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Il manuale da allenatore firmato Velasco

Tecnica, psicologia e umanità del c.t. della Nazionale femminile di volley oro a Parigi

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Foto © Marco Oss.

«Noi allenatori dobbiamo trasmettere ciò di cui la squadra ha bisogno.
«La Nazionale femminile di volley veniva da un anno difficile e aveva bisogno di tranquillità, di combattere l’ansia e quindi ho cercato non tanto di motivare, ma di trasmettere sicurezza e rimanere impassibile.»
È solo uno, questo, dei capitoli del «manuale Velasco» per allenatori che il c.t. della Nazionale femminile di volley oro a Parigi 2024 ha illustrato al Teatro Sociale nell’ambito del Festival dello Sport.
Accolto da un lunghissimo applauso dopo un emozionante video che ha ripercorso le tappe di Parigi dalla prima partita sino al primo gradino del podio, Velasco, in dialogo con Aldo Cazzullo, ha snocciolato tecnica, psicologia ma anche umanità che dovrebbero essere dote di un commissario tecnico.
Cose concrete, insomma, perché, ha spiegato, «non ci sono segreti, bisogna giocare meglio degli altri e a Parigi noi abbiamo giocato meglio delle avversarie».
 
La psicologia:
«Non credo molto – ha detto Velasco – nei discorsi senza una verità dietro.
«È importante amare giocatrici e giocatori come figli; non perché siano migliori degli altri, ma perché sono i tuoi giocatori. E devono essere autorevoli, autonomi.
«Quando cercano lo sguardo dell’allenatore, qualcosa non va.»
 
La tecnica:
«Volley e basket sono sport veloci che cercano persone alte e quindi tendenzialmente lente, che vanno preparate adeguatamente.
«Bisogna poi fare allenamenti specifici, come battuta, ricezione. Non esistono però i miracoli secondo Velasco; serve il potenziale. Se il gruppo è unito meglio, ma non basta.
«Non credo alle frasi “se ci credi puoi, se lo sogni lo puoi fare”, altrimenti io avrei giocato come numero dieci nella mia squadra del cuore.»
 
L’umanità:
«Ho visto qui adesso per la prima volta il video riassunto delle partite di Parigi.
«Mi sono emozionato. Solitamente non guardo indietro e non ho nemmeno avuto l’opportunità sinora di vedere una sintesi come questa.
«Ci stiamo rendendo conto adesso di ciò che abbiamo fatto.»
 
E poi l’avventura nel calcio:
«Un’esperienza molto interessante; molti del volley sono calciatori frustrati.
«Nel calcio ho fatto il dirigente e mi è servito molto, ma mi sono accorto di essere un tecnico e finché non mi manderanno via lo farò.
«E, a proposito di calcio, fra Messi e Maradona scelgo Maradona, perché aveva una leadership fortissima.»
 
Spazio naturalmente anche ai ricordi con la nazionale maschile con Lorenzo Bernardi diventato suo vice e alla politica, anzi, alla storia, dai ricordi della dittatura in Argentina all’esperienza in Iran.
«Non credo però nei boicottaggi – ha spiegato Velasco – che avvengono nello sport e non nel commercio, perché quando ci sono di mezzo i soldi…»

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