Ci ha lasciati il prof. Franco Chiocchetti – Di Paolo Farinati

Innanzi alla sua scomparsa, lo saluto con immensa gratitudine e grande stima

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Ricordare il prof. Franco Chiocchetti, scomparso in questi giorni, mi è facile quanto non semplice, tanti sono i fatti che mi legato a lui e, quindi, farne una breve sintesi non è immediato.
Lo conobbi fin da quando ero adolescente.
La sua famiglia, compresi il padre, il noto Preside prof. Valentino, e la madre Adriana, storica maestra elementare in città, la moglie Romilda con i quattro figli Fabrizio, Barbara, Roberto e Alessandra, di giovedì spesso erano ospiti di mia zia Emma Cramerotti, abilissima nel fare i gnocchi di patate.
Quante risate in quella cucina semplice, ampia e ricca di storia familiare.
 
Talvolta sopraggiungeva anche il prof. Franco, sempre elegante in giacca e cravatta, aitante e fascinoso. In me incuteva rispetto e un certo timore.
Forse è proprio per questo lontano ricordo che non gli ho dato mai del «Tu».
Anni dopo lo ebbi quale insegnante di educazione fisica al Liceo Rosmini.
Le sue lezioni nella palestra comunale di via San Giovanni Bosco erano intense, sempre varie, indimenticabili.
 
Anche qui lui era sempre impeccabile, spesso con giacca blu in doppio petto, e con il giornale Il Sole 24 Ore sotto braccio.
Un giorno ad un mio compagno di classe scappò la frase «Come falo a insegnarne ginnastica vestii così...?»
Il prof. Franco lo senti, si tolse la giacca e la cravatta, si arrotolò le maniche della camicia e si avvicinò alle due pertiche. Le impugnò una per mano e vi sali fino in cima.
Tornato a terra esclamò all'incauto studente: «Ora sali Tu, che Ti vogliamo vedere!»
Il mio amico non proferì più parola per mesi.
 


Franco Chiocchetti era così. Uomo di grande cultura, dall'intelligenza vivace e rara, amante dello sport, sia come atleta prima che poi come tecnico, dalle molteplici passioni, vicino ad ogni forma ed espressione dell'arte, valido giornalista, fu pure Consigliere comunale a Rovereto, persona dallo humor ficcante ma sempre nei limiti del gentleman, con anche spiccata autoironia, apprezzato cronista anche per l'attesissimo periodico satirico di Rovereto «La Rava», vivace fumettista.
La sua fame di conoscenza lo portò a viaggiare molto, la sua innata curiosità a collezionare vari generi di cose: dai francobolli alle auto d'epoca, da ogni genere di icone a una moltitudine considerevole di libri.
È rimasto sempre molto vicino alla sua Moena, dove il padre prof. Valentino fu pure amatissimo Sindaco.
 
Sin dalla fine degli Anni '60 entrò nella consulenza finanziaria, divenendo in pochi anni figura di riferimento molto stimata a livello del Trentino Alto Adige e dell'intera Italia.
Protagonista anche nella formazione di decine e decine di colleghi.
Io stesso ho lavorato nel suo studio per oltre 31 anni con sincera viva ammirazione.
Franco Chiocchetti, grazie in particolare ai successi sportivi del figlio Roberto, si avvicinò pure alla pallamano maschile di Rovereto, divenendone Presidente per più di venti anni, sempre con grande passione, disponibilità e concreta generosità, mantenendola ai vertici italiani e conosciuta in tutta Europa.
 
Ho avuto il piacere e l'onore di averlo al mio fianco anche come mio testimone di matrimonio.
Nonostante tutto questo, come scritto prima, non sono mai stato capace di dargli del «Tu».
Per tutti a Rovereto e non solo era Franco.
Ma quel profondo rispetto con cui lo guardavo sin da giovanissimo, è rimasto immutato dentro di me per tutti questi decenni.
Ora, innanzi alla sua scomparsa, lo saluto con immensa gratitudine e grande stima.
Riposa in Pace, caro prof. Franco.

Paolo Farinati