Elezioni in Sardegna, lo scarto fra Todde e Truzzo si assottiglia
Se il vantaggio scende sotto mille voti, Fratelli d’Italia chiede un nuovo conteggio
Va premesso che, chiunque risulti vincitore, a uscirne sconfitto è il sistema elettorale della Sardegna a risultare perdente, fallace e non proprio semplice da capire.
Le elezioni non avvengono tutti i giorni, al massimo cinque volte in cinque anni, e ogni volta il sistema di voto è diverso, stabilito dalla legge elettorale.
Oggi non basta più mettere una semplice X sul partito prescelto.
Alle regionali di Sardegna il voto era «disgiunto», ovvero si poteva votale per il presidente di una coalizione e il candidato di un’altra.
E così, chi ha votato per il solo candidato, certo di aver votato anche per il presidente della coalizione cui apparteneva il candidato stesso, non ha votato per nessun presidente.
Parte che ci siano almeno 5.000 voti in cui non è stato precisato il presidente. Non va bene.
Ma, sempre per lo stesso motivo, qualcuno che ha espresso due preferenze (ovviamente con il rispetto dell’alternativa di genere) ha votato per due candidati incompatibili. Ossia ha votato per un candidato del centrodestra e uno del centrosinistra.
Nel qual caso la sceda è stata considerata nulla.
Per questo le operazioni di scrutinamento sono durate così tanto: quando le preferenze erano due, era da verificare a che coalizione appartenessero.
Al momento, a leggere i dati ufficiali sul sito delle elezioni della Regione, risulta che 19 seggi non hanno mai concluso lo scutinio.
Pare che le schede dichiarate nulle siano state ben 20.000. Non va bene.
La mancanza del nome del presidente non è sindacabile. Ma ci pare doveroso che almeno le schede dichiarate nulle vengano valutate con attenzione.
Comprendiamo che Todde preferisca che vengano approvati i risultati attuali, ma lo scarto di solo mille voti lo impone. Una questione di correttezza democratica.
La proclamazione del presidente avviene dopo che il Tribunale ha stabilito che i risultati sono corretti. E, in questo caso, dopo aver concluso i cinteggi dei 19 seggi che non li hanno conclusi: il tribunale ha avocato a sé la conclusione dei conteggi mancanti.
Nel caso di ulteriori dubbi, è la corte d’appello che deve rivedere i risultati. Ma mai tutti: solo quelli dove è ben specificata la ragione della richiesta.
Nel primo caso la proclamazione avviene in un paio di settimane dal voto, nel secondo ci vuole almeno un mese.