La proposta è di parlamentari USA di origini indiane

Un disegno di legge per togliere le medaglie d’onore ai massacratori di pellerossa a Wounded Knee del 1890

La senatrice Elizabeth Warren e il senatore Jeff Merkley del Partito democratico Usa hanno presentato al Senato un progetto di legge per ritirare la medaglia d’onore conferita a 20 soldati del 7° cavalleggeri che il 29 dicembre 1890, nella valle del torrente Wounded Knee, parteciparono al massacro di oltre 300 indiani disarmati della tribù Lakota Sioux.
Come si ricorderà, il 7° reggimento cavalleria degli Stati Uniti aveva così vendicato la morte del generale Custer alla battaglia del Little Big Horn del 1876. Il film «Piccolo grande uomo» aveva raccontato il terribile massacro con l’interpretazione di Dustin Hofman.
La medaglia d’onore è la massima decorazione militare, «per questo – ha affermato la senatrice di origine indiana candidata alla Casa bianca – gli orribili atti di violenza contro centinaia di uomini, donne e bambini Lakota a Wounded Knee dovrebbero essere condannati, non celebrati».
 
Il disegno di legge è stato stilato sull’esempio di quello presentato alla Camera a giugno dal deputato Denny Heck, assieme alle prime due native americane elette al Congresso, Sharice Davids e Deb Haaland.
Nel 2001 il Congresso nazionale degli indiani d’America emanò due risoluzioni di condanna verso quelle «medaglie del disonore» conferite ai massacratori del 7° cavalleggeri, quello immortalato in tanti film western revisionisti e comandato dal generale George Amstrong Custer, ucciso nel 1876 proprio dai Lakota durante la battaglia di Little Bighorn, dove fu sconfitto.
Già per i contemporanei l’episodio di Wounded Knee non apparve come una battaglia ma come una strage.
Il generale Nelson Miles, arrivato qualche giorno dopo sul posto definì «un abominio» quei corpi di donne e bambini tagliati a metà con le sciabole e deferì alla Corte marziale James Forsyth, il colonnello capo dell’operazione che, invece, in seguito fu promosso e i suoi uomini celebrati come eroi.
 
Infatti, i soldati americani eseguivano in sostanza quello che volevano i politici di Washington e in quel periodo era chiara la posizione della Casa Bianca: «La salvezza dei pionieri dipende dallo sterminio degli indiani».
Il presidente George W. Bush aveva dichiarato in tempi ben più recenti che i pellerossa «erano pochi milioni di persone egoiste che volevano tenere per sé un territorio come l‘America del Nord».
Oggi non solo la storia ma anche la pubblica opinione sa perfettamente che gli indiani d’America sono stati massacrati, come i bisonti, che in10 anni sono passati dagli 8 milioni alle 400mila unità.
Una vergogna.

Ma lo diciamo con gli occhi di oggi. La conquista del West e la grande letteratura che l’ha accompagnata non possono essere cancellate. Così come non possono essere cancellati i film di John Wayne che li ha combattuti. Fanno parte ormai della cultura ludica delle nostre generazioni.
Ma è inutile piangere sul latte versato. Quella è la storia della seconda metà dell’Ottocento: piaccia o meno, così è andata.
Troviamo molto più edificante e riparatore il progetto di scolpire il volto di Cavallo Pazzo a fianco dei presidenti americani sul Monte Rushmore.