Incontro di Monti con la lista Scelta civica del Trentino Alto Adige

«Sono contento di questo incontro con la nostra lista del Trentino Alto Adige»

Ricordo che siete stati, con Lorenzo Dellai e altri, tra i primi a partecipare al progetto politico che poi si è espresso nella lista "Scelta Civica ". Ciò si deve forse proprio al fatto che avete ravvisato nella nostra iniziativa quei caratteri di serietà così tipici del costume civile e politico della vostra Regione.
 
Del resto, come non avvertire qui ancora viva e vitale la presenza di alcune personalità trentine, che proprio a partire da questa cultura di matrice mitteleuropea, hanno dato all'Italia un contributo fondamentale?
 
Penso naturalmente in primis ad Alcide De Gasperi, che spesso ho citato in questi mesi, e che noi consideriamo un punto di riferimento essenziale sia per lo stile dei suoi comportamenti privati e pubblici, sia per i valori e la visione che lo hanno guidato in una difficilissima fase storica.
 
Penso anche a un'altra grande figura di trentino, che ho conosciuto personalmente: Beniamino Andreatta, insigne economista e politico, il cui rigore morale è molto mancato durante gli anni della dissennatezza finanziaria che il Paese ha attraversato.
 
Queste figure sono il prodotto di un tessuto civile e sociale tipico della vostra realtà, così solida perché fondata non sulla sabbia, ma sulla roccia: cooperazione, volontariato, autogoverno responsabile, rigore morale e civile, senso del "bene comune". Tutti aspetti importanti per quell'opera di "ricostruzione" dell'Italia che ci siamo impegnati a perseguire. Una ricostruzione non solo finanziaria ed economica, ma anche civile e istituzionale.
 
So che nel dibattito locale da qualche parte politica vengo additato come "nemico dell'Autonomia speciale " e che intorno a questo assunto si gioca anche una polemica contro la nostra lista. Sono qui oggi anche per dire che si tratta di una polemica senza senso.
Certamente, in questi tredici mesi di governo di emergenza abbiamo dovuto assumere decisioni drammatiche. Abbiamo dovuto adottare in tempo reale decisioni molto dure, che sappiamo bene hanno interessato famiglie, imprese ed enti locali, comprese le vostre due Provincie Autonome. Abbiamo utilizzato gli strumenti che avevamo a disposizione per evitare il peggio, vale a dire il cedimento del sistema nazionale, cosa che avrebbe compromesso il futuro di tutte le famiglie, delle imprese, di tutte le comunità locali anche di quelle più autonome come le vostre.
 
Anche nel caso dei rapporti istituzionali con le vostre due Province, come in quello dei rapporti con le parti sociali, questa condizione drammatica di emergenza non ha sempre consentito di trovare tempi e luoghi di discussione preventiva e di accordo. Ho già detto più volte, e lo ribadisco, che di questo mi rammarico e mi impegno a condividere con voi le scelte che faremo in futuro.
 
Ora stiamo appunto progettando il futuro: stiamo presentando la nostra visione dell'Italia dei prossimi anni e decenni. Dovrà essere un'Italia "unita e plurale", capace di efficienza ed insieme di forte partecipazione dei cittadini e dei territori alla costruzione del bene comune.
Un governo che si prefigga l'obiettivo di portare il Paese verso le riforme e verso l'Europa, non può che ricercare una alleanza forte con le Autonomie più dinamiche e responsabili, alle quali occorre chiedere di essere laboratorio avanzato di soluzioni utili per tutto il Paese e sensori attivi di spirito europeo.
 
Per questo guardiamo all'autonomia di Trento e Bolzano con attenzione, in particolare per quanto riguarda l’ambito dell'innovazione istituzionale e sociale.
 
Uno degli impegni della prossima legislatura dovrà essere senz'altro la riforma della struttura della Repubblica, sia a livello centrale (dimezzamento dei parlamentari e revisione del bicameralismo attuale) sia a livello degli enti territoriali.
 
Abbiamo bisogno di una struttura pubblica più efficiente, meno costosa, e di una suddivisione delle competenze e delle funzioni più razionale e meno conflittuale. Abbiamo bisogno soprattutto di superare il fallimento di quel federalismo retorico e pasticciato, che ha deluso profondamente le giuste aspirazioni delle popolazioni del Nord ad una autonomia più marcata e utile per affrontare le nuove sfide del nostro tempo. Il vostro impegno è sempre stato ed è quello della autonomia responsabile.
 
Questo fallimento ha reso lo Stato meno autorevole, le Regioni ordinarie meno autonome, i cittadini più insofferenti e lontani dalla politica. Ed è paradossale che i responsabili principali di questo fallimento, che ha tradito le attese del Nord, si presentino talvolta con presunzione e arroganza per ottenere un nuovo mandato di fiducia proprio dal Nord.
 
Il vostro sistema di autonomia non è figlio né di questa cultura, né di questa vicenda istituzionale. È figlio delle culture mitteleuropee, dove autonomia vuol dire responsabilità ed efficienza. È figlio di un accordo internazionale sottoscritto da Italia e Austria nel 1946, accordo il cui valore essenziale e attuale è stato egregiamente ricordato dai due Presidenti della Repubblica Napolitano e Fischer a Merano lo scorso 5 settembre.
 
Da quell'accordo, con vicende a tratti anche molto difficili, è scaturita una storia di rilievo nazionale ed europeo, che ha portato pace e convivenza tra i gruppi linguistici che vivono nella vostra regione. E con la pace sono venuti gli investimenti in formazione, ricerca, cultura e infrastrutture, attraverso i quali un territorio fino a pochi decenni fa marginale e fragile è diventato uno dei più solidi e dinamici del nostro Paese.
 
Non vogliamo certo disconoscere questa vostra storia. Al contrario, vogliamo valorizzarla nell'interesse di tutto il Paese e partire proprio da essa per ritrovare il bandolo della matassa di quella riforma in senso autonomistico dello Stato che le forzature ideologiche e i pasticci istituzionali  hanno fatto naufragare. Dovremo certamente rivedere il Titolo V della Costituzione per superare oggettivi problemi di razionalità nei rapporti tra le varie istituzioni e per consentire allo Stato ambiti di maggiore autorevolezza nel disciplinare aspetti di sistema. Ma lo faremo impegnandoci a non ledere i principi costituzionali definiti dal vostro Statuto che, appunto, non a caso, si definisce "speciale" e soprattutto le Norme di Attuazione emanate nelle varie materie oggetto di modifica del Titolo V.
 
Per quanto riguarda il delicato campo della finanza provinciale, non nascondo che anche in futuro tutte le istituzioni pubbliche del Paese saranno chiamate a continuare sulla strada del rigore. Le condizioni generali del Paese, gli obblighi costituzionali in tema di pareggio di bilancio e le stringenti regole europee che abbiamo condiviso, richiederanno che tutte le amministrazioni concorrano al riequilibrio della finanza, come condizione di stabilità e rilancio economico.
D’altro canto, proprio le vostre Province Autonome sono state le prime a dare attuazione all'art. 27 della Legge 42 in tema di federalismo fiscale. L’Accordo di Milano è un punto dal quale partire per realizzare insieme un progetto di responsabilità e solidarietà.
 
Colgo peraltro l'occasione per esprimere vivo compiacimento per la via innovativa e coraggiosa che avete voluto intraprendere, chiedendo e ottenendo dallo Stato due deleghe strategiche come quella sull'Università (attraverso la quale sono certo la Provincia concorrerà a rendere ancora più di qualità il già ottimo sistema accademico e della ricerca trentino) e quella recente, perfezionata dal mio Governo, in tema di ammortizzatori sociali. Ulteriori sperimentazioni sono utili per futuri modelli di autonomia responsabile e cooperativa, anche in altri settori.
 
Per quanto attiene il tema delicato e per voi ovviamente sensibile della quantificazione del vostro concorso complessivo alla finanza pubblica del Paese, secondo gli obblighi dell'ordinamento costituzionale, le intese potrebbero essere basate sul criterio del residuo fiscale (vale a dire quanta parte del gettito erariale riscosso sul vostro territorio rimane allo Stato per le finalità generali e non viene invece spesa direttamente o indirettamente in loco). Vanno superati i falsi luoghi comuni, che vi colpiscono e che sono privi di fondamento, e serve invece porre con serietà ed equità la questione della trasparenza e della sostenibilità dei rapporti finanziari con lo Stato.
 
Si apre in ogni caso una nuova stagione anche per la vostra Autonomia. Forse non servono più o non sono più molto efficaci atteggiamenti puramente difensivi da parte vostra. Forse serve, da parte delle vostre autonomie, il coraggio di prospettare nuovi scenari anche innovativi, che producano un salto di qualità nella natura del vostro autogoverno e, da parte del Governo Nazionale, la capacità di cogliere le opportunità di queste innovazioni, non più traducibili con il brutto termine di "privilegi" ma con quello più impegnativo  di "laboratorio responsabile di un nuovo modello di Stato, più efficiente ed europeo".
 
In questo senso apprezzo e condivido l'Agenda Autonomia che la nostra lista del Trentino Alto Adige ha elaborato e che costituisce la base sulla quale lavorare assieme.
 
E' un’Agenda Autonomia che insieme vogliamo realizzare, per affermare che la storia e la cultura del nostro Paese non si possono dimenticare a fasi alterne e invece sono un punto di forza se sono capaci di aprire la strada per un livello più alto di responsabilità condivisa.