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Giacomo Agostini sfreccia a Trento al Festival dello Sport

La leggenda del motociclismo si concede un bagno di folla e di affetto a Trento

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Foto © Marco Oss.
 
All’età di 82 anni, non è certamente nuovo alle manifestazioni di affetto da parte degli appassionati, eppure l’emozione è presente e difficile da nascondere quando uno scrosciante applauso lo accoglie al suo ingresso sul palco della sala Filarmonica affollata da gente di qualsiasi età, a dimostrazione di come il suo mito sia rimasto attivo oltre le stagioni sportive.
Giacomo Agostini, campione per eccellenza, è nato a Brescia nel 1942 da una famiglia estranea al mondo dei motori. Il suo avvicinamento alle motociclette è dettato dall’istinto di un giovane deciso a seguire quello che per lui è stato un «dono della natura» che ha scelto di coltivare con disciplina e sacrificio a costo di andare contro il volere della propria famiglia, dato che, come ricorda Agostini «mio padre non voleva che corressi».
 
Il campione ricorda con piacere il suo legame con il Trentino. È dai tornanti della Trento-Bondone che ha iniziato a macinare chilometri, podi ed emozioni; vi prese parte per la sua prima gara in assoluto nel 1962, arrivando secondo in sella ad una moto Morini acquistata a rate, per poi vincerla l’anno seguente e stabilire un tempo record che è durato per i successivi dieci anni.
Insomma, che fosse predestinato, e quindi «nato per vincere» lo si è capito fin da subito. Da quel momento in poi la sua carriera è stata talmente impressionante che a descriverla basterebbero i numeri: 15 titoli nel motomondiale (otto nella classe 500 e sette nella classe 350) tra il 1964 ed il 1977 per un totale di 122 gare vinte su 207 cui ha preso parte.
 
La sua figura pubblica è rimasta attiva uscendo dal panorama dei motori e diventando un campione di tutti; ha incarnato un’epoca e ha contribuito a rivoluzionarne alcune regole cercando sempre di preservare lo spettacolo offerto al pubblico e la sicurezza dei piloti.
Agostini ha aperto la strada alle sponsorizzazioni sportive pur riuscendo a mantenere il pilota protagonista rispetto alla tecnologia, alla meccanica ed all’ingegneria, oggi imprescindibili nel suo sport.
 
Di carattere generoso, Ago sembra disposto a mettere in pausa il suo rapporto con la velocità, fonte di adrenalina, solo quando viene fermato per strada dalla gente dal cui affetto non riesce proprio a sottrarsi.
Ci tiene comunque ad apparire come un «uomo normale», rivendicando la sua passione per andare al supermercato e per la cucina.
È forse questo suo lato umano che ha contribuito a preservarne l’aurea di divo che ancora oggi lo rende molto richiesto nel mondo degli eventi su due ruote.
 
Nell'incontro di oggi ha concluso infatti rivelando la sua agenda: la scorsa settimana era in Francia, domani sarà in Slovenia, prima di imbarcarsi per l’Australia martedì dove lo attende un’esibizione con le vecchie moto MV Augusta cui non ha saputo rinunciare.
Chissà se si porterà anche a Melbourne il santino della Madonna di Lourdes datogli da Papa Giovanni XXIII e che lo ha accompagnato (e protetto) per buona parte della sua carriera.

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