Modi de dir 'n trentìm/ 6 – Di Cornelio Galas

Ecco la sesta puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina

CHI GA’ LA GOBA, CHI GA’ ‘L GOS E CHI NO GA’ NE’ GOBA NE’ GOS GA’ ‘L DIAOL ADOS – Meglio difetti fisici che vendere l’anima al diavolo nella propria integrità.
 
LODETE ZESTA CHE ‘L MANECH L’E’ ROT – Quando anche se il difetto sta nel manico tutto il resto funziona ancora.
 
ONT COME LA SIL DE ‘L CARETER – Unto come l’assale del carrettiere. Si dice anche «ónt come na sitèla». Ci si riferisce solitamente ad un ubriaco (ònt). Se si è vicini al coma etilico: «ónt e bisònt».
 
DURA COME ‘N BECH – Dura come un caprone. Si parla di carne. Vedi anche: «Cossa gàt soto le scarpe se le sòle te me l’hai fate ai feri?»
 
TACAR COME ‘L VIS’CIO – Ovvero come quella sostanza che si usava per intrappolare gli uccelli su un ramo.
 
STRUCADI COME SARDELE – Provare per credere sui bus la mattina quando partono (o tornano) gli studenti.
 
VEGNIR AVANTI COME LA MERDA SOT AI STARNEZARI – Gli starnezàri sono le grondaie. Sotto le grondaie di solito le deiezioni durano pochissimo. Di qui il significato: crescita zero. Come la produzione industriale italiana negli ultimi tempi.
 
VARDA CHE TE COLTIVO – Più che una dichiarazione d’intenti in ortofloricoltura si tratta della minaccia di «raddrizzare» con metodi drastici qualcuno.
 
FARSEN NA TESA – Mangiare abbondantemente. Per poi dire: «Bo, adès sarìa anca tés, ma e se néssen a farne na piza?»
 
SALUTE E BEZI E TEMP DE GODERLI – Salute e soldi ma anche il tempo per godersi questi desideri (o auguri).
 
CIAPARSE SU QUALCOS – Ammalarsi. «Vei denter che se no te ciapi su qualcos…». Possibilità di prendere un virus, un’infezione, di subire una patologia da portatori tutt’altro che sani di … qualcosa.
 
ESER ENCUCA’ – Naso tappato dal raffreddore. Ma anche per i postumi di una sbornia.
 
EL BACHETEL DE L’ALEGRIA – Riferimento all’organo sessuale maschile (omissis …)
 
ESER BENBINA’ – Essere composto. Avere un abbigliamento adeguato, anche alla situazione climatica, atmosferica, ambientale. In caso contrario: malbinà, eser maltapà, eser maldobà,eser malcombinà.
 
AVER EL VESTI’ CHE PIANZE ADOS – Come il contrario della voce precedente. Ma in modo evidente: nel senso che si vede lontano un miglio che il vestito gli (o le) casca male, che è troppo largo, che insomma non avvolge nella maniera giusta il corpo.
 
LASAR UN ‘B TE ‘L SO PIS – Lasciare qualcuno … nei propri umori, nel suo brodo. Anche con le mutande bagnate se se l’è fatta sotto.
 
BOIR FORA – Richiama il bollire delle vinacce attraverso il quale si ottiene la grappa. In realtà si riferisce in genere all’aumento della sudorazione dopo abbondanti libagioni. Anche di grappa.
 
ESER SENZA DOVA – Si dice di un vino che … non sa di niente. Al contrarip, se «ìl gà la dòva» allora si lascia bere, o meglio «’l se làsa…».
 
RACHELE – Modo scherzoso per indicare la grappa. Forse dal nome della moglie del Duce. O da qualcosa che richiama el «raschìn» in gola. Boh.
 
TROVARSE ‘MBROIADI – Certo, si dice anche di vittime di imbrogli, raggiri. Ma il più delle volte per definire uno stato di imbarazzo, quando non si sa che dire o cosa fare. O si è in difficoltà comunque. In una situazione piena di guai.
 
AVERGHEN PIEN LE MIOLE – Stanchissimo. Fino alle midolla.
 
NO ESER LA STRADA DE L’ORT – Non avere davanti un tragitto breve. Come quello che porta all’orto di casa. Insomma, un posto lontano da raggiungere.
 
EN SPEGIO DE GIAZ – Luogo ricoperto, del tutto, da ghiaccio. Lastra ghiacciata dove ci si può specchiare.
 
A CHI MASSA E A CHI MIGA – Ingiustizia sociale.
 
