Giuliano Lunelli, «Natura morta» – Di Daniela Larentis

Al Grand Hotel Trento è stata inaugurata la mostra personale dell’artista trentino, visitabile a Trento dal 18 ottobre 2024 al 18 gennaio 2025

Giuliano Lunelli, «Bottone» - Olio su tavola, 2024.
 
Oggi, alle 18.00, è stata inaugurata a Trento la mostra personale di Giuliano Lunelli dal titolo «Natura morta», visitabile per tre mesi nelle eleganti sale del Grand Hotel Trento (dal 18 ottobre 2024 fino al 18 gennaio 2025, ingresso libero).
L’esposizione, curata e allestita da Nicola Cicchelli, presenta una selezione di circa 30 dipinti, interamente dedicati al tema della natura morta: si va dai piccoli formati, simili a cartoline, fino a grandi tele che superano il metro di altezza.
 

Giuliano Lunelli e Nicola Cicchelli.
 
Nato a Trento nel 1966, Giuliano Lunelli si è formato presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, collaborando successivamente con importanti agenzie pubblicitarie.
La sua carriera di illustratore lo ha portato a lavorare con editori di rilievo, come Nord-Sud ed Erickson, oltre a partecipare alla prestigiosa Mostra Internazionale degli Illustratori di Libri per Ragazzi di Bologna, dove ha attirato l’attenzione di pubblico e professionisti del settore.
Ha preso parte a numerosi concorsi artistici, realizzando opere su commissione per enti pubblici, tra cui dipinti a tema storico per il Comune di Bolbeno e incisioni su legno di noce per il Municipio di Vigo Rendena.
Da anni collabora anche con la galleria Orler, consolidando la sua presenza nel panorama artistico contemporaneo.
 

Giuliano Lunelli, «Punte di matita» – Olio su tavola, 2024.
 
Il suo percorso pittorico si è orientato fin da subito verso la natura morta, un genere che ha inizialmente esplorato ispirandosi alle opere di Giorgio Morandi.
Nelle sue composizioni ricorrono spesso superfici riflettenti, che amplificano la scena e includono oggetti raffinati, come brocche lavorate e strisce di carta sottili.
Un poco alla volta, il suo stile è diventato sempre più astratto, con giochi di luci e ombre che generano effetti tridimensionali, conferendo alle opere profondità e un senso di mistero.
Lunelli predilige l’uso della pittura a olio su tavola, tecnica che gli consente di esplorare le potenzialità dell’illusione e di creare una realtà fatta di oggetti solo apparentemente inanimati, sospesi in un tempo dilatato e indefinito.
 
Le sue opere nascono dall’osservazione di oggetti quotidiani – come caraffe, uova o carte da gioco – presentati in contesti inaspettati, creando nuovi significati. Non si tratta di semplici rappresentazioni oggettive, ma di composizioni che stimolano una riflessione sulla percezione del tempo e del reale.
A proposito del lavoro di Lunelli, Carlo Vanoni ha scritto in occasione di una mostra di qualche anno fa, dal titolo «Riprendersi il tempo»:
«I dipinti qui esposti formano il quadrante di un orologio che non segna solo le ore, ma anche giorni, mesi e anni. Un orologio complicato, come lo è la pittura stessa.
«Un orologio che non si ferma, perché dipingere è una prassi quotidiana a cui Lunelli si dedica da anni, senza cercare il plauso per la sua tecnica impeccabile, ma restituendoci oggetti che, prima di essere dipinti, non brillavano di alcuna bellezza propria.
«In breve – conclude Vanoni – Giuliano Lunelli dipinge il tempo che la contemporaneità ci ha sottratto.»
 

Giuliano Lunelli, «Tre mattoncini lego» - Olio su tavola, 2023.
 
Lunelli attraverso le sue opere sembra esortare l’osservatore a riflettere sulla frenesia del mondo contemporaneo, dominato da un tempo veloce che tende a consumare le nostre vite.
La pittura diventa per l’artista un atto di resistenza a questa velocità: un gesto che richiede lentezza e pazienza.
Le sue nature morte si distinguono per la capacità di trasformare oggetti comuni in qualcosa di straordinario, rivelando come il familiare possa assumere nuovi significati in contesti insoliti.
 
Un bicchiere o un frutto, decontestualizzati, acquisiscono una valenza simbolica e poetica. Questi oggetti, apparentemente insignificanti, diventano protagonisti di una narrazione silenziosa, dove la disposizione e la rappresentazione invitano l’osservatore a superare l’ovvietà.
La familiarità di tali oggetti viene messa in discussione: ciò che è noto si trasforma in mistero e la quotidianità diventa un campo di esplorazione visiva.
 

Giuliano Lunelli, «Fogli di carta» - Olio su tavola, 2024.
 
Le composizioni di Giuliano Lunelli aprono una dimensione sospesa tra reale e immaginario, in cui ogni elemento si carica di un significato più profondo: rallentare, osservare e riscoprire la bellezza nascosta nelle piccole cose.
La pittura dell’artista si trasforma in un invito a riconnettersi con il mondo circostante, educando lo sguardo alla meraviglia del quotidiano.
L’arte, in questa prospettiva, non è solo rappresentazione, ma un mezzo per riscoprire il tempo, la calma e la bellezza dei dettagli spesso trascurati.

Daniela Larentis – [email protected]