Caso Schwazer, l'udienza di Bolzano non scioglie i dubbi
Le perizie del comandante del RIS di Parma e del legale della Wada sono profondamente discordanti. L’udienza va avanti domani
Oggi si è svolta l’udienza davanti al GIP di Bolzano sul caso Schwazer, l'ex marciatore che sostiene di essere stato vittima di un complotto nelle analisi antidooping effettuate a squalifica scontata.
Il teste più importante è stato il comandante del RIS di Parma Giampietro Lago che è stato interpellato per formulare una perizia sulle analisi delle orine di Alex Schwazer.
In un lungo botta e risposta tra il colonnello Lago e il perito della Wada, l'agenzia responsabile dei controlli che hanno portato alla squalifica di Schwazer, Emiliano Giardina, le parti hanno espresso le proprie versioni.
Il comandante dei RIS ha definito «non compatibili fisiologicamente con l’organismo di Schwazer» i livelli di concentrazione di dna nelle provette.
Giardina ha provato a smontare le conclusioni di Lago, presentando nuovi documenti relativi a un prelievo di urina di Schwazer del 27 giugno 2016, analizzato a Losanna nel 2017.
In realtà, dopo cinque ore di udienza, non pare che si sia arrivati a una verità che vada più in là delle reciproche tesi.
Alla fine l’avvocato di parte ha chiesto al GIP di poter presentare una nuova perizia e il giudice si è riservato di decidere.
Certo però le conseguenze di un eventuale complotto ordito per squalificare Schwazer sono inimmaginabili e getterebbero un’ombra indfelebile sull’intero sistema.