«Il base-jumper a Monte Brento si è giocato il jolly della vita»

I dettagli dell’operazione del Soccorso alpino che ha portato in salvo lo sportivo che per tutti ha ottenuto il miracolo di Pasqua

Oggi poco dopo le 12 il Soccorso alpino trentino è intervenuto per un incidente che si è verificato sul Monte Brento, dove è rimasto coinvolto un base jumper cinquantenne della Lettonia, il quale ha riportato ferite lievi rispetto alla gravità di quanto gli è accaduto.
Ne abbiamo dato notizia appena accaduto l'incidente, ma adesso abbiamo maggiori dettagli che merita riportare. 
Il base jumper, insieme a degli amici, si è lanciato dal celebre «Becco dell'Aquila» del Monte Brento con il paracadute, ma non indossava la tuta alare che, aumentando la superficie del corpo umano, permette di trasformare la velocità determinata dalla forza di gravità in planata orizzontale e quindi di allontanarsi, come uno scoiattolo volante, dalla parete.
 
Poco dopo il lancio, superato lo zoccolo roccioso sotto il quale si apre l'impressionante parete est del Brento, chiamata «Vertigine», e l'inizio quindi della fase di caduta quasi verticale, il turista lettone ha aperto il paracadute. Ma, per cause da accertare, ha fatto un mezzo giro su se stesso, rimanendo impigliato alla roccia e sospeso nel vuoto.
Gli altri base jumpers che lo hanno seguito nel salto si sono accorti dell'incidente e appena hanno toccato il suolo, al campo di atterraggio di Gaggiolo, nel comune di Dro, hanno subito chiamato i soccorsi, controllando nel frattempo con il binocolo le condizioni del paracadutista che, immobile, non dava apparenti segni di vita.
La centrale operativa di Trentino emergenza del 118 ha inviato sul luogo dell'incidente l'elicottero, i tecnici della Stazione del soccorso alpino di Riva del Garda e i Vigili del fuoco.
Sono intervenuti anche i Carabinieri.
 
Una volta individuato in parete, il base jumper è stato recuperato con una spettacolare e delicata manovra dall'equipaggio dell'elicottero di Trentino emergenza che ha calato il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino con il verricello.
Per un vero e proprio miracolo, il paracadutista non ha riportato delle ferite gravi, riuscendo addirittura nell'attesa dei soccorsi a fasciarsi le ferite riportate alle braccia e al ginocchio.
I suoi compagni, al termine di questa avventura a lieto fine, hanno detto che «con questo volo si è giocato il jolly della sua vita».