i panorami più belli.
Tornati alla base di Bolzano, abbiamo scambiato due chiacchiere con la tenente pilota.
Oltre alla storia della sua vita, che abbiamo riportato brevemente qui sopra, ci ha raccontato come si svolge la sua vita lavorativa.
Al di là degli aspetti addestrativi, che sono parte integrante della vita militare anche dopo i corsi iniziali, vi sono varie missioni da svolgere e da portare a termine, come quella che abbiamo seguito oggi.
Prima di ogni missione si studiano rotte e le mete da raggiungere, su cartine 1:50.000. Poi si consultano le previsioni del tempo, tenendo conto che in buona sostanza si tratta di navigazioni a vista. Anche di notte, in quanto vengono eseguite con l’aiuto di visori notturni.
Nei teatri di guerra cambiano alcune cose fondamentali. Anzitutto l’armamento, che nei voli di Bolzano è praticamente assente. D’altronde, l’AB 205 è un elicottero di servizio e non da combattimento specifico e semmai viene scortato dagli elicotteri Mangusta, sempre in forza all’aviazione dell’esercito.
In Afghanistan abbiamo visto all’opera sia gli uni che gli altri, con l’aggiunta dei Chinook italiani e dei Black Hawk americani. Quassù, per fortuna, l’appoggio tattico è più al servizio della comunità.
L’elicottero AB 205, sul quale abbiamo volato più volte anche nella nostra regione, è un aeromobile piuttosto datato. È stata, ma lo è ancora, una grande macchina. Lo abbiamo visto diventare simbolo della Guerra del Vietnam, quindi si parla di una quarantina di anni fa.
Anche se dotato di attrezzature moderne, è considerato un elicottero sostanzialmente privo di elettronica, tanto vero che lo specialista dell’equipaggio è un meccanico.
Dopo aver servito vari paesi per due generazioni, l’AB 205 verrà sostituito. Il cambio non è ancora avvenuto perché non è stato ancora definito il tipo di elicottero che dovrà prendere il suo posto.
Nel frattempo è una delle migliori scuole di volo perché i piloti, come la nostra Hera Galli, devono pilotarlo con la sensibilità e non con il computer. Le attività delicate che presuppongono movimenti di precisione sono esclusivamente frutto delle mani dei loro piloti.
G. de Mozzi