Intervista a Franco Panizza, Assessore alla Cultura
- Ho trovato l'Assessorato perfettamente funzionante. - Ogni realtà culturale deve crescere autonomamente, ma con una regia comune e il collegamento in rete. - Macché mannaia sul Mart! È solo un'inversione di tendenza. - Andreas Hofer darà all'Euregio il «giusto confine»
Non è stato facile intervistare
Franco Panizza come Assessore alla Cultura, perché ha deleghe anche
per i rapporti europei e la cooperazione, tutela e
conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare, gli usi
e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e
musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le
biblioteche scolastiche, le manifestazioni e attività artistiche,
culturali ed educative locali, la toponomastica, i rapporti con
l'Unione Europea, la cooperazione transfrontaliera e cooperazione
interregionale, gli interventi provinciali per lo sviluppo
dell'economia cooperativa e funzioni delegate in materia di
cooperazione e vigilanza sulle cooperative...
E dato che non è uno che rimane con le mani in mano, l'agenda è
tale da sconvolgere tutta la sua segreteria.
Anche la nostra intervista è stata secca, un botta e risposta senza
preamboli, ma anche senza capitomboli.
Dottor Panizza, è all'Assessorato alla Cultura solo da qualche
mese, e ha già rivoltato l'ufficio come un calzino…
Ma no… - sorride. - No. Ma ho trovato un assessorato vivace,
talmente agile e funzionante che mi è bastato esprimere alcune
scelte politiche perché si muovesse tutto da solo.
Merito di Margherita Cogo?
Certamente. Se la macchina funziona bene, il merito è suo.
Però ha cambiato tutto.
No, ho solo preso alcune decisioni che secondo me andavano prese.
La Cultura deve essere un bene che ricade anzitutto nel territorio.
Il sistema Trentino è molto diversificato e secondo me bisogna dare
risposta a tutte le istanze. Per contro, ci si deve organizzare
bene, se vogliamo fare tesoro delle singole ricchezze culturali
senza disperdere troppe energie. Il modo migliore di fare economie
di scala è mettere tutto in rete. Provi a pensare alle differenze
culturali che ci sono valle per valle e vedrà che l'unico modo di
dare la giusta dimensione a tutte è quello di farle crescere una
per una collegandole tra loro per via funzionale. Un'unica portante
per tante singole soggettività diventerebbe il giusto contenitore
di molti «forzieri di sapere». Visto che le tecnologie consentono
di farlo, provi a pensare a un unico consiglio di amministrazione
che gestisca tutti i musei…
Sono scaduti un po' tutti i consigli di amministrazione. Il
Centro Santa Chiara è addirittura in prorogatio…
Entro marzo saranno rinnovate tutte le cariche sociali. Muse, S.
Michele… Per il Santa Chiara si è voluto attendere che si insedi la
nuova Giunta comunale perché, anche se la nomina delle cariche
sociali spetta alla Provincia, deve essere fatto in accordo con la
proprietà del Centro.
Ha deciso di aprire Castel Thun, imponendo la data a tavolino.
Lo ha fatto per dare un termine a chi ci lavora?
Il castello sarà aperto il 10 aprile 2010, senza eccezioni. Però
avevamo programmato di aprirne una parte anche prima per dar modo
di usufruire subito delle la parti accessibili. Ma al momento sono
sorti dei problemi.
Cioè?
La neve a fatto cedere una
copertura e la si dovrà sistemare. Ma ce la faremo.
Vedo che è un decisionista. È vero che ha deciso di far
scendere la mannaia sul Mart?
Macché mannaia! Ma chi gliel'ha detto?
L'ho letto da qualche parte. - Ironizzo.
Ah, se dà
retta ai giornali… - Ironizza anche lui. - Ho tolto 200.000 euro al
budget del Centro su un totale di 9 milioni. Non mi sembra di
essere stato poi così draconiano…
E allora che senso ha avuto?
Ho invertito la tendenza, il che non è poco. Ogni anno chiedevano
(e ottenevano) di più. Adesso deve essere chiaro per tutti che la
crisi impone altre priorità alla Pubblica Amministrazione.
Ci sarà anche un cambio di rotta per il Mart?
Il Mart ha fatto un bel lavoro, ma le sue ricadute sono soprattutto
fuori del Trentino. È stata una mossa saggia, come lo è stato
«Manifesta7», ma adesso vogliamo raccogliere. Adesso la cultura
deve essere rivolta in primis ai cittadini.
Deve essere chiaro che noi vogliamo favorire gli artisti trentini.
La crisi c'è anche per quel tipo di lavoratori.
La Galleria Civica di Trento? So che non avete competenze, ma
chiede una sede…
Sì, stiamo pensando a varie possibilità.
Anche le Albere?
Anche, ma non certo tutto il palazzo. Però sarebbe una soluzione
più che dignitosa, provi a pensare come si trasformerà tutta l'area
Ex Michelin.
Andreas Hofer. Sembra che sia il suo obbiettivo principale. E'
per via del doppio centenario?
No, il doppio anniversario è la scusa. In realtà stiamo cercando di
costruire l'Euregio e Andreas Hofer è il personaggio che abbiamo in
comune da Trento a Innsbruck. I tre presidenti si sono trovati e a
breve si troveranno anche altri organi. A detta di tutti, siamo
sulla buona strada.
Ma l'Euregio non avrà mai uno status di diritto…
Mai
dire mai. E comunque nessuno potrà impedirci di avere più o meno
virtualmente quello che proprio lei chiama «il giusto
confine»…
Guido de Mozzi