La pura astrazione di Roberto Codroico – Di Daniela Larentis
Dopo una mostra personale a Trento a febbraio e una a Roveré della Luna terminata a luglio, l’artista continua a lavorare in vista della prossima esposizione
Roberto Codroico, 2006 – Scatole – Wunderkammer.
Si è conclusa nel mese di luglio la mostra personale di Roberto Codroico presso la Galleria Kunst Grenze-Arte di frontiera a Roverè della Luna, Trento, (allestimento di Claudio Sandri e presentazione critica di Nicoletta Tamanini).
Esposti nell’occasione lavori dal 2005 in poi fino alle recentissime opere datate 2024, realizzate prima e dopo la mostra personale «Linea, materia, colore», allestita da Gianluigi Rocca e presentata da Nicoletta Tamanini a Trento, allo Spazio delle Arti di via Paradisi, presso il Centro Color, aperta da metà febbraio fino alla fine di marzo.
I dipinti realizzati nel 2024 presentano un’evoluzione rispetto ai precedenti: si tratta di un corposo nucleo di opere astratte decisamente più materiche, realizzate con una tecnica che si concentra sull'uso delle sovrapposizioni, dove il colore è arricchito dall’artista con frammenti di carta dipinti di bianco.
Sottolinea Nicoletta Tamanini, in un passo del suo intervento critico: «Alleggerita l'intensità di una tavolozza cromatica sempre più selezionata e raffinata, la recente produzione di Roberto Codroico si indirizza marcatamente verso una semplificazione e astrazione pittorica in cui la perfetta armonia compositiva tra segno e colore, tra materia e vibrazione psico-emotiva, sostanzia, citando la preziosa lezione di Kandinsky, il contenuto dell'opera.»
In mostra anche le famose «scatole» dell’artista, i «Teatrini», creati a partire dal 1970 sotto gli influssi degli Azionisti Viennesi e, come spiega lo stesso Codroico, seguendo i suggerimenti di Hans Richter e il contrappunto di Ferruccio Busoni: oggetti da tenere tra le mani, da aprire e chiudere, spazi architettonici dove può accadere qualsiasi cosa nell’interazione con l’osservatore, spazi dell’immaginazione che potremmo definire “magici”, dove poter vivere antiche e nuove suggestioni.
Roberto Codroico, 2013.
Alcune brevi note biografiche.
L’architetto Roberto Codroico, noto protagonista del panorama artistico trentino contemporaneo, conta al suo attivo una vasta esperienza nel settore del restauro e della valorizzazione del patrimonio culturale.
Con una carriera lunga e dedicata, ha ricoperto il ruolo di funzionario ai Beni Culturali, distinguendosi per interventi di rilievo su noti edifici storici in Trentino.
Tra le sue opere più significative, il restauro del Castello del Buonconsiglio e del Palazzo delle Albere a Trento, così come le chiese di Santa Maria Maggiore e della Santissima Trinità.
Ha guidato un esteso progetto di restauro lapideo per il Duomo, contribuendo in modo significativo alla preservazione di queste importanti testimonianze storiche.
I suoi interventi si estendono anche a luoghi come la Rocca di Riva del Garda, il Castello di Fornace e Castel Romano nelle Giudicarie, solo per citarne alcuni a titolo esemplificativo.
Nato in Germania, ha trascorso molti anni nel Veneto, dove ha completato la sua formazione accademica laureandosi in Architettura a Venezia e trascorrendo l'adolescenza a Padova.
Tuttavia, il suo cuore e impegno professionale sono da lungo tempo legati al Trentino, dove è stato responsabile della tutela e del restauro dei principali monumenti e centri storici.
Ha partecipato attivamente a diverse commissioni legate alla tutela del patrimonio, tra cui le Commissioni Comprensoriali per la Tutela del Paesaggio in rappresentanza del Servizio Beni Culturali, la Commissione Provinciale per la Tutela del Paesaggio, la Commissione Edilizia del Comune di Trento, la Commissione Beni Culturali e il Comitato Tecnico del Castello del Buonconsiglio.