QUANDO SBALZA LA BALA ‘N MAN OGNUN SA DARGHE – Da evitare (se non si è il portiere) nell’area di rigore durante una partita di calcio. Vuol dire che quando si è toccati dalla fortuna non è difficile realizzare qualcosa di buono. Di solito …
 
CON GNENT NO SE FA GNENT – Start-up con necessità di contributo iniziale.
 
APRIL: LA PEGORA LA GODE E ‘L PORCO ‘L ZIGA – Destini diversi per ovini e suini in primavera
 
APRIL PIOVOS, AN FRUTUOS – Spread e Pil collegati strettamente al meteo
 
SE CANTA ‘L GAL SORA LA ZENA SE L’E’ NUGOL EL SE SERENA, SE ‘L CANTA SORA ‘L DISNAR SE L’E’ SEREN EL SE VOL NUGOLAR, SE ‘L CANTA DA MEZANOT EL PIOVE ‘L DI’ E ANCA LA NOT – Occhio al gallo prima di uscire di casa con o senza l’ombrello.
 
VARDAR FORA MAL – Non bisogna fare la traduzione letterale. Altrimenti si va lontano, molto lontano dal significato. Si tratta di dimostrare un brutto aspetto che denota una cattiva salute. All’opposto si può dire «vardàr fòra ben». Deriva dal tedesco: er sieht schlecht/gut aus. Insomma gli occhi come specchio dell’anima ma soprattutto delle condizioni (interne, di qui la necessità di guardar fuori) di salute. Attenzione: vardàr mal (senza specificare da dove) vuol dire invece guardare in modo cagnesco, con recondite minacce. All’opposto, vardàr ben: principio di innamoramento?
 
TOR CO LE BONE – Convincere con le buone maniere. Rapportarsi al prossimo con empatia. Vedi anche: «Usàrghe le bòne a ’l diaol perché no ’l morda».
 
METERGHE ‘N DI’ PER NAR E TREI PER TORNAR – Non dipende sempre ed esclusivamente dagli imprevisti. Può anche darsi che il luogo di arrivo abbia una serie di interessi tali da rendere piacevole il soggiorno.
 
ERAR SU BARACA E BURATINI – Cala il sipario. Chi s’è visto s’è visto. E forse non ci sarà una prossima analoga situazione, una replica dello spettacolo.
 
NO FARSE VARDAR DRIO – Non dar motivo per essere additato. Anche dal punto di vista morale. Non solo per l’abbigliamento eccentrico.
 
TACAR BOTON – Trattenere – chi non ne ha affatto voglia – con chiacchiere pretestuose e vuote. Possibile risposta: «Mòleme te prego che gò da nar a tor i boci a scòla».
 
CONTAR QUELA DE L’ORCO – Tenere a bada con ciance come si fa raccontando fiabe ai bambini. Vedi anche: «Contà quéla de l’órs».
 
SVOLTOLARSE DA ’L STRACH – Si può riuscire a non dormire anche per l’eccessiva stanchezza. O pigrizia.
 
ARAR STORT – Non rigare dritto, uscire di strada. Anche su strada asfaltata o nella vita sociale, non necessariamente nei campi. Dove però si può finire dopo l’incidente.
 
AVERGHEN FIN CHE SE ’N VOL – Il massimo dell’abbondanza.

TRAR ‘L CUL A SGUAZ – Tipico modo di nuotare di chi è alle prime armi. Con grandi movimenti di acqua in piscina.
 
EN VENT CHE PORTA VIA – Non è di solito quello dell’est. Ma freddo, tipo bòra triestina, tramontana. Se non porta proprio via la persona ha buon gioco con l’ombrello. Ma dove vanno i marinai?
 
EN NEGRO D’ONGIA – Roba da poco. Giusto quella porcheria che si annida sotto unghie da tagliare e reduci da lavori… sporchi.
 
PIS DE ANZOI – Non è la pioggia … dorata. O qualcosa simile all’acqua santa. Si dice di un liquore decisamente squisito.
 
MIS MAS – Confusione. Dal tedesco: Mischmasch.
 
AVER NA CARGA DE LEGNA VERDA – Beh, ha anche un significato letterale. Cioè ritrovarsi con tanta legna appena tagliata, verde, non adatta per accendere subito il caminetto o il forno. Ma una volta si usava per indicare una famiglia con a carico ancora tanti bambini, tanti piccoli, in «verde età». Più pesanti – come per la legna – di quelli stagionati, secchi. Nel senso che li si ha in groppa. E vanno allevati, custoditi, preparati al «fuoco» della vita.