Adottiamo una giusta prevenzione – Di Maurizio Panizza

La reclusione temporanea fin dalle prime violenze domestiche

Sembrano non finire mai le aggressioni compiute da mariti, compagni e fidanzati contro le donne che per poco o per tanto tempo sono state al loro fianco.
Tuttavia, nonostante questi tragici annunci, l’Italia, con le sue 200mila leggi, norme e regolamenti (Francia e Germania ne hanno “solo” 9-10mila) non sembra riuscire a trovare uno strumento giudiziario che possa frenare lo stillicidio di uccisioni e violenze di ogni genere a cui ogni giorno assistiamo impotenti dalle pagine dei giornali e dalle tv.
 
Qualcuno afferma che c’è troppo garantismo nei confronti di questi uomini violenti perchè in genere, dopo le prime aggressioni, ciò che viene messo in atto per tutelare le donne molto spesso è solo l’ordinanza di divieto di avvicinamento alla persona minacciata.
Non serve aggiungere quale deterrente ridicolo possa rivestire tale misura nei confronti di chi vuole fare comunque del male, perchè tutti sappiamo in quanti casi si sia trasformata in tragedia una misura preventiva così blanda.
 
Orbene, non conosco nel dettaglio le leggi e i meccanismi giudiziari per i quali si arriva a tale debole forma di tutela per le donne minacciate, tuttavia ritengo personalmente che nei confronti di un uomo violento bisognerebbe dare immediatamente ben altri segnali.
Intendo dire che non appena un uomo alzasse la mano su una donna, non si dovrebbe solamente ammonirlo e ordinargli di stare lontano da casa, ma sarebbe necessario rinchiuderlo subito in galera se non altro per dare a costui un saggio concreto di dove potrebbe passare i successivi 10-20 anni della sua vita nel caso in cui arrivasse ad uccidere.
 
Non servirebbe in questa prima fase un lungo periodo di detenzione - una/due settimane potrebbero bastare - ma questo tempo sarebbe giusto (e per lui salutare) per fargli riflettere su come potrebbe essere il suo eventuale futuro da omicida.
E assieme alla cella, potrebbe essergli di grande aiuto il contemporaneo avvio di un percorso psicologico contro l’aggressività e la violenza per riflettere sui propri comportamenti e sulle sue problematiche relazionali che evidentemente - questo è certo - avrebbero bisogno di aiuto e di sostegno.