Altro disastroso naufragio di migranti diretti in Italia

Un barcone con a bordo, pare, 700 persone si è inabissato nei pressi del Peloponneso

Un barcone, che qualcuno ha definito peschereccio, partito da Tobruk in Libia per raggiungere la parte meridionale della Calabria si è inabissato nelle acque più profonde dell’Egeo, 50 miglia sudest del Peloponneso.
A bordo forse c'erano 700 persone, ma la cifra è teorica perché nessuno li aveva mai ufficialmente contati.
Di questi ne sono stati salvati 104. Nella stiva c’erano donne e bambini, notizia che fa rabbrividire.
Cosa facessero vicino alla Grecia, quando i superstiti affermano che erano diretti in Calabria, non è dato a sapere.

Secondo quanto afferma la Guardia costiera Greca, dopo la segnalazione di due mercantili che avevano accostato l’imbarcazione, un mezzo della guardia greca si era avvicinato al peschereccio nella serata di martedì. Ha confermato la presenza di moltissime persone in coperta, mentre i migranti avrebbero rifiutato qualsiasi offerta di aiuto.

Poi, verso l’alba, il barcone è colato a picco in quel tratto di mare che per la sua profondità (5.270 metri, il più profondo del Mediterraneo) prende il nome dalla ninfa Calipso che amò Ulisse.
Giunta la notizia dell’affondamento, i soccorsi non si sono fatti attendere, ma i naufraghi recuperati in vita sono solo 104, molti dei quali in ipotermia.
Se davvero non ne verranno salvati altri, la tragedia si annuncia come la più grave dopo quella avvenuta al largo della Libia nel 2015, quando un naufragio causò la morte di quasi 1.000 migranti.