La mia Africa/ 13 – Di Tiziana Tabarelli

Il Paradiso in terra dei poveri è… il mercato

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Viene da sempre chiamato così: il Paradiso dei poveri.
Eppure, ci vanno tutti al mercato, non solo i poveri.
C’è chi non ha una soldo in tasca, chi porta una gallina o 3 uova o due cavoli cappucci. Ma anche conigli, capre, mucche, di tutto e di più… Qualsiasi cosa possa essere venduta viene portata al mercato.
Tutto a questo mondo può essere comperato, tutto può essere venduto.
E si fanno chilometri su chilometri per raggiungere il mercato più vicino e poter vendere, magari barattare, insomma per portare a casa uno scellino kenyota o la farina per fare il loro pasto principale fatto di acqua bollita, addensata con la farina
La spianata del mercato vista dall’alto sembra (e per gli europei lo è) una gran confusione di gente, persone che fanno a gara a chi urla e grida più forte per attirare compratori.
Ma è veramente un paradiso di colori, di merce, di odori. Certo anche di fango se piove, ma neanche il fango ferma la gente.
Partono all’alba e tornano a notte fonda. Fanno chilometri a piedi con la vacca o con le capre o l’asino sullo sterrato con fossi e buche.

E giungono da villaggi molto lontani con camion vecchissimi carichi di persone e di merce, tutti insieme nel cassone. Ma è tutto positivo e giocoso, quasi goliardico. Tutti sorridenti e certi di vendere e di comperare. Metà mondo è da vendere, metà da comperare. 
Infatti, si trova di tutto. Scarpe di prima, di seconda e terza mano, costano poco o comunque in funzione dei buchi che hanno e delle riparazioni necessarie. Poi però, se possono comperarle, le indossano così come sono. Anche senza suola: mica servono per proteggere le piante dei piedi…
Questo vale anche per i capi di abbigliamento. Se una camicia non ha i bottoni, pazienza. Resterà aperta, che problema c’è?
Per i vestiti le taglie non esistono, se un capo piace lo si prende e poi si mette com’è.
Insomma, quello che per il mondo occidentale del benessere e del consumo è considerato miserabile, qui è vitale.
Ho scoperto che qui ti rende felice dare tutto quello che non ti serve più. Da noi devi smaltirlo, qui puoi regalarlo senza suscitare la sensibilità di nessuno.
Tutto va bene per portare a casa un po’ di farina per dar da mangiare ai propri figli.
Questo è il Paradiso dei poveri.