«L’amore per la libertà di Manci è un punto di riferimento»

Il sindaco Ianeselli e il presidente di Anpi Cossali hanno ricordato l'eroe della Resistenza questa mattina a Trento alla cerimonia per il 79° anniversario dalla morte

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«Riflettendo in questi giorni sulla biografia di Giannantonio Manci mi sono soffermato su un dettaglio a cui non avevo mai pensato.
«Quando è morto Manci non aveva ancora compiuto 43 anni.
«Era dunque quasi un mio coetaneo, con moglie, figlie, un’attività imprenditoriale, responsabilità.
«La sua non era l’età dell’incoscienza, il suo antifascismo non era un furore giovanile, anche se giovanile e precoce è stata la sua partecipazione alla vita pubblica.»
 
Così il sindaco di Trento Franco Ianeselli alla cerimonia di commemorazione del sacrificio di Giannantonio Manci, medaglia d’oro al valore militare della Resistenza italiana nel 79° anniversario dalla morte.
Il primo cittadino si è soffermato sull’attualità del pensiero di Manci affermando che «in lui troviamo amore per la libertà, ossessione per la giustizia e per il federalismo europeo, criteri di giudizio utili ancora oggi per distinguere tra l’autentica democrazia e le democrature così in voga in questo momento.»
 
«Con il suo esempio – ha proseguito Ianeselli – Giannantonio Manci ci mette in guardia dai pericoli del fascismo latente, da quegli elementi essenziali di cui ogni totalitarismo si nutre: la xenofobia, l’ammirazione per l’uomo forte, l’opportunismo a-ideologico, la diffidenza nei confronti della cultura che dobbiamo combattere appellandoci ai valori della nostra Costituzione.
«In questo impegno, la biografia di Manci costituisce un salvacondotto per il nostro futuro e Trento, ispirandosi ogni giorno agli ideali di questo eroe della Resistenza, non può che essere la città che mette al primo posto la difesa della libertà, della giustizia e della solidarietà.»
 
Alla cerimonia è intervenuto anche il presidente dell’associazione italiana partigiani del Trentino, Mario Cossali, che ha sottolineato l’importanza dell’eredità lasciataci da Manci insistendo sulla militanza democratica e antifascista del capo della Resistenza trentina.
Il presidente di Anpi ha omaggiato il ricordo dell’eroe citandone in maniera letterale le parole:
«Gli italiani hanno bisogno per rivivere in libertà di conquistare a se stessi anzitutto un mondo di onestà politica.
«Si deve liberare l’Italia non solo dalle baionette dei tedeschi e dei fascisti, ma anche dalla corruzione, dallo spirito di compromesso, dall’equivoco politico, dall’abitudine di transigere sui principi.
«Un’idea di fratellanza, di federazione e di unione, ed allora la patria diverrà come noi la vogliamo e come noi la sentiamo, il mezzo insostituibile per giungere all’umanità, all’internazionale dei popoli.»
 
Come sottolineato ancora da Cossali ricollegandosi al discorso del sindaco Ianeselli, è fondamentale riflettere sull’attualità delle parole di Giannantonio Manci, capaci ancora oggi di calarsi nella realtà del contesto storico contemporaneo.    
Durante la cerimonia, tenutasi alla Galleria dei Partigiani, erano presenti anche i familiari di Manci e, tra le altre autorità, il presidente del Consiglio comunale Paolo Piccoli e il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina.