Ancora nessuna novità sui giornalisti italiani fermati in Ucraina
Non sappiamo se l’argomento sia stato affrontato dal nostro Premier Giorgia Meloni
Ci aspettavamo che Giorgia Meloni si interessasse sulla sorte dei nostri colleghi «fermati» in Ucraina per motivi che non conosciamo. Invece non ci sono novità.
Se Meloni ne ha parlato con Zelensky non ci è dato di sapere. Molto probabilmente non ne ha parlato, altrimenti ne avrebbe dato notizia alla stampa.
Il problema in fatti è grave. Se i colleghi fermati avessero combinato qualcosa, sarebbero stati arrestati. Ma poiché gli è stato solo tolto l’accredito, la questione è proprio deontologica.
La versione ufficiale di Kiev è che dovranno essere interrogati dai servizi di sicurezza ucraini.
E allora, come prima domanda ci chiediamo per quale motivo gli interrogatori non sino ancora avvenuti.
Come seconda domanda - ben più sostanziale - vorremmo sapere se verranno interrogati per conoscere alcuni dettagli dei loro sopralluoghi giornalistici. Il che riguarderebbe più l’intelligence che la sicurezza.
In Italia è fatto esplicito divieto ai giornalisti professionisti di svolgere attività di spionaggio. Quindi in Italia non potrebbero essere interrogati a questi fini.
Ma siamo in Ucraina e tutto è diverso.
Per quanto il paese sia esposto alla guerra, dovrebbe mantenere le soglie di diritto imposte da quell’Unione Europea cui vorrebbe far parte.