Storie di donne, letteratura di genere/ 411 – Di Luciana Grillo
Elena Baiguera Beltrami, «Corrispondenze» – La Lucania è il romanzo della natura, nessun’altra terra al mondo custodisce i contorni vividi dell’Italia più autentica
Titolo: Corrispondenze
Autrice: Elena Baiguera Beltrami
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Genere: Narrativa contemporanea:
Pagine: 236, Brossura
Prezzo di copertina: € 14,90
Dopo molti anni di intensa attività giornalistica, Elena Baiguera Beltrami si cimenta con la scrittura di un romanzo intenso, fatto di piccole storie quotidiane che si incrociano con la grande Storia, ambientando le vicende della famiglia Beller e affini sulle Dolomiti, con incursioni nella pianura padana e in Versilia, in uno spazio temporale che va dagli anni ’70 ai giorni nostri, incuneandosi però anche negli anni della lotta di liberazione dal fascismo che videro molti fratelli italiani combattere su fronti diversi.
La protagonista è Marta, una guerriera indomita eppure fragile, che rimane vedova prematuramente, con sei figli da crescere e attività da mandare avanti.
Coprotagonista è l’io narrante, Francesca, la giovane nuora milanese che arriva incinta fra le montagne, abbandona gli studi universitari di Medicina e alleva con amore le sue bambine.
Per nessuna di queste donne la vita è facile… di Marta si è già detto; per Francesca, giovane impulsiva grintosa innamorata del suo Paolo e desiderosa di intimità, entrare in questa famiglia numerosa è difficile – «quella convivenza forzata nell’appartamento accanto alla famiglia di Paolo era divenuta pesante» – desidera fortemente creare un «nucleo familiare a sé stante».
Organizza perciò una vacanza a quattro nella casa in Versilia, ma non è serena: «Ero in pena per una sofferenza altra, c’era qualcuno non so dove, forse dentro o fuori di me, che urlava senza voce, piangeva senza pianto».
E proprio una notte, lì, un incubo la sconvolge, ma non sa darsi una spiegazione.
Francesca si autoesamina come donna, come moglie, come madre, come nuora... pensa che sua figlia Beatrice, «chiusa e ritrosa piena di complessi, con la quale non riuscivo ad entrare in sintonia, non potevo capire io…, più matura e sensibile della sua età, aveva deciso per questo di punirmi preferendo nonna Marta, questo era il suo modo di vendicarsi di me e della sorte che le aveva assegnato una mamma eccessiva».
Come moglie, Francesca pensa di non essere la moglie che Paolo avrebbe voluto, «vagheggiava una moglie comprensiva, accogliente, proprio quella che io non volevo essere, non in quel momento, non con quei presupposti», teme che questo figlio buono e mite di una mamma di ferro sia «imbeccato dalla madre… quella visuale che metteva mio marito e Marta sul banco degli imputati, era ormai un tarlo, che mi rosicchiava i neuroni e non mi dava pace».
Ovviamente, i numerosi fratelli di Paolo considerano la cognata un’intrusa superficiale, egocentrica, ambiziosa, non sanno che Francesca da bambina, dopo la separazione dei genitori, a nove anni, era «sola, con i miei mostri, le loro facce orribili, il panico per qualcosa di terribile che doveva ancora accadere.
La paura sarebbe stata per gli anni a venire l’unica compagna della mia esistenza bambina».
Marta, la suocera anziana, tormentata e fiera, nonostante tutto ha imparato a conoscere Francesca, a comprenderne le fragilità e ad amarne la schiettezza; il loro è un rapporto di stima e grande rispetto reciproco, tanto che è proprio Marta, per evitare che la giovane famiglia di Paolo si sfasci, a lasciarli liberi dall’azienda familiare.
E incomincia una nuova vita, faticosa e difficile, ma gratificante, per Paolo e Francesca, a Villa Campana.
Chi si sacrifica è Francesca, che era diventata una giornalista apprezzata, ma lei sa che «la mia generazione è rimasta forse l’ultima ad avere ben chiaro che sono le donne a doversi sacrificare quando occorre mettere in comune le forze».
Intanto le bambine crescono, la nonna si ammala e Francesca sa esserle vicina, con discrezione affettuosa.
Alla morte di Marta, l’autrice, con un colpo da maestra, mentre accarezza un copriletto di merletti che la suocera ha destinato proprio a lei, scopre una lettera nascosta, tira i fili di una storia lontana, riallaccia il suo incubo con le parole di Hermann, studia tutto quanto trova a disposizione per conoscere gli avvenimenti legati ai nazisti e alla strage di Sant’Anna.
E quando ha capito, decide di tornare alla sua passione, la scrittura.
Ma in questo romanzo così denso e profondo, c’è anche dell’altro: leggiamo una descrizione autentica dell’Italia degli anni ’80, «l’Italia da bere… ci si rifugiava nel sogno collettivo che sembrava proprio lì a portata di mano, una frenesia tutto italiana, che si materializzava nella corsa all’oggetto griffato, all’ostentazione dei simboli di uno status quo che a volte non si possedeva, ma che serviva a distinguere, ad elevare dalla «massa generazioni di giovani famiglie in rampa di lancio verso il mito del successo», un’analisi accurata sulla regina delle Dolomiti dotata di grande fascino paesaggistico, dove però «mancava quell’humus culturale che trae linfa vitale dalla letteratura, dal teatro, dalla musica d’autore», una affettuosa descrizione della mia terra d’origine, la Basilicata, «uno dei luoghi più suggestivi e autentici che il Bel Paese riesce ancora a conservare.»
«Una distesa di calanchi di terra rossiccia, inframmezzati da campi coltivati a perdita d’occhio. Sui cucuzzoli paesetti di pietra immacolata, ciottolati di viuzze strette, donne sull’uscio di case basse e linde, con il capo avvolto nei fazzoletti scuri e in lunghi grembiali…
«Per questo Cristo si è fermato là e là ritorna ogni qualvolta l’Italia torna alle radici più autentiche della civiltà contadina, al sangue della terra, alla «passione» dei vivi e dei morti, alla stravolgente sensualità delle zolle che danno molti frutti e dove il lavoro è l’unico frutto a non crescere mai.
«La Lucania è il romanzo della natura, nessun’altra terra al mondo custodisce così intrinsecamente i contorni vividi dell’Italia più autentica».
Come non dare ragione a Elena Baiguera Beltrami?
Luciana Grillo - [email protected]
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