Roberto Codroico, 2022.
Già docente universitario, è autore di numerosissimi articoli e pubblicazioni.
La sua produzione artistica spazia attraverso diverse fasi nel corso del tempo. Inizialmente concentrata su una pittura figurativa, negli anni '60 egli ritrae teste e nudi femminili, alternando crocifissioni, nature morte e paesaggi.
Successivamente, si evolve verso opere dalle forme astratte, curvilinee e ricche di colore.
L'influenza di importanti figure del Novecento, come Hans Richter, fondatore del movimento Dada, e le interazioni con Vlado Kristi, Kurt Kren, Otto Muehl, contribuiscono a una trasformazione sempre più astratta del suo stile.
Negli anni '60, Codroico si reca da Richter per approfondire uno studio sulla «quarta dimensione della pittura».
Il minimalismo delle sue opere, caratterizzato da linee pure, riflette una ricerca di essenzialità.
A partire dal 1970, i Teatrini prendono vita sotto l'influenza degli Azionisti Viennesi, seguendo i suggerimenti di Hans Richter.
Roberto Codroico vanta una significativa presenza in esposizioni prestigiose in Italia e all'estero.
Ne citiamo alcune fra le più recenti: nel 2020, ha presentato opere in dialogo con Robert Scherer a Palazzo Trentini; nel 2021, ha allestito una mostra di rilievo a Palazzo Trentini dal titolo «Autonomia Ad Arte - L’autonomia prima dell’autonomia nel contemporaneo», che esplorava il tema dell'autonomia della Provincia di Trento, partendo dalle sue radici storiche nel Principato vescovile di Trento, mentre nel 2023 ha inaugurato la personale «Dall’Arte Popolare Religiosa alla pura Astrazione» presso il Duomo, Aula San Giovanni, a Trento.
Roberto Codroico, 2023.
È del 2024 la mostra personale «Linea, materia, colore», curata da Gianluigi Rocca e presentata da Nicoletta Tamanini a Trento, allo Spazio delle Arti di via Paradisi, presso il Centro Color.
L’ultima personale si è tenuta nel 2024, presso la Galleria Kunst Grenze-Arte di frontiera a Roverè della Luna (Trento).
E a proposito del rapporto con Hans Richter, maestro riconosciuto del cinema astratto nonché firmatario del movimento DADA, ecco cosa ci raccontò Codroico nel corso di un’intervista di qualche anno fa:
«Il mio incontro con Hans Richter non fu casuale, lo cercai per sottoporgli alcune domande al fine di completare uno studio sulla “quarta dimensione della pittura”.
«Richter rispose alla mia lettera e mi invitò a Locarno nel suo studio. Fu un’esperienza eccezionale, non solo per la gentilezza e disponibilità del vecchio Maestro, ma per aver rivissuto l’intero movimento Dada.
«Uno dei più importanti testi, pubblicato in moltissime lingue, era apparso in libreria anche nell’edizione italiana.
«Nei molti incontri che seguirono parlammo d’ogni aspetto dell’arte, anche se spesso legati a quello degli artefici della così detta “avanguardia storica”.
«Richter berlinese di nascita, aveva rapporti con artisti in ogni parte del mondo. Fu presente alla festa del Bauhaus, fondò una rivista “G”, ove pubblicarono non solo i dadaisti ma anche i neoplasticisti e gli avanguardisti russi.»
Quali saranno i progetti futuri dell’artista? C’è nell’aria la possibilità di una nuova mostra verso fine anno, sarebbe la terza del 2024, del resto Roberto Codroico non si ferma mai, sta continuando a dipingere nonostante la calura di questo torrido agosto…
Daniela Larentis – [email protected]
Roberto Codroico, 2024.