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Scambi giovanili internazionali promossi dal Lions Club

L'esperienza raccontata dalla giovane studentessa Francesca Ischia di Rovereto

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Grazie al Progetto dei Lions Club Youth Exchange Camp quest’estate ho avuto la possibilità di trascorrere tre settimane in Malesia. Più precisamente, durante la prima e la terza settimana ho soggiornato in una famiglia malesiana di etnia cinese, la famiglia Bong, che vive a Raub, una città di quasi 92.000 abitanti.
La famiglia ospitante era composta dai genitori e da tre figli, due maschi e una femmina.
Il figlio maggiore How vive con la famiglia, Ping lavora e vive a Singapore, mentre la sorella Yixuan vive nella capitale Kuala Lumpur con la famiglia del suo ragazzo. Per questo motivo, durante le settimane a Raub, ho trascorso molto tempo con How, il quale mi ha fatto da guida durante la mia esperienza, portandomi ad assaggiare tantissime varietà di cibo.

 


Con How ho costruito un bel rapporto di amicizia, abbiamo condiviso molti valori e pensieri ed era molto simpatico, quindi è stato facile andare d'accordo. Durante la prima settimana nella nostra famiglia c'era anche la fidanzata di How, Eunice, una ragazza molto dolce e carina che mi ha tenuto compagnia mentre How e i genitori lavoravano.
La mia giornata quotidiana iniziava con una bella e abbondante colazione in uno dei tanti bar di Raub: essa prevedeva molto spesso cham (caffè con latte) e da mangiare zuppe di noodles con carne e verdure o pane con burro e kaya (una marmellata dal colore verde conferitole dalle foglie di pandano e fatta con uova, latte di cocco e zucchero).
 
Dopodiché, durante il giorno, stavo al negozio di Mr. Bong, dove anche How lavorava. Purtroppo, solo durante il weekend o il tardo pomeriggio/sera, quando la famiglia non lavorava, avevo l'opportunità di vedere qualcosa del posto. In questi momenti ho visitato un tempio cinese, un mercato locale, una piantagione di Durian (il re dei frutti, un frutto tropicale molto saporito), una scuola e ho assaggiato tantissimo cibo, da quello cinese a quello indiano, da quello malesiano a quello giapponese.
Infine, si cenava insieme a casa e spesso lavavo i piatti per aiutare la mamma. Lei era maestra e spesso finiva di lavorare tardi, quindi con lei non ho stretto un legame molto forte. Con Mr. Bong invece, ho legato moltissimo durante la terza settimana: spesso pranzavamo o facevamo colazione assieme e un giorno l'ho accompagnato in macchina fino alla capitale Kuala Lumpur, dove doveva svolgere delle commissioni lavorative. Abbiamo avuto modo di parlare e ridere molto, quindi quel viaggio ci ha sicuramente uniti maggiormente.
 


Ho trascorso, invece, la seconda settimana, principalmente a Kuala Lumpur (KL), nella famiglia del moroso di Yixuan. Questa da subito mi ha accolta a braccia aperte ed è stata di una generosità immensa. La mamma, carinissima, mi ha voluto bene fin dal primo istante. Purtroppo con il papà non ho quasi comunicato, in quanto non sapeva l'inglese. Yixuan e il suo moroso Guojing sono stati dal primo giorno molto ospitali e sono diventati dei veri amici. Quei cinque giorni credo siano stati i più belli perché ho avuto modo di visitare tanti posti e conoscere tante persone. Per tre giorni, infatti, sono stati con noi anche degli amici di famiglia, arrivati dalla Scozia e con loro abbiamo vissuto ogni momento insieme: dalla colazione alla cena e durante il giorno visitando insieme la capitale malese. I ragazzi erano molto simpatici e ci siamo divertiti moltissimo.
 


Quando è giunto il momento di partecipare al Camp ero abbastanza triste, perché in poco tempo avevo stretto amicizia con delle belle persone con le quali ho passato tre giorni costantemente insieme. Yixuan e la famiglia di Guojing erano stati troppo ospitali e gentili. Inoltre, ogni giorno a Kuala Lumpur è stato una sorpresa, perché era differente da quelli precedenti. Tuttavia, durante i tre giorni di Campus ho avuto modo di conoscere altri ragazzi e svolgere diverse attività. Quindi, mi sono divertita anche in quell'occasione.
I ragazzi erano principalmente giapponesi, accompagnati spesso dai loro fratelli ospitanti malesiani e poi vi era Francesca, un'altra ragazza italiana che ho avuto modo di conoscere in aeroporto.
 
Grazie a questa esperienza ho conosciuto la cultura giapponese e quella malesiana e durante le settimane a Raub anche quella cinese e un po' quella indiana. La Malesia è molto interessante proprio per questo intreccio di culture: sullo stesso territorio convivono tre etnie: quella malesiana, quella cinese e quella indiana e questo si riflette anche su molti aspetti, come per esempio sulla religione. Vi sono templi cinesi, templi indiani, moschee e anche per quanto riguarda il cibo si possono trovare ristoranti e bar di ogni etnia, che preparano i rispettivi piatti tipici. Per colazione un giorno ho mangiato in un bar indiano il tipico Roti Canai.
 

 
Anche per quanto concerne l'istruzione, fin da piccoli i bambini imparano sia il malesiano che l'inglese. Inoltre, chi lo desidera può studiare anche il cinese (come nel caso della mia famiglia). Tutti i ragazzi sapevano infatti tutte le lingue molto bene, oltre a conoscere i dialetti Hakka e cantonese. Le scuole, inoltre, seguono i tre calendari.
Durante questa esperienza ho visto, dunque, due realtà molto diverse: quella di una piccola città e quella della metropoli con grattacieli e superstrade.
 
Sicuramente non dimenticherò questo Paese, così diverso dal nostro per infiniti aspetti. La Malesia ha saputo stupirmi, sia in positivo che in negativo, ma ciò che porterò sempre con me sono tutte le persone che ho incontrato, che hanno saputo accogliermi come fossi una di loro con un'immensa ospitalità.
Infine, sono grata per aver potuto vivere una simile avventura perché mi ha fatto scoprire nuove culture affascinanti e così diverse dalla nostra. Ma mi ha fatto allo stesso tempo apprezzare ancora di più le piccole cose che in Italia davo per scontate e la nostra cultura italiana.
 
Francesca Ischia
Rovereto

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