Istat segnala crescita zero del PIL nel secondo trimestre
C’è anche un aumento del debito pubblico, ma nei termini strutturali del fenomeno
Nel secondo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2015.
Il secondo trimestre del 2016 ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2015.
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell'agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell'industria.
Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente estera netta.
Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti, mentre ha segnato una variazione nulla in Francia.
In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell'1,4% in Francia e dell'1,2% negli Stati Uniti.
Nel complesso, secondo la stima diffusa il 29 luglio scorso, il PIL dei paesi dell'area Euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2015.
La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,6%.
Il debito pubblico è aumentato di sette miliardi nel trimestre.
Nei primi sei mesi è cresciuto di 77 miliardi, di cui 7 nel mese di giugno, portando il debito alla quota di 2.248 miliardi.
L’aumento del debito pubblico sta all’interno della crescita strutturale del fenomeno.
Il problema semmai va studiato in una prospettiva futura. E questo vale anche per la crescita del PIL.