Oggi è il 10 febbraio, Giorno del Ricordo
Ma ancora esiste una certa diffidenza culturale, come se non tutti i genocidi fossero uguali...
La cosa che più addolora, celebrando il Giorno del Ricordo, è l’assoluto silenzio voluto dalle autorità italiane che per decenni hanno negato nel loro comportamento indifferente l’esistenza dei terribili eventi che insanguinarono la Dalmazia e l’Istria dal 1943 al 1946.
Ricordo che uscivano ogni anno delle pubblicazioni che denunciavano per testi e immagini i massacri fatti dai Titini agli italiani a fine guerra, mentre i Governi che si succedevano continuavano a coprire con assoluta e vergognosa complicità qualsiasi riferimento.
La maggior parte delle famiglie italiane ha accolto in casa qualche rifugiato proveniente da quelle terre, ascoltando le loro storie raccapriccianti, terribili, prive di senso. Storie che, per colpa dell’omertà di stato, sembravano inventate da gente rancorosa solo perché aveva dovuto lasciare tutto al di là del confine.
Ci sono voluti la fine della Guerra fredda e la condanna storia del comunismo, prima che la storia potesse occuparsi di quel genocidio.
Ma non bastò la data del 2004 a cancellare i silenzi colpevoli e le finte negazioni. Ricordo che molti colleghi giornalisti dell'area di sinistra si sono trovati costretti a riconoscere le Foibe, ma sempre con una certa riserva.
Resta ancora quella vergognosa posizione di fondo nelle sinistre per cui le Foibe in qualche modo gli Italiani se le erano cercate. Con l’aggravante che chi denunciava quei massacri passava per ideologo di destra.
Altra vergogna - che almeno noi consideriamo tale - è la distinzione tra l’Olocausto (Giorno della Memoria, 27 gennaio) e le Foibe (Giorno del Ricordo, 10 febbraio).
Non si potrebbe fare un’unica giornata mondiale per ricordare le vittime dell’idiozia umana?
GdM