Conoscenza e rispetto, poi tutto il mondo è paese

Rovereto è da secoli Città della Cultura e del Lavoro – Di Paolo Farinati

L’art. 8 della nostra amata Costituzione, siamo nei Principi fondamentali, dice: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano».
Mentre l’art. 19 della stessa Carta Costituzionale afferma: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume».
 
Questa breve ripetizione per affermare che Rovereto, il Trentino e l’Italia, una volta sconfitto il nazi-fascismo con enormi perdite di vite e di patrimoni, dal 1945 in poi hanno scelto di appartenere ad un’area politico – istituzionale, quella dell’Europa occidentale, che ha fatto propri i valori universali della Libertà, dell’Uguaglianza, della Fratellanza e della Pace. Hanno scelto la Democrazia, sistema non certo perfetto, ma sicuramente il più garante del rispetto di ogni cittadino e di ogni comunità; hanno detto no anche al comunismo, basti studiare la dolorosa storia di Trieste.
 
Abbiamo conquistato e sanciti nella nostra Costituzione Diritti e Doveri fondamentali. Che vanno difesi ogni giorno, in quanto non sono nostri per sempre, come ci ha ricordato spesso saggiamente il prof. Norberto Bobbio.
Per rendere tali Diritti e Doveri forti e duraturi ci vuole la conoscenza, soprattutto delle diversità di pensiero e di fede che animano l’intera Umanità, e rispettarle, sempre e ovunque.
 
Rovereto è da secoli Città della Cultura e del Lavoro, ha vissuto nel tempo sotto il Governo di vari Stati, dalla Repubblica di Venezia all’Impero Austro – Ungarico, dalla Francia di Napoleone alla nostra Italia, prima Monarchia e poi Repubblica. A Rovereto è nato e vissuto Girolamo Tartarotti, che ci ha introdotti nel secolo dei Lumi, della Ragione, della Scienza, in sintesi dell’Illuminismo. Dopo di lui Rovereto diede i natali a don Antonio Rosmini, padre del Cattolicesimo liberale, autore di testi che tuttora educano e scuotono le coscienze di chi crede e pure di chi non crede. Basti una sua breve frase: «Non c’è l’Uomo e il Diritto, l’Uomo è il Diritto».
 
Rovereto ama la Conoscenza e coltiva il Rispetto. E con la giusta conoscenza e il conseguente rispetto tutto il mondo è paese. Questo ieri come oggi. Mio padre aveva solo il diploma di quinta elementare, ottenuto in Francia, dove mio nonno emigrò nel 1923 innanzi ad una Lizzanella distrutta dalla Prima Guerra Mondiale e ad un dilagante regime fascista. Sapeva naturalmente la lingua francese e questa cosa lo rese amico di tanti bambini delle oasi della Tunisia e della Libia durante la Seconda Guerra mondiale da lui combattuta in Nord Africa, bambini che portavano sorridenti a lui e ai suoi commilitoni i gustosi datteri.
 
Fu fatto poi prigioniero e portato in Inghilterra, dove in più di due anni imparò assai bene anche l’inglese, lingua che in seguito gli fu molto utile nel suo lavoro in Cartiera ATI e nel sindacato. Questa conoscenza lo fece fino ai 93 anni sereno cittadino del mondo.
Quindi, Conoscenza e Rispetto sono alla base di una sana convivenza in ogni comunità, piccola o grande che sia, e di conseguenza solide fondamenta della Pace. Lo sanno oggi anche i nostri giovani, che hanno l’opportunità e la fortuna di poter viaggiare per studio e per diletto in ogni parte del mondo. Per loro le diversità di pensiero e di fede non costituiscono un problema, anzi.
 
Questa loro ampia conoscenza toglie loro ogni paura, fa crescere la loro autostima, li rende consapevoli che per fortuna non siamo tutte e tutti uguali e che nella diversità giace la ricchezza culturale e morale dell’Umanità.
Mi auguro che molti di questi giovani entrino nel prossimo Consiglio comunale di Rovereto, sarebbero un’ulteriore conferma che la nostra Città non teme chi viene qui da lontano e da altre culture e tradizioni, ma lo accoglie con vero senso di responsabilità nel segno di possibili nuove opportunità.
In conclusione, prima di parlare, di scrivere, di giudicare, dobbiamo avere l’umiltà di conoscere.

Paolo Farinati