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Meno di una settimana al via di «Cerevisia Festival»

Renato Nesi fa il punto sull'evoluzione del settore delle birre artificiali

Manca meno di una settimana al via della settima edizione e ormai per il nuovo comitato organizzatore di «Cerevisia Festival» si tratta di solo definire gli ultimi dettagli.
Martedì mattina la rassegna dedicata alle birre artigianali trentine sarà presentata a Palazzo Benvenuti, nel centro storico di Trento, mentre per l’inaugurazione ufficiale bisognerà attendere venerdì alle ore 18, quando il PalaAnaunia di Fondo aprirà le porte ai visitatori.
Sarà un momento importante, perché segnerà la ripartenza a pieno regime di un appuntamento che dal 2015 aveva saputo crescere costantemente, ma che subì una battuta di arresto negli anni segnati dalla pandemia.
 
«Ora finalmente tutti i tasselli sono tornati al proprio posto», spiega il Presidente della Giuria di «Cerevisia Festival» Renato Nesi, docente di comunicazione e marketing per enogastronomia e turismo, specializzato nel settore birrario, da sempre a fianco del comitato organizzatore noneso nelle vesti di responsabile del concorso e docente nei laboratori.
«Questa edizione è importante perché segna il ritorno di una manifestazione che lo meritava, – afferma. – Ripartiamo dal format che ha contraddistinto le edizioni precedenti, ma questo non significa che abbiamo semplicemente riavvolto il nastro al 2019, perché nel frattempo il mondo, anche in questo ambito, è cambiato.
«I produttori di birre artigianali hanno migliorato costantemente la qualità dei propri prodotti, anche in Trentino, puntando sempre di più sulla materia prima locale.
«Un aspetto molto importante, perché stimola la creazione di una filiera produttiva in ambito locale.»
 
Uno dei punti di forza di «Cerevisia Festival» è sempre stato il concorso «Premio birra trentina di qualità», che permette ai birrifici locali di sottoporre i propri prodotti al vaglio di una giuria qualificata, ricevendo feedback utili a migliorare e crescere. Che tipo di risposte avete ottenuto finora su questo fronte?
«In termini quantitativi è stata ottima, se pensate che sono state iscritte quasi 150 birre, alcune delle quali, anche da aziende che non sono presenti con il proprio stand al festival, a dimostrazione del prestigio di cui godono questi riconoscimenti.
«Quando il quadro sarà completo, nel corso della prossima settimana, si svolgeranno le sessioni di giuria, con le degustazioni e la compilazione delle schede di valutazione.»
 
Come è cambiato il panorama delle birre artigianali negli ultimi anni nel nostro paese?
«Sono successe molte cose dal 2019 ad oggi, – continua Renato Nesi. – Dopo il boom degli anni precedenti, con la crisi pandemica, alcune aziende non sono riuscite a sopravvivere, ma nel contempo la qualità dei prodotti è aumentata e ci si sta indirizzando, come già sottolineato, verso un maggiore impiego di materia prima locale.
«Inoltre, altro fatto nuovo, sempre più produttori affiancano al sito produttivo un locale di mescita, una tap room, dove servono direttamente le loro birre.
«Per quanto concerne le scelte stilistiche, invece, c’è un crescente interesse per birre facili da bere, non estreme e con moderato grado alcolico.
«Il settore, comunque, è in discreta espansione e lo dimostra il dato relativo al consumo di birra pro capite nel nostro paese, che dal 2019 al 2023 è salito da 32 litri annui a 38.»
 
La settima edizione di «Cerevisia Festival» arriva quindi nel momento giusto per riaccendere un faro sui produttori trentini e restituire a questo comparto la visibilità e il prestigio che merita.

